29 marzo 2024
Aggiornato 16:00
Intervista a Repubblica

Scuola: Gelmini, pronta ad ascoltare gli studenti. Basta tagli

Il Ministro dell'Istruzione a Tremonti: «Non sono più disposta a sopportare diminuzione di finanziamenti»

ROMA - Gli studenti hanno iniziato il loro autunno con le proteste e le contestazioni, ma ora il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini è «pronta ad ascoltare i ragazzi», mentre, dall'altro lato, all'indirizzo del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, dice: «Basta tagli. Non sono più disposta a sopportare una diminuzione dei finanziamenti». E' l'inedita presa di posizione del ministro, in un'intervista al quotidiano La Repubblica.

La protesta degli studenti italiani, 150mila in piazza per gli organizzatori, 50mila per il ministero dell'Interno «merita rispetto», dice Gelmini, ammettendo che nel «nel tempo si è perso qualsiasi rapporto con loro, e mi dispiace. Vedo, però, che la protesta oggi si indirizza verso cose più grandi di me: le banche, la finanza». Ma - sottolinea il ministro nell'intervista - «le difese delle rendite di posizione dei professori le ritrovo pari pari negli studenti. Vogliono una scuola egualitaria, la scuola come sistema senza la centralità del singolo studente. Quel sistema ci ha fatto precipitare nelle classifiche internazionali». Comunque - aggiunge - «sono pronta ad ascoltare i ragazzi».

«Governare con i tagli è la cosa più difficile», ammette ancora il ministro, che però spiega: «Insieme alla Sanità eravamo il ministero più costoso: il Miur spendeva il 97% del suo budget per la spesa corrente. Su di noi Tremonti si è esercitato con facilità». Ora però la stessa Gelmini arriva a dire «basta, i tagli sono finiti. Nel 2012 la pianta organica dei docenti sarà stata ridotta di 80mila unità e lì ci fermeremo». Il ministro infatti spera di essere riuscita a 'stoppare' Tremonti: «Credo abbia compreso la centralità della scuola e pure sulla ricerca l'ho visto un poco più disponibile. Comunque il mio ministero non è più in grado di sopportare diminuzioni di finanziamenti».

Il Miur - rivendica - comunque sta giù investendo: «Nella legge di stabilità ci saranno 100 milioni per le borse di studio universitarie. Stiamo trovando 400 milioni per l'edilizia scolastica. Per gli atenei del Sud c'è un miliardo in ricerca. E i migliori maturati, scelti dopo un test tra chi ha preso il massimo, avranno un assegno per mantenersi all'università. Cinque, diecimila euro l'anno. Prima nelle scuole c'erano i bidelli e le cooperative di pulizia insieme: via il doppione, abbiamo risparmiato 200 milioni».