24 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Summit del Terzo Polo

Fini e Casini divisi su intese con il Pdl per le Amministrative

il leader dell'Udc ha sostenuto anche oggi le ragioni di intese variabili, che avrebbero tra gli altri effetti anche quello di non mettere con le spalle al muro il Pdl. Si tratta sulla scelta dei «luoghi simbolo» per testare il Terzo Polo

ROMA - Nulla di programmato, ma un«improvvisata' di Pier Ferdinando Casini e Lorenzo Cesa che - come spesso accade - di buon mattino varcano la porta dello studio di Gianfranco Fini per discutere di attualità politica. Ma l'incontro di stamane - secondo quanto si apprende - si è trasformato in un vero e proprio summit del Terzo Polo, visto che anche Alessandro Ruben, Roberto Menia, Benedetto Della Vedova e Italo Bocchino dovevano incontrare il presidente della Camera e si sono aggiunti all'incontro. E la discussione, come già accaduto nel corso degli ultimi incontri, si è spostata sul delicatissimo nodo delle amministrative, che già parecchie fibrillazioni ha provocato tra i due principali partner terzopolisti, Fli e Udc.

Correre insieme oppure contarsi, alleanze variabili o sodalizio Fli-Api-Udc in tutta Italia, varo di un contenitore unitario o meno, di tutto questo si è discusso stamane. Le posizioni di Fini e Casini, su questi punti, divergono da tempo: il leader dell'Udc ha sostenuto anche oggi le ragioni di intese variabili, che avrebbero tra gli altri effetti anche quello di non mettere con le spalle al muro il Pdl. Intese con il partito di Silvio Berlusconi, infatti, permetterebbero al Popolo della libertà di affondare definitivamente, ma anche di sostenere al Nord la probabile ascesa leghista. Evitando, insomma, il disgregarsi del partito e della segreteria di Angelino Alfano, ma anche che lo smottamento del partito del Cavaliere travolga anche la maggioranza che sostiene il governo Monti, dando fiato ai falchi pidiellini che chiedono uno strappo con l'esecutivo del Professore.
Ma c'è un altro elemento che spinge l'Udc ha mostrare cautela, e cioé la comune esperienza di governo sul territorio dei centristi con il Pdl. Differente il ragionamento del presidente della Camera, anche in virtù del fatto che i futuristi non governano con il partito di Berlusconi. Secondo Fini, infatti, Futuro e libertà assieme al Terzo Polo dovrebbe invece favorire l'ascesa dei centristi e la disgregazione del Pdl, permettendo una ricomposizione dell'ala moderata in vista delle prossime scadenze elettorali. Anche su questa divergenza si gioca la partita interna al Terzo Polo.

Si tratta sulla scelta dei «luoghi simbolo» per testare il Terzo Polo - La riunione - improvvisata - di oggi non ha risolto definitivamente la questione, serviranno le prossime settimane per capire come e se il Terzo Polo si muoverà nel nuovo scenario aperto dall'avvento del governo Monti. E però qualche passo avanti è stato compiuto, stamane. Si è infatti deciso di valutare se possa essere utile individuare alcune sfide elettorali simbolo, alle prossime amministrative, nelle quali sperimentare liste terzopoliste. Naturalmente anche la quantità e la qualità di questi esperimenti sarà oggetto di trattativa, visto che mentre l'Udc preme per individuare solo poche 'sfide simbolo', i futuristi vorrebbero allargare la platea degli esperimenti a buona parte dei centri chiamati alle urne. Se ne discuterà nelle prossime settimane in alcune riunioni alle quali prenderà parte anche l'Api di Francesco Rutelli.