18 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Caso Lavitola-Tarantini

Berlusconi, il riesame cambia il reato. L'inchiesta passi a Bari

A rischio l'indagine per il Premier. Tarantini torna libero. Resta in piedi invece l'ordinanza di custodia cautelare per Valter Lavitola

NAPOLI - Né Napoli né Roma. Il tribunale competente a indagare sul presunto ricatto ai danni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è quello di Bari. Ma il tribunale del riesame di Napoli interviene anche sui capi di imputazione di quell'inchiesta, e non è escluso che il premier possa passare da parte offesa a indagato.
La decisione del Tribunale del Riesame è arrivata ieri cinque minuti prima dello scoccare della mezzanotte, termine ultimo per la decorrenza dei termini di custodia cautelare. La camera di consiglio è durata 14 ore, i giudici (un collegio al femminile, presieduto da Angela Paolelli) hanno preso tutto il tempo a loro disposizione per studiare il caso e hanno emesso un provvedimento che ribalta gran parte dell'iniziale quadro accusatorio.

Il Riesame ha condiviso la tesi della diversa qualificazione giuridica dei fatti, e accolto l'ipotesi del reato di istigazione a rendere dichiarazioni mendaci all'autorità giudiziaria (articolo 377bis del codice penale) prospettato dai pm Woodcock, Curcio e Piscitelli. Questo potrebbe far cambiare il ruolo di Silvio Berlusconi nella vicenda: non è escluso che il premier possa passare da parte offesa a indagato. Di certo, secondo i giudici, il fascicolo non può rimanere a Napoli e la competenza deve passare alla Procura di Bari, quella a cui Tarantini, coinvolto nel caso delle escort, rese per la prima volta dichiarazioni ritenute mendaci.

È cambiata anche la posizione di Giampaolo Tarantini che ieri, un'ora dopo la mezzanotte, ha lasciato il carcere ed è salito in auto per tornare a Roma. «Voglio solo ritornare dalle mie figlie, a casa» ha dichiarato, provato, varcando la soglia di Poggioreale. Libera anche sua moglie Angela Devenuto detta Nicla, alla quale sono stati revocati gli arresti domiciliari. Accolte, dunque, le richieste degli avvocati Alessandro Diddi e Ivan Filippelli, difensori dei Tarantini.

Resta in piedi invece l'ordinanza di custodia cautelare per Valter Lavitola, il direttore dell'Avanti, ancora latitante in Sudamerica. Non si sa ancora se e come la pronuncia del Riesame possa incidere sull'inchiesta avviata intanto dalla Procura di Roma dopo il trasferimento del fascicolo da Napoli in seguito alla pronuncia di incompetenza territoriale del gip Primavera del tribunale napoletano.