29 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Ufficio di Presidenza del PDL

Berlusconi chiede unità, ma resta tensione sulla legge elettorale

L'ex Premier «promuove» il sistema tedesco. Il Cavaliere ha cercato di tranquillizzare tutti, spiegando che «nessuno pensa di tornare indietro» rispetto al Pdl, che bisogna stare «fortissimamente uniti» anche se c'è chi «accusa gli ex An di essere prepotenti sul territorio»

ROMA - Alla fine, e come poteva essere altrimenti con le amministrative alle porte, il messaggio che viene fuori è quello di un Pdl unito, pronto a derubricare a «scaramucce» le recenti tensioni tra ex Fi ed ex An. E' quello che ci si aspettava dicesse Silvio Berlusconi. E, guarda caso, è quello che ha detto allo stato maggiore del partito riunito (a quattro mesi di distanza dall'ultima volta) nell'Ufficio di presidenza a palazzo Grazioli.

Il Cavaliere ha cercato di tranquillizzare tutti, spiegando che «nessuno pensa di tornare indietro» rispetto al Pdl, che bisogna stare «fortissimamente uniti» anche se c'è chi «accusa gli ex An di essere prepotenti sul territorio» o viceversa gli «ex Forza Italia di essere deboli». Eppure le cronache della riunione, durata oltre tre ore e mezzo e fitta di interventi, raccontano di tensioni, battute e frecciatine. Come il botta e risposta tra Ignazio La Russa e Giancarlo Galan, protagonista quest'ultimo di varie interviste in cui sembrava pronto a mettere alla porta gli ex An per rifare il partito azzurro. Circostanza, quest'ultima, che lo stesso ex ministro ha smentito durante l'incontro. Eppure, per dire l'aria che tirava, a un certo punto ha ripreso piccato l'ex responsabile della Difesa apostrofandolo più o meno così: «Io conosco Silvio Berlusconi da 27 anni, non da quattro».

Detonatore delle tensioni è stata la bozza di legge elettorale «proporzionalista» a cui il segretario Angelino Alfano, nel vertice con Bersani e Casini della scorsa settimana, ha sostanzialmente dato il via libera. Scatenando le ricriminazioni di buona parte dell'ala ex finiana, che chiede di non tornare indietro rispetto alla scelta bipartitica e bipolare. Alfano ha negato che esista già un testo scritto, in molti si sono dilungati nei tecnicismi tra collegi uninominali e liste bloccate. Non certo Silvio Berlusconi che a queste cose non si appassiona e che in proposito ha detto poche parole: «Pensiamo a un proporzionale alla tedesca perchè consente di correre da soli e di indicare il leader». Certo il Cavaliere non si è sbilanciato: mai, davanti a una platea così fomentata sul tema, avrebbe potuto prendere una posizione troppo netta. Il fatto è che la posizione del Pdl è tutt'altro che definita, basta pensare al fatto che a fine discussione, Denis Verdini ha sentenziato che l'unico sistema che favorirebbe il partito è quello spagnolo. Ed è così che domani il Pdl si accinge a partecipare al vertice degli sherpa, che si sarebbe dovuto tenere oggi, ma che si è preferito far slittare.