31 luglio 2025
Aggiornato 07:00
Il futuro del Governo visto dai Democratici

Il PD a Cicchitto: Il voto lo vuole da tempo il PDL

Zoggia: Non puntiamo alle urne. Potevamo già governare, abbiamo scelto Monti. Finocchiaro: Noi responsabili, il Pdl abbassi i toni. Franceschini: Dal Pdl toni insensati. Renzi: Monti gran comunicatore, a lasciare non ci pensa

ROMA - Non si fanno attendere le risposte dal Pd alla denuncia del capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto di avere come obbiettivo elezioni anticipate in autunno.
«A Cicchitto - ha affermato il coordinatore della segreteria Pd Maurizio Migliavacca - ricordo che se Bersani avesse voluto votare col Porcellum, si poteva andare alle urne già a novembre quando i sondaggi davano, come ora, il Pd primo partito e il Pdl in caduta libera. Invece ha prevalso il senso di responsabilità. Abbiamo scelto di salvare il Paese e mettere al primo posto gli interessi di tutti affrontando i gravi problemi economici prodotti da anni del pessimo governo Belusconi-Bossi-Tremonti. Insomma sviluppo, crescita ed equità sono diventati i nostri obiettivi. Guardiamo con inquietudine invece ad un Pdl preoccupato solo da Rai, Giustizia e interessi di pochi come le cronache politiche di queste ore ancora raccontano».

Il Pdl vuole da tempo il voto - «Giustizia, Rai, frequenze tv, riforma della legge elettorale per evitare che a nominare i parlamentari siano i capipartito: bastano questi argomenti - ha fatto eco il responsabile enti locali del Pd Davide Zoggia - per spiegare il nervosismo in casa Pdl e la tattica di Cicchitto di addossare fantomatiche intenzioni di voto anticipato al Pd. In realtà il Pdl non regge questa situazione e vuole da tempo andare al voto, ma con la vecchia legge elettorale. E la ragione è semplice: non vuole cambiare niente delle cose che scontentano il capo vero del partito, Berlusconi».
«E' evidente - si è fatto sentire il deputato Antonio Misiani - che Cicchitto parla del Pd per ottenere ciò che in realtà vuole il Pdl. Dalle sue parole traspare il chiaro tentativo di cercare un pretesto per far saltare il tavolo: quindi niente riforma elettorale, né della giustizia, né della governance Rai e tantomeno vendita delle frequenze che il partito Mediaset vorrebbe vedere regalate. Come nella favola del lupo e dell'agnello Cicchitto è alla ricerca esclusiva di un pretesto per attaccare e per sottrarsi al confronto parlamentare su temi vitali per il futuro degli italiani. D'altra parte non ci si può aspettare altro da chi ha condotto il Paese sull'orlo del fallimento. Ora basta».

Finocchiaro: Noi responsabili, il Pdl abbassi i toni - «Suggerisco a tutti, e in particolare agli autorevoli esponenti del Pdl che già questa mattina si sono espressi su questo punto, di abbassare i toni e di evitare di agitare le acque inutilmente. Il Partito Democratico è una forza responsabile che non si è mai sottratta a decisioni anche difficili assunte per il bene del Paese, non ha mai fatto saltare vertici per il proprio tornaconto, è aperta al dialogo e al confronto e sostiene il governo Monti in modo convinto e leale». Lo dice in una nota Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato.
«Aggiungo - prosegue - che se avessimo voluto le elezioni a prescindere, le avremmo potute chiedere e le avremmo vinte, ma non l'abbiamo fatto perché non era il momento giusto per l'Italia, dopo i disastri del governo Berlusconi che ci aveva portato sull'orlo del baratro, e perché vogliamo, in accordo con la maggioranza dei cittadini, una riforma elettorale che riconsegni nelle mani degli elettori la scelta degli eletti. In merito alla riforma del mercato del lavoro siamo determinati nel perseguire, nella sede legislativa propria che è il Parlamento, una modifica che renda più giusto un provvedimento già in larghissima parte positivo. Siamo convinti che questa nostra determinazione nulla tolga al leale sostegno al governo, ma che anzi costituisca una ricchezza».

Franceschini: Dal Pdl toni insensati - Secondo Dario Franceschini, presidente dei deputati del Pd, l'accusa lanciata al suo partito da alcuni esponenti del Pdl di volere le elezioni per «sete di potere» è figlia dei «toni assolutamente insensati» che si usano «perché si avvicinano le elezioni del 2013».
«Noi - ha spiegato parlando con i giornalisti alla Camera - abbiamo fatto una scelta di responsabilità quando alla caduta del Governo Berlusconi, anziché andare a elezioni che secondo tutti i sondaggi avremmo vinto contribuito alla nascita del Governo Monti, con il compito di salvare l'economia italiana dall'emergenza».

Renzi: Monti gran comunicatore, a lasciare non ci pensa - «Monti è uno straordinario comunicatore, a dispetto dell'atteggiamento che ci ha consegnato Maurizio Crozza. La carta che ha giocato è intelligente, ma non ci pensa minimamente a lasciare. Sanno tutti che arriverà al 2013, anzi molti scommettono sul dopo 2013». Lo ha affermato, fra l'altro, il sindaco Pd di Firenze Matteo Renzi ospite di 24 Mattino, su Radio 24.