19 aprile 2024
Aggiornato 01:30
I numeri della «Maggioranza strana»

Milleproroghe, dall'ultima fiducia il Governo perde 26 voti

Cinque astenuti e 30 assenti nel Pdl. Mancano anche 19 voti del Pd. Alfano: Calo voti fisiologico, nessun segnale. Bersani: Correzione pensioni nostro risultato. Lega: Il Governo mente, condannati a un'altra manovra

ROMA - Con la questione di fiducia posta alla Camera sul decreto milleproroghe - la terza a Montecitorio, la quinta in tutto - il governo Monti «perde» 26 voti: rispetto al voto dello scorso 16 dicembre infatti, quando i sì erano stati 495 a fronte di 88 no e 4 astenuti, oggi l'esecutivo tecnico ha ottenuto 469 voti a favore, 74 contrari e 5 astenuti, tutti del Pdl (Giuseppina Castiello, Guido Crosetto, Gianni Mancuso, Antonio Martino, Giuseppe Moles).
Numeri ancora più lontani dalla maggioranza ottenuta nel primo voto di fiducia alla Camera il 18 novembre scorso: i sì furono 556, i no 61. Da allora il governo ha perso i voti dell'Italia dei Valori e quello di alcune componenti del Misto come i tre deputati di Noisud.

Cinque astenuti e 30 assenti nel Pdl. Mancano anche 19 voti del Pd - Dai tabulati della votazione odierna, oltre ai 5 astenuti del Pdl, emerge che dal gruppo più numeroso a Montecitorio sono arrivati altri 30 voti in meno (30 assenti) per il governo Monti: 6 in missione (Edmondo Cirielli, Giorgio Jannone, Gennaro Malgieri, Riccardo Migliori, Luigi Vitali) e 24 non partecipanti al voto (Viviana Beccalossi, Luca Bellotti, Maurizio Bianconi, Carla Castellani, Maurizio De Angelis, Nunzia De Girolamo, Giovanni Dima, Niccolò Ghedini, Alberto Giorgetti, Antonello Iannarilli, Barbara Mannucci, Antonino Minardo, Carlo Nola, Alessandro Pagano, Gaetano Pecorella, Paolo Romani, Giuseppe Romele, Jole Santelli, Claudio Scajola, Francesco Paolo Sisto, Giulio Tremonti, Valentino Valentini, Antonio Verro, Pasquale Vessa). Diciannove assenti anche tra le file del Pd: 5 in missione (Paolo Corsini, Gianni Farina, Federica Mogherini, Andrea Rigoni, Giovanni Sanga) e 14 non partecipanti al voto (Pier Paolo Baretta, Francesco Boccia, Gino Bucchino, Beppe Fioroni, Antonio Luongo, Andrea Martella, Matteo Mecacci, Murer, Arturo Parisi, Sani, Tidei, Livia Turco, Walter Veltroni, Viola). Al governo sono mancati anche sette voti dell'Udc: Binetti, Santolini, Cesa, Merlo, Zinzi e in missione Luca Volonté e Pier Ferdinando Casini. Non hanno partecipato al voto anche cinque deputati di Popolo e Territorio (Calearo, Milo, Orsini, Scilipoti e Stasi) e quattro di Fli (Divella, Lamorte, Menia, Paglia).

Alfano: Calo voti fisiologico, nessun segnale - Il calo di voti registrato oggi dal governo sulla fiducia al Milleproroghe va considerato fisiologico. Lo dice il segretario del Pdl, Angelino Alfano, rispondendo a una domanda a margine della presentazione del nuovo portale del partito. «Il giorno della prima fiducia al governo Monti - sottolinea - ciascuno si è fisiologicamente contato. Ma il voto sul Milleproroghe è ordinaria amministrazione, non c'era un segnale politico da mandare all'esterno e l'esito del voto era scontato».

Bersani: Correzione pensioni nostro risultato - La correzione delle norme sulle pensioni contenuta nel decreto «Milleproroghe» è un «nostro risultato». Il segretario Pd Pier Luigi Bersani, conversando con i cronisti alla Camera, commenta così il voto di fiducia sul decreto: «Abbiamo risolto qualche problema, per esempio la norma sulle pensioni ce la prendiamo come un nostro risultato... Nell'insieme è stato svolto un lavoro parlamentare buono».

Lega: Il Governo mente, condannati a un'altra manovra - La Lega voterà contro alla fiducia posta dal governo al decreto milleproroghe in Aula alla Camera. Lo ha annunciato Massimo Polledri. «Ci avete mentito - ha spiegato - ma il popolo se ne accorge, il popolo che scende in piazza, il popolo dei tassisti, dei notai, dei forconi che sono gli eredi politici di quei briganti che avevano detto no a uno stato centralista che si presentava con i militari e ne ha ammazzati 200mila».
«La Padania - ha proseguito l'esponente del Carroccio - è generosa, ma perché ci chiedete i sacrifici? Perché ci avete imposto lacrime esangue? Voi condannate questo paese a una manovra futura. Il governo sta raccontando bugie a questo paese perché non dice che non bastava la presenza di uno col loden per ridurre lo spread, non bastava andare a letto presto, Monti non è la maga magò. Ma quand'è che ci arrabbiamo?».
Polledri ha quindi paragonato Monti a Ulisse, come lo descrive Dante: «Ulisse insieme a Diomede, cioè Napolitano, convinse con l'inganno Achille, cioè Berlusconi, a guerreggiare contro i troiani...».