26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Il 26/11 Indignati in piazza per l'acqua pubblica

Indignati: Meloni, è stata un'occasione persa

Il Ministro della Gioventù: «Il movimento non ha saputo isolare i violenti». Osservatore Romano: Dietro le violenze una generazione tradita

FIRENZE - Il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, si dice «dispiaciuta» per gli scontri a Roma, di sabato scorso, «perché la violenza che purtroppo ha governato la piazza ha fatto sì che si perdesse un'occasione». «Posso non condividere le posizioni di chi scende in piazza -continua- ma quando i giovani dimostrano voglia di partecipare in politica, è sempre un bene». Con i fatti di sabato, «il movimento» ha dimostrato di non essere «così maturo da isolare i violenti». «Su questo - conclude Meloni, che partecipa al Forum nazionale dei giovani a Firenze - vale la pena fare un ulteriore passo avanti tutti insieme perché domani non si ripetano situazioni del genere».

Osservatore Romano: Dietro le violenze una generazione tradita - «La rabbia dei manifestanti che da mesi invadono le piazze di mezzo mondo e che a volte si lasciano andare ad episodi di ingiustificata violenza è quella di una generazione al palo». Così l'Osservatore Romano in un commento di prima pagina intitolato Generazione tradita.
«Sta diventando impossibile per un giovane trovare qualcosa di più che un impiego part-time o sotto pagato, e questo fenomeno - forse per la prima volta nella storia - ha una dimensione planetaria: negli ultimi vent'anni in Medio Oriente e in Nord Africa circa un giovane su quattro si è ritrovato disoccupato, nonostante i progressi nel campo dell'istruzione», scrive Luca Possati sul quotidiano vaticano. Citando l'ultimo rapporto dell'Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro), l'Osservatore Romano rileva che «per salvare il salvabile l'Ilo propone di sviluppare una strategia integrata per la crescita e la creazione d'impieghi che offra canali privilegiati ai giovani, di migliorare la qualità dei posti attraverso il rafforzamento della normativa internazionale, di investire nella formazione. Un bel programma, sulla carta».

Il 26/11 Indignati in piazza per acqua pubblica - Dopo lo shock del 15 ottobre, le varie anime del movimento degli «indignati» riflettono sui prossimi appuntamenti. Perchè è chiaro che nessuna di loro - nè la parte pacifista, nè quella «dura» che si è resa protagonista di scontri e devastazioni a Roma - ha intenzione di rinunciare a portare in piazza le rivendicazioni legate alla crisi economica globale. Fervono, in tutt'Italia, le assemblee di analisi sui fatti del 15 ottobre ottobre romano. Nel pomeriggio di oggi alcune realtà della capitale - tra cui Action, centro sociale Astra e Corto Circuito, Esc, Horus Project e altri ancora - hanno tenuto un'assemblea all'ex cinema Palazzo, struttura occupata da vari attori, tra cui Sabina Guzzanti, nel quartiere di San Lorenzo.
Un'assemblea che ha espresso una netta condanna degli atti di violenza compiuti sabato, che hanno tenuto «in ostaggio il corteo», ha sottolineato, nell'introduzione al dibattito, Francesco Raparelli di Esc. «Ma la condanna non basta e non risolve il problema, dobbiamo costruire rivendicazioni e individuare una discriminante che sta nell'unità dei movimenti», ha aggiunto.
Si ragiona sulle prossime date della protesta «indignata». Prima del 15 ottobre, tra gli appuntamenti «utili» indicati sulla rete c'era il G20 in Francia ai primi di novembre. Ma, alla luce degli avvenimenti di sabato scorso, di come andare al G20 si discuterà solo nei prossimi giorni. Nell'assemblea di oggi è stata però lanciata una data certa di contestazione: il 26 novembre, giorno scelto dalle reti di movimento attive contro la privatizzazione dell'acqua pubblica per manifestare e chiedere il rispetto del risultato referendario del giugno scorso. «Proponiamo un appuntamento di obbedienza civile - ha detto Marco Bersani di Attac Italia - per chiedere di obbedire ai referendum, il cui esito viene totalmente ignorato».