Legge voto e «azzurra nostalgia» agitano il Pdl. Atteso il verbo del Cav
Di carne al fuoco ce ne sarebbe, anche troppa. Ma le imminenti amministrative consigliano prudenza, soprattutto agli ex An ormai in perenne fermento. Domani l'Ufficio di Presidenza del partito. Ma il vero nodo resta la prospettiva 2013
ROMA - Di carne al fuoco ce ne sarebbe, anche troppa. Ma le imminenti amministrative consigliano prudenza, soprattutto agli ex An ormai in perenne fermento. Torna domani, a gran richiesta di una fetta significativa del Pdl, l'Ufficio di presidenza del partito di Silvio Berlusconi. Un appuntamento che era diventato consuetudine nelle settimane pre crisi di governo, poi «dimenticato» per oltre quattro mesi (l'ultimo summit con questo format è datato 6 dicembre 2011), ora rispolverato dopo il pressing pubblico di importanti dirigenti provenienti dalle fila dell'ex Alleanza nazionale. Il summit dello stato maggiore berlusconiano convocato per le 11 servirà ad affrontare due nodi che iniziano a venire al pettine: la legge elettorale e il proliferare delle liste «Forza qualcosa».
Si «complica» il clima interno al PDL - Era stata la bozza di riforma elettorale, trapelata nel corso della trattativa fra i segretari di maggioranza, a complicare il clima interno al Pdl. Poi una durissima intervista di Giancarlo Galan, tutta in chiave «anti-An», aveva fatto il resto, rischiando di far precipitare la situazione. Per questo, domani, al Cavaliere è richiesto prima di tutti di ascoltare le lamentele di chi - ex finiani in primis - ha preferito il leader di Palazzo Grazioli ai vecchi compagni di strada e non intende in alcun modo avallare un meccanismo elettorale che non risponde alla propria storia, né conviene in vista del 2013. E così all'ex Premier gli uomini di via della Scrofa chiederanno di non arretrare sulla linea del Piave chiamata bipolarismo, di non permettere «pasticci» post elettorali, di non aprire una nuova era centrista.
Ma il vero nodo resta la prospettiva 2013 - Berlusconi, da tempo assente dalla scena pubblica, lascerà ad Angelino Alfano il compito di entrare nei tecnicismi del sistema elettorale. Piuttosto, il Cavaliere offrirà rassicurazioni, giurerà che nessun passo indietro sarà compiuto rispetto alla discesa in campo di diciotto anni fa. Più complicato sarà, per il segretario, dare risposte di fronte allo sbocciare di liste «Forza...», nate per interpretare lo spirito del '94 e portate avanti anche da forzisti della prima ora. Nei giorni scorsi si era diffusa la voce di imminenti sanzioni per gli «eterodossi» pidiellini e domani gli ex An ripartiranno alla carica. Ma difficilmente la segreteria forzerà la mano.
Nulla di definitivo, né di politicamente sconvolgente dovrebbe insomma verificarsi domani nella residenza di Berlusconi. E questo perché le amministrative sono ormai imminenti e tutti hanno qualcosa da perdere. Certo, la scelta filo montiana del Cav sembra ormai definitiva, nonostante i molti malumori interni, e per questa ragione l'ex premier ripeterà domani che il Professore va sostenuto. Alternando un generico richiamo all'esigenza di rinnovamento del Pdl a rassicurazioni di principio buone a rasserenare il clima. In fondo, l'8 maggio è vicino e le somme si tireranno solo a urne chiuse.