CEI: «I Vescovi non fanno i governi né li mandano a casa»
Monsignor Crociata: «Non giudichiamo gli Esecutivi ma valutiamo i singoli temi»
ROMA - «A scanso di equivoci la Cei, notoriamente, non fa i governi e nemmeno li manda a casa». Così il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, mons. Mariano Crociata, a conclusione del Consiglio episcopale permanente aperto dal card. Angelo Bagnasco letto da molti osservatori come una critica al premier Silvio Berlusconi.
Mons. Crociata rispondeva alla domanda di un cronista circa l'appello formulato dal presidente delle Acli Andrea Olivero che, dopo la prolusione del presidente Cei, ha invitato Berlusconi alle dimissioni. «Ognuno - ha detto Crociata - ha la responsabilità di formulare nel dibattito le proprie legittime valutazioni, ma noi non entriamo in questi aspetti di dinamica del mondo politico. Attribuire intenzioni del genere alla prolusione è del tutto fuori luogo». Ai vescovi, ha poi precisato Bagnasco, non spetta «esprimere giudizi complessivi sulla maggiore o minore vicinanza alla Cei di questo o quel Governo», ma il dovere «istituzionale» di esprimere «valutazioni, indicazioni e suggerimenti» su singoli temi che «toccano il senso di missione della Chiesa».