19 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Il Governo e la «strana maggioranza»

Cicchitto: Il PD vuole il voto ad ottobre

Il Capogruppo alla Camera: Responsabile della tensione è solo il PD. Pdl-Udc-Lega valutino alleanza. Crosetto: No alle elezioni autunnali, sì alla riforma. Gasparri: Il PD cerca la rottura e punta alle elezioni. Bondi: Un errore di Monti scaricare la responsabilità ai partiti

ROMA - «Al di là di questioni che ci hanno lasciato perplessi nel corso di questi mesi, tuttavia Monti non ha tutti i torti quando dice che non ha intenzione di farsi cuocere a fuoco lento. Ma è il Pd che ha la responsabilità principale di questa situazione. Infatti e'sempre più' evidente che Bersani vuole votare a Ottobre con questa legge elettorale ritenendo di avere con essa la vittoria in tasca: una legge elettorale giudicata pessima nelle dichiarazioni pubbliche,ma ottima sia per conquistare il potere, sia ai fini interni del Pd». Lo ha denunciato, in una dichiarazione, il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto.
«A questo punto, comunque, il Pdl,l'Udc e la Lega - ha esortato- devono aprire una seria riflessione perché non possono consegnare per tatticismo o per i loro contrasti il governo del Paese alla sinistra, cioè alla alleanza di Vasto fra il Pd,l'Idv e la Sel, cioè al massimalismo sociale e al giustizialismo politico».

Crosetto: No alle elezioni autunnali, sì alla riforma - «Come al solito non capiscono o fanno finta di non capire. Cicchitto lancia un allarme, non auspica un obiettivo, anche perché sarebbe la cosa più dannosa per il Pdl. E quelli del Pd lo sanno perfettamente. L'obiettivo è stato definito ben chiaramente da Alfano, ed è quello di arrivare nel 2013 al voto. E dopo le riforme costituzionali e della legge elettorale, mentre invece l'attuale legge, e lo sanno benissimo gli esponenti del Pd che attaccano Cicchitto, in questo momento darebbe il maggior vantaggio a loro. Ben venga, se il Pd non vuole, noi siamo contenti». Lo afferma in una nota Guido Crosetto, deputato del Pdl.

Gasparri: Il PD cerca la rottura e punta alle elezioni - «Il Pdl appoggia il governo Monti, con l'obiettivo principale di attuare gli impegni assunti dall'Italia in sede europea sia dal governo Berlusconi, che dall'attuale Esecutivo. È evidente però che il Pd a questo punto cerchi una rottura e punti alle elezioni, dimostrando di non avere alcuna intenzione di dar luogo alle riforme costituzionali ed al cambiamento della legge elettorale, di cui si occupa a parole». Lo ha dichiarato il presidente del gruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri.

Bondi: Un errore di Monti scaricare la responsabilità ai partiti - Il coordinatore del Pdl Sandro Bondi rimprovera «due errori» al presidente del Consiglio Mario Monti sulla riforma del lavoro.
«Non ho mai nascosto il mio giudizio positivo nei confronti del governo presieduto da Monti, ma temo - ha affermato Bondi in una dichiarazione- che il Presidente del Consiglio abbia commesso due errori: il primo è quello di aver subito il veto della Cgil e della sinistra sulla riforma del mercato del lavoro, decidendo di conseguenza di consegnare il testo della riforma, frutto di una estenuante trattativa con le parti sociali, ad un disegno di legge, con l'esito pressoché certo del suo arenamento o stravolgimento nelle secche parlamentari; il secondo errore è quello di scaricare indistintamente sulle forze politiche le difficoltà dell'attuale situazione, senza distinguere fra quelle che sposano coerentemente le riforme, fra cui il Pdl, e quelle che invece si oppongono ad esse, fino ad approfittare dell'esame parlamentare per mettere in discussione la mediazione già raggiunta dal governo».

Capezzone: Bersani è tornato a Vasto, il Pdl resta a Seoul - Pdl con Mario Monti a Seoul mentre Pierluigi Bersani schiera il suo Pd sulla strada di un ritorno a Vasto. L'immagine è del portavoce del partito di Berlusconi e Alfano, Daniele Capezzone.
«Mentre, correttamente e con acuta lettura politica, il presidente Monti nel suo viaggio asiatico indica il pericolo di riforme al ribasso, qui da noi - ha affermato Capezzone in una dichiarazione- Bersani è tornato a Vasto: anzi, mostra di non avere altro schema se non quello di Vasto. Occorre che i liberali, i moderati, i popolari, tutte le forze alternative alla sinistra si interroghino sulla distanza tra «Seul» e «Vasto», cioè sulla distanza tra le riforme ambiziose che il quadro internazionale richiederebbe e il piccolo cabotaggio conservatore e immobilista a cui la vecchia sinistra vorrebbe inchiodare la politica italiana».