19 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Opposizione | Partito Democratico

Bersani in piazza con gli occhi puntati sui dissidenti del PDL

Il Segretario dei Democratici lancia l'alternativa e attende gli sviluppi dalla maggioranza. Al «borsino» di Pd e Udc l'ipotesi elezioni anticipate è al momento ancora quella più quotata

ROMA - Pier Luigi Bersani porterà le sue «truppe» in piazza domani, una manifestazione per la «Ricostruzione», fatta «In nome del popolo italiano», come recitano gli slogan scelti per l'iniziativa. Un appuntamento fissato tempo fa, per il quale sono state mobilitate tutte le energie del partito, organizzati treni, pullman, chiamati artisti ad esibirsi sul palco: quasi un'apertura di campagna elettorale, anche se le sorti della legislatura si decideranno solo nelle prossime settimane. Bersani, comunque, illustrerà la sua piattaforma alternativa, le sue idee «per ridare un po' di fiducia». Idee che saranno l'ossatura del programma elettorale, in caso di elezioni.

Governo Monti irrealizzabile - Bersani, non da oggi, è convinto che Silvio Berlusconi non lascerà mai il Governo in favore di un Mario Monti, l'esecutivo «modello Ciampi» per il segretario Pd è di difficile realizzazione per il no del Cavaliere. Una tesi finora confermata anche dalla linea che il segretario Pdl Angelino Alfano ha esposto anche al capo dello Stato: «O Berlusconi o elezioni». E Bersani, come ha ripetuto anche questa sera, è disponibile solo ad un Governo con dentro anche il Pdl: il Pd darà il suo sostegno a «un governo di emergenza o di transizione a condizione che sia composto da persone autorevoli, che non sia un ribaltone, e che non viva sul cabotaggio di un voto che arriva o no». Tradotto, appunto, come spiegato al capo dello Stato, ci vuole un Governo con una larghissima base parlamentare, oppure non se ne fa niente. Concetti che domani Bersani ripeterà dal palco di piazza San Giovanni.
E stando alle posizioni attuali di Berlusconi, appunto, mettere su un Governo Monti appare impresa ardua. Il fatto è che la maggioranza continua a perdere pezzi, Pier Ferdinando Casini ha assicurato che altri esponenti Pdl lasceranno Berlusconi e, dunque, la crisi di Governo appare dietro l'angolo. Il problema sarà capire quale sarà a quel punto la mossa di Berlusconi: secondo alcuni, di fronte allo sfaldamento della maggioranza Berlusconi potrebbe decidere di gestire la situazione e proporre un Governo Letta. Scenario di fronte al quale il Pd si tirerebbe indietro e, in teoria, anche il «terzo polo». Casini, in realtà, sarebbe anche disposto a prendere in considerazione l'ipotesi, ma il leader Udc ha stretto un patto con Bersani su questo: nessuna stampella al centrodestra.

Il segretario crede più vicina l'ipotesi di voto anticipato - Un patto quella tra Bersani e Casini che, spiegano dall'Udc, poggia anche su un calcolo molto preciso: con questa legge elettorale al Senato il «terzo polo» ha ottime probabilità di risultare decisivo e, quindi, Casini ha tutto l'interesse a puntare sul voto anticipato, piuttosto che sostenere un Governo Letta o Schifani. In uno scenario del genere, si spiega anche perché Casini pensa di andare alle eventuali elezioni anticipate da solo, con il 'terzo polo' appunto, per poi trattare da posizione di forza con il Pd dopo il voto. Scenario che con Bersani è stato già affrontato e entrambi i leader sarebbero d'accordo su questa ipotesi, che tirerebbe in ballo anche la partita per il Quirinale nel 2013.
Insomma, al «borsino» di Pd e Udc l'ipotesi elezioni anticipate è al momento ancora quella più quotata e i toni usati da Bersani stasera sembrano più quelli di chi si prepara alla corsa per le urne: «Essere sotto tutela per un grande paese come il nostro ci toglie libertà e anche dignità. Siamo un grande paese e se dobbiamo fare sacrifici sappiamo come farli, sempre che ci sia un governo inn grado di dirigere, ma purtroppo il governo non c'è, è la questione che è davanti al mondo: la credibilità».
Intanto domani ci sarà la manifestazione e piazza San Giovanni sarà piena, il Pd ha organizzato 14 treni, 2 navi 700 pullman per portare alla manifestazione tanta gente. E poi ci saranno Idv, Sel (anche se Nichi Vendola sarà in Puglia con Giorgio Napolitano), il Pdci... Non a caso quasi tutti partiti che preferiscono di gran lunga le elezioni anticipate al governo di transizione. Bersani sarà l'unico leader politico italiano a parlare dal palco. Per il resto sarà musica (tra gli altri suoneranno Roberto Vecchioni e i Marlene Kuntz) e gli interventi di esponenti stranieri: il candidato francese alle presidenziali, il socialista Francois Hollande, il leader della Spd Sigmar Gabriel, il vice-presidente della Dc cilena Jorge Burgos. Una curiosa coincidenza: meno di un anno fa, l'11 dicembre, il Pd scese in piazza per chiedere le dimissioni di Berlusconi a pochi giorni dal voto di fiducia che sanciva l'uscita di Fini e di Fli dalla maggioranza. Ma quel voto diede anche vita ad una nuova maggioranza che sosteneva Berlusconi. Anche stavolta, casualmente, la manifestazione si svolge a pochi giorni dai fatidici voti sul rendiconto o sulla possibile mozione di sfiducia verso il governo. Chissà se l'esito quest'anno sarà diverso.