29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Le motivazioni dei Giudici del Tribunale di Palermo

Ustica, nessuna bomba a bordo del DC9 Itavia

«L'aereo si trovò in operazione d'attacco tra caccia». Soddisfatto l'Avvocato Galasso: «I parenti delle vittime hanno subìto un danno». Giovanardi: «Le motivazioni del Tribunale di Palermo sono abnormi». Verini (PD): «Il Sottosegretario rispetti verità, vittime e familiari»

PALERMO - Secondo i giudici del Tribunale civile di Palermo a causare la tragedia di Ustica, che costò la vita a 81 persone, fu un missile o «una quasi collisione tra velivoli militari non identificati che volavano attorno all'aeroplano al momento del disastro». Lo si legge nelle motivazioni della sentenza, depositate questa mattina al Tribunale di Palermo, con cui i ministeri della Difesa e dei Trasporti sono stati condannati a risarcire con 100 milioni di euro i familiari delle vittime del DC9 Itavia precipitato la sera del 27 giugno 1980 sui cieli del Tirreno. La sentenza dunque ha escluso che a bordo velivolo vi potesse essere una bomba.
Secondo i magistrati il velivolo, partito da Bologna e diretto a Palermo, si trovò suo malgrado coinvolto in un'operazione di attacco, compiuto da parte di due caccia, i quali avevano come bersaglio un terzo aereo militare che viaggiava vicino a quello civile per non essere rilevato dalle strumentazioni radar.
Tramontata dunque definitivamente l'ipotesi che a bordo del Dc9 vi fosse una bomba, o che a determinare la tragedia fosse stato un cedimento strutturale.

Soddisfatto l'Avvocato Galasso: «I parenti delle vittime hanno subìto un danno» - Non nasconde la propria soddisfazione l'avvocato Alfredo Galasso, uno dei due legali dei parenti delle vittime di Ustica. E nel giorno in cui i giudici della Terza sezione civile di Palermo depositano le motivazioni con cui la settimana scorsa hanno condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti ad un risarcimento record da 100 milioni di euro, contattato da TMNews, rimanda ad un'intervista rilasciata pochi giorni fa al mensile siciliano I Quaderni de L'Ora.
I parenti delle vittime «hanno subito un danno derivante dalla violazione del loro diritto di sapere - aveva detto Galasso - Il Ministero della Difesa è responsabile di non avere fatto il possibile per accertare chi è colpevole». Le motivazioni, pur delineando a chiare tinte i contorni di quanto accadde al Dc9 Itavia sulla rotta tra Bologna e Palermo la sera del 27 giugno 1980, non fanno però chiarezza sulla nazionalità degli aerei coinvolti in quella che fu una vera e propria operazione militare; un dubbio che il legale si augura possa essere dissipato presto. «Se l'Italia è sempre stata in buoni rapporti con la Libia - afferma Galasso - baciamano compreso, oggi possiamo augurarci di avere presto accesso agli archivi libici per saperne di più. Possiamo solo immaginare che sia stato preparato un attentato contro Gheddafi, il quale ovviamente deve esserne stato avvisato».
Proprio riguardo la presunta presenza del colonnello libico a bordo di uno dei caccia militari in volo su Ustica, Galasso ricorda un particolare: «E' interessante - dice - come proprio il giorno dopo la strage il colonnello Gheddafi scrisse un necrologio, proprio sul giornale L'Ora, un messaggio di cordoglio al popolo siciliano per la tragedia accaduta».

Giovanardi: «Le motivazioni del Tribunale di Palermo sono abnormi» - «Quelle della dottoressa Protopisani sono motivazioni abnormi, in totale contrasto con la sentenza passata in giudicato della Suprema Corte di Cassazione che ha accertato che l'ipotesi di battaglia aerea è ascrivibile alla categoria della fantapolitica o del romanzo». Così in una nota Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, commenta le motivazioni che hanno spinto i giudici del Tribunale civile di Palermo a ritenere che a causare la tragedia di Ustica, che costò la vita a 81 persone, fu un missile o «una quasi collisione tra velivoli militari non identificati che volavano attorno all'aeroplano al momento del disastro», condannando i ministeri della Difesa e dei Trasporti a risarcire con 100 milioni di euro i familiari delle vittime del DC9 Itavia precipitato la sera del 27 giugno 1980 sui cieli del Tirreno.
Secondo Giovanardi la Protopisani «ripropone le ipotesi elaborate dal Giudice istruttore dell'epoca, Priore, contraddette nel processo dagli stessi pubblici ministeri, dai risultati delle commissioni peritali, dalla Commissione Stragi e dalla documentazione fornita dalla Natoda cui risulta con certezza che nessun aereo era in volo quella sera in vicinanza del DC 9 dell'Itavia».
«L'appello - conclude il sottosegretario - sicuramente cancellerà questa incredibile sentenza ma, nel frattempo, ho dato incarico all'avvocatura di Stato di verificare se nelle affermazioni dell'avvocato Osnato siano ravvisabili profili diffamatori nei riguardi del Governo italiano e di chi rispetta la verità giudiziaria emersa nella sentenza scritta dalla Cassazione».

Verini (PD): «Giovanardi rispetti verità, vittime e familiari» - «Qualche tempo fa, l'on. Giovanardi lamentò pubblicamente la sua inutilità alla guida di un ministero svuotato e senza risorse. Quando - con una ostinazione davvero incredibile - questo Ministro tratta la drammatica vicenda di Ustica, all'inutilità aggiunge il danno». Lo dichiara il deputato del PD Walter Verini, membro della Direzione del partito.
«Le sue ripetute dichiarazioni su Ustica, i suoi toni, le sue sceneggiate - continua il parlamentare del Pd - offendono la verità e sono irrispettose anche nei confronti delle vittime, dei loro familiari che da trentuno anni si battono per ottenere verità e giustizia».
«La sentenza del Tribunale Civile di Palermo, con le sue motivazioni - conclude Verini - conferma quello che si sapeva, e cioè che quella notte, nel cielo sopra Ustica, si svolse una azione di guerra, con aerei che colpirono il volo civile dell'Itavia. Ogni sforzo dell'Italia dovrebbe essere rivolto verso governi alleati, a partire dalla Francia, per avere risposte alle rogatorie e squarciare ogni velo di mistero, che per troppo tempo, nel nostro Paese e fuori, con depistaggi e silenzi, ha fatto sì che Ustica sia stata una dei troppi terribili misteri italiani».