19 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Consiglio permanente CEI

CEI: «Comportamenti licenziosi più gravi degli eccessi di toghe e media»

Il Presidente Bagnasco: «Nessun equivoco, c'è gerarchia di responsabilità»

ROMA - «I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà»: così il cardinale Angelo Bagnasco che, aprendo i lavori del Consiglio permanente della Cei, ha così stabilito una «gerarchia» di gravità tra i comportamenti individuali, senza mai citare espressamente il caso del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi - e gli eccessi e/o le strumentalizzazioni delle indagini e dei mass media.

«E' l'esibizione talora - ha detto Bagnasco in un passaggio della sua prolusione dedicata alla politica italiana - a colpire. Come colpisce l'ingente mole di strumenti di indagine messa in campo su questi versanti, quando altri restano disattesi e indisturbati. E colpisce la dovizia delle cronache a ciò dedicate. Nessun equivoco tuttavia - ha proseguito l'arcivescovo di Genova - può qui annidarsi. La responsabilità morale ha una gerarchia interna che si evidenzia da sé, a prescindere dalle strumentalizzazioni che pur non mancano. I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l'aria e appesantiscono il cammino comune. Tanto più ciò è destinato ad accadere in una società mediatizzata, in cui lo svelamento del torbido - ha detto ancora Bagnasco - oltre a essere compito di vigilanza, diventa contagioso ed è motore di mercato».