12 ottobre 2025
Aggiornato 11:00
Maroni: «A rischio la manifestazione di domenica prossima in Val Susa»

TAV: il movimento respinge le accuse, a Chiomonte a volto scoperto

«La nostra lotta è pacifica, determinata e popolare». Perino: «Domenica disobbediamo, attenti allo Stato di polizia». Cota: «La Val Susa non si faccia strumentalizzare». Bragantini: «Si scongiuri il rischio di ulteriore guerriglia»

VAL DI SUSA - Il movimento No Tav non ci sta a farsi cadere addosso «le sorti di ciò che avviene nel mondo» dopo gli scontri a Roma del 15 ottobre, e rivendica la sua iniziativa, «pacifica» e «a volto scoperto», fissata per domenica prossima in Val di Susa, quando il popolo del No Tav sfilerà per tagliare le reti, definite «illegali», che delimitano il cantiere ferroviario di Chiomonte. Una manifestazione a cui dopo Roma si guarda con preoccupazione anche dal Viminale. Ma dai No tav arriva un secco «respingiamo le accuse e guardiamo avanti. La nostra lotta è pacifica, determinata e popolare».
«Non avevamo dubbi che in seguito all'esito della manifestazione del 15 ottobre di Roma, i soliti noti mettessero in campo l'ennesimo tentativo di far cadere sul Movimento No Tav le sorti di ciò che avviene nel mondo», si legge in una nota del Movimento, che critica con forza anche gli accostamenti fatti dalla stampa tra la protesta in Val Susa e gli scontri del 15 ottobre: «La distanza che separa Chiomonte da Roma è di 757 km. La lotta della Valle di Susa ha vissuto e vive di vita propria, con i suoi metodi, le sue specificità e le sue caratteristiche».
E ribadiscono i No Tav, alla manifestazione di domenica 23 ottobre, «andremo in massa, alla luce del sole e a volto scoperto, per dare un taglio alle recinzioni abusive del non cantiere di Chiomonte». Un taglio concreto, per uno simbolico «ai soldi pubblici spesi per un'opera che abbiamo dimostrato inutile in tutti modi.» E sottolineano «lo faremo con le modalità della nostra lotta: pacifica, determinata e popolare». Il movimento rivendica la sua autonomia: «Non abbiamo portavoci né leader, non abbiamo chi ci guida, diffidiamo da chi vorrebbe usarci. Siamo il contrario di come ci dipingono i media, interessati a screditarci indicandoci come ostaggio di gruppi anarco-insurrezionalisti che si allenano in Val di Susa per potersi sfogare a Roma». «Diamoci un taglio»: è lo slogan che guiderà la manifestazione di domenica 23 ottobre e - assicura il Movimento - «in quella occasione vedrete ancora una volta il vero volto del movimento no Tav». Scenderanno quindi in campo contro il cantiere ma anche per «difendere la nostra immagine: quella di un movimento maturo che lavorerà per non offrire pretesti per altre interpretazioni».

