31 luglio 2025
Aggiornato 06:00
Vertice Italia-Romania

Napolitano: «Crisi dura per l'UE, ma non ci intimorisca»

Primo giorno a Bucarest per il Presidente della Repubblica. Domani incontro con gli imprenditori italiani

BUCAREST - Italia e Romania intrecciate da un unico destino: quello dell'Unione Europea. Da rafforzare e legare insieme con una «più stretta integrazione». Parlano la stessa lingua il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il presidente della Romania Traian Basescu. Più Ue per uscire dalla crisi, per rispondere alle sfide della globalizzazione. E' il messaggio che emerge dal primo dei due giorni di visita di Stato di Napolitano a Bucarest. Un viaggio che è l'occasione per «valorizzare l'eccellente stato delle nostre relazioni», sottolinea il capo dello Stato italiano. Napolitano «è l'unico presidente le cui posizioni seguo», ha detto Basescu nella conferenza stampa congiunta dopo l'incontro a Palazzo Cotroceni, la residenza del presidente rumeno.

Ma non è solo l'Unione Europea a legare Italia e Romania. Nè basta «l'antico radicamento» di questo Stato sul Mar Nero «nella lingua latina e nella cultura romana» a spiegare la vicinanza tra i due paesi. Nella sua visita di Stato, il presidente Napolitano insiste molto sulla presenza di imprenditori italiani in Romania e su quella di una folta comunità di rumeni in Italia: «sopra il milione», quantifica il capo dello Stato. «Migliaia di piccole e medie imprese italiane hanno investito dapprima nella regione di Timisoara, poi in tutto il paese», dice Napolitano nel brindisi per il pranzo di Stato offerto in serata da Basescu. Imprese che significano per la Romania «crescita e posti di lavoro», per il sistema economico italiano, «sbocchi e opportunità di sviluppo». Quanto ai rumeni in Italia «hanno potuto godere dei diritti garantiti dalla nostra Costituzione a quanti rispettino le nostre leggi - dice Napolitano - Siamo impegnati a respingere qualsiasi tentazione xenofoba anche nel colpire devianze criminali da parte di chicchessia».

Ma naturalmente, nonostante l'apporto delle imprese italiane, attratte da una manodopera (e costo della vita) molto più economica di quella italiana, anche la Romania, come l'Italia, è interessata dagli attuali venti di crisi. Già l'anno scorso il governo di Bucarest ha approvato la sua manovra 'lacrime e sangue': «riduzione degli stipendi dei dipendenti pubblici, licenziamento di 100mila statali, interventi sulle pensioni, aumento dell'Iva dal 19 al 24 per cento», elenca Basescu. Misure che non si sono rivelate insufficienti, visto che il «deficit in campo sanitario è pari a un miliardo di euro, quello in campo pensionistico è di 3,6 miliardi di euro».

La chiave, sia per Napolitano che per Basescu, è agire insieme nell'Unione Europea. Malgrado Italia e Romania abbiano obiettivi differenti. Per la Romania per esempio è fondamentale entrare nell'area Schengen, traguardo che l'Italia sosterrà, assicura Napolitano. Quanto all'ingresso nella zona euro, la data indicata è il 2015, ma qui a Bucarest nessuno ci crede fino in fondo, consapevoli della contrarietà di altri stati membri. Rumeni scettici a tal punto da minacciare un referendum sull'adesione all'Ue insieme a Polonia (presidente di turno), Repubblica Ceca, Lituania, Lettonia, Bulgaria, Ungheria. Basescu intanto stuzzica l'area Euro: «A che serve una moneta unica se l'Ue non ha una politica fiscale comune?».

Domattina Napolitano interverrà ad un seminario specialistico di imprenditori italiani. Nel pomeriggio incontrerà studenti e rappresentanti della comunità italiana in Romania. «Questo momento di difficile crisi economica, mondiale, mette a dura prova anche l'Unione Europea - dice nel brindisi - Non possiamo farci intimorire, nè possiamo dimenticare sia le grandi potenzialità che l'integrazione può dispiegare sia gli enormi benefici che ha già offerto ai nostri cittadini».