13 dicembre 2024
Aggiornato 00:30
Il PD insiste sull'equità

Bersani: Paghi anche chi finora è sfuggito

Dalle parti dei democratici le indiscrezioni sulle pensioni dei giorni scorsi hanno creato un vero putiferio, anche se gestito con molta sobrietà da parte dei parlamentari Pd

ROMA - Equità: è questa la parola sulla quale insisterà il segretario Pd Pier Luigi Bersani stasera durante il colloquio con il presidente del Consiglio Mario Monti. Dalle parti dei democratici le indiscrezioni sulle pensioni dei giorni scorsi hanno creato un vero putiferio, anche se gestito con molta sobrietà da parte dei parlamentari Pd: le misure sul blocco dell'adeguamento delle pensioni e sull'aumento degli anni di contributi necessari per l'anzianità hanno messo in allarme non solo l'ala sinistra, quella più vicina alla Cgil, ma anche buona parte degli ex popolari. Del resto, anche la Cisl di Raffaele Bonanni è infuriata per le mosse del Governo, è forte il rischio di restituire il 'pallino' alla Cgil dopo anni di smarcamenti, e anche per questo a Monti sono arrivati parecchi appelli, non solo da Bersani: senza equità, è il timore del leader democratico, diventa difficile.

«L'efficacia delle misure che il governo adotterà - ha detto oggi Bersani in un messaggio al congresso del Psi - sarà tanto maggiore quanto più esse riusciranno a dare il segno che davvero tutto il paese è chiamato a uno sforzo collettivo e che chi finora è stato toccato di meno venga chiamato davvero a fare la sua parte». Parole chiare, quelle del leader Pd: «Con il governo Monti il paese può provare a fronteggiare l'emergenza ricercando sul fronte economico interno soluzioni che coniughino il rigore con una dose indispensabile di equità e di consenso sociale».

Le misure, dirà oggi il segretario, devono essere eque, e questo significa innanzitutto che non sono accettabili veti sulla patrimoniale. Non è certo un caso che ieri, per la prima volta, le indiscrezioni abilmente pilotate dal Governo abbiano riguardato soprattutto misure che dovrebbero far piacere proprio all'ala sinistra del Parlamento: la «tassa sul lusso», le imposte sui posti barca, la super-Ici o la patrimoniale per le seconde e terze case, l'eventuale Ici per le prime case di lusso (sopra il milione?) sono tutte misure che sembrano dettate proprio dall'esigenza di 'compensare' i sacrifici che verranno chiesti sulle pensioni. Anche se l'aumento delle aliquote Irpef più alte rischia di rivelarsi un arma a doppio taglio per il Pd, visto che ha un elettorato di lavoratori dipendenti, gente che non può sottrarsi al fisco.

Del resto, anche un moderato come Francesco Boccia, vicinissimo a Enrico Letta, ieri diceva così ai giornalisti: «E' chiaro che ci dovrà essere equità. Se si toglie qualcosa bisogna dare qualcosa, se si chiede sacrifici sulle pensioni dei padri, bisogna prevedere misure a sostegno dei figli. L'adeguamento delle pensioni? Non potrà riguardare le pensioni medio-basse, è chiaro...».

Anche perché comunque il Pd ha il problema di Sel e Idv che, pur avendo per ora assunto un atteggiamento prudente su Monti, sono pronti a sfilarsi sulle misure da macelleria. Non è un caso che Antonio Di Pietro abbia «cortesemente» rifiutato l'invito del presidente del Consiglio ai colloqui di domani: l'ex pm si tiene le mani libere, sa che non può assumere il ruolo di quello che specula sull'emergenza, ma valuterà caso per caso e se ci saranno provvedimenti improponibili voterà contro.

Ecco perché per Bersani è indispensabile l'equità, o per dirla in altri termini l'equilibrio: la percezione dell'opinione pubblica deve essere quella di una manovra equilibrata, giusta, che chiede a tutti il giusto. Altrimenti, con i sindacati in piazza a scioperare, per il Pd diventa difficile tenere la barra del sostegno a Monti. E' vero che Bersani ha assicurato che i democratici voteranno anche «se non condivideremo il 100%» delle misure. Ma se non fosse chiara, per esempio, una forma di patrimoniale, qualunque sia il nome che assumerà, sarebbe davvero complicato far passare le misure sulle pensioni.