Perino: «Domenica disobbediamo, attenti allo Stato di polizia» - «Fare uno stato di polizia non è una bella cosa, se pensano di gestire la crisi in questo modo magari la gente poi si incavola ancora di più». A parlare, all'agenzia TMNews, è Alberto Perino, uno dei leader storici dei NoTav che domenica prossima parteciperà alla manifestazione in Val di Susa per tagliare simbolicamente le recinzioni del cantiere ferroviario. Una giornata annunciata come pacifica, «mani nude, a volto scoperto, a testa alta».
Domenica, avverte comunque Perino, «sarà una manifestazione di disobbedienza civile: vuol dire che violiamo delle leggi, come tagliare le reti del cantiere, che però sono state messe illegalmente. Per domenica non temiamo niente. Per costruire quelle reti non è stata richiesta l'autorizzazione e non c'entrano niente con il cantiere approvato dal Cipe. Inoltre farebbero parte del progetto esecutivo, che però ancora non esiste». Qualcuno ipotizza che tra i manifestanti NoTav potrebbe esserci qualcuno che ha partecipato agli scontri di sabato a Roma: «Anche se Roma ha sette colli qui è un'altra cosa, non ci sono bancomat, case, molte auto. Ci sono solo boschi. L'unica cosa che semmai sono venuti a fare qui è respirare i gas dei lacrimogeni. Eppoi chi dice queste cose dovrebbe portare dei dati, non parlare a vanvera».
I manifestanti dovrebbero in ogni caso solo tagliare le recinzioni, senza oltrepassarle verso il cantiere: «Di recinzioni ce ne sono due: una prima con filo spinato, poi un'altra recinzione con filo spinato. E con tutti e due i fili spinati ti fai male solo a guardarli», precisa Perino. Quanto alle 'leggi speciali' che Maroni ha annunciato, per l'attivista NoTav «il ministro le porti in Parlamento, poi discuteremo. Per ora sono solo parole. Lo scorso 30 luglio abbiamo dimostrato di poter fare una manifestazione pacifica e tranquilla, con tutti che dicevano che ci scappava il morto, compreso Maroni. Sappiamo benissimo come gestire una manifestazione, poi che ci spari la polizia è un'altra cosa», conclude Perino.

Maroni: «A rischio la manifestazione di domenica prossima in Val Susa» - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha stigmatizzato alcune dichiarazioni degli organizzatori della manifestazione no Tav prevista per domenica prossima, soprattutto alla luce dei violenti scontri di sabato scorso a Roma. In questo quadro, ha raccontato il ministro al Senato, «ho allertato il prefetto di Torino e ho dato indicazioni perché vengano prese tutte le misure idonee per evitare ogni episodio di violenza alla manifestazione No-Tav prevista per sabato prossimo in val di Susa. A tal fine invito anche tutti gli amministratori locali a dissociarsi da ogni episodio di violenza». Quest'ultima affermazione del ministro è stata salutata da un forte applauso dei senatori.

Cota: «La Val Susa non si faccia strumentalizzare» - «Invito gli abitanti (della Val Susa, ndr) e gli amministratori locali a non farsi immischiare e strumentalizzare da chi non c'entra niente con la Val di Susa». È l'appello lanciato dal presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, in vista della manifestazione dei No Tav prevista domenica 23 ottobre a Chiomonte.
«Abbiamo ragione di ritenere che ci sia una strategia per ripetere la violenza che abbiamo visto a Roma», ha annunciato Cota esortando la popolazione e gli amministratori locali a prendere «subito le distanze senza se e senza ma». «Voglio dirlo prima perché non si giochi sugli equivoci e ci si prenda le proprie responsabilità - ha precisato il governatore piemontese - per un sindaco cambia poco andare a una manifestazione con la fascia o senza: un sindaco rappresenta le comunità, non i delinquenti».

Bragantini: «Si scongiuri il rischio di ulteriore guerriglia» - Si impedisca l'assalto alle reti di recinzione del cantiere Tav di Chiomonte (Torino). E' questo in sintesi l'appello che il segretario del Partito Democratico di Torino, Paola Bragantini, ha rivolto al Comitato per la Sicurezza della Prefettura, alla vigilia della vertice di domani a Torino, convocato in vista della manifestazione dei No Tav, domenica 23 ottobre in Val Clarea, il cui obiettivo dichiarato e' quello di tagliare la rete del cantiere.
«E' opportuno scongiurare il rischio che possano verificarsi ulteriori episodi di guerriglia e violenza nei pressi del sito di Chiomonte» ha dichiarato Bragantini.
«Ancora una volta faccio appello al senso di responsabilità di tutti affinché vengano adottate tutte le misure necessarie a stemperare la tensione in Val di Susa e creare le condizioni per il proseguimento dei lavori per il tunnel geognostico» ha concluso il segretario del Pd Torinese.