5 dicembre 2023
Aggiornato 10:00
Governo | Opposizioni

Bersani: «Non si può arrivare al 2013 con Berlusconi»

Il leader del PD: «La manovra non risolve i problemi, serve una partenza vera. Pericoloso che il Governo non riconosca il disagio profondo». Cicchitto: «Con la ricetta di Bersani saremmo come la Grecia»

ROMA - «E' incredibile, impensabile, drammatico andare avanti così fino al 2013». Il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, torna così sulla crisi economica che investe il paese attaccando il governo che non si decide a fare un passo indietro e torna ad invocare un «gesto politico».
«Abbiamo davanti ancora un sacco di guai - spiega Bersani sottolineando che anche la manovra che oggi la Camera si avvia ad approvare non sarà sufficiente - e non possiamo continuare con le false partenze, una partenza vera si può avere solo con un gesto politico. Lo dico da italiano e da osservatore, lo hanno fatto in Grecia e in Spagna, solo qui non si fa nulla, e consegno questa riflessione alla maggioranza e alle forze sociali».

«La manovra non è credibile per i mercati perchè non è giusta» - «I mercati hanno già conosciuto questa manovra e non è credibile perchè non è giusta, le poste sono tutte a carico dei ceti popolari e medi, non ci sono riforme, non da un minimo stimolo alla crescita, anzi è fortemente depressiva». Pier Luigi Bersani boccia le misure che verranno varate oggi dal Parlamento per il rientro del debito e spiega che ne serviranno sicuramente altre. «Siamo al 50esimo voto di fiducia, abbiamo alle spalle 15 decreti - aggiunge il segretario del Pd - non possiamo andare avanti così, fin qui non abbiamo risolto niente. Temo, prevedo che avremo ancora molto da fare».

«Pericoloso che il Governo non riconosca il disagio profondo» - «A prescindere dagli scontri di oggi, quando parlo di tensione nel paese, e ne parlo da tempo, intendo dire che c'è un disagio profondissimo, che non è fatto solo di spread, ma di lavoro che non c'è, di disagio per i giovani, se il governo dichiarasse almeno di avere consapevolezza di tutto questo...invece arrivano messaggi che non incrociano mai il senso comune, questo è è pericoloso». E' la riflessione del segretario del Pd Pier Luigi Bersani mentre fuori da Montecitorio, dove si vota la manovra, si sono verificati scontri tra la polizia e i manifestanti.
«Qui oggi non c'erano solo i Cobas - ha sottolineato Bersani - ma anche i genitori dei bambini disabili che non hanno più gli insegnanti di sostegno e la Gelmini dice in tv che non c'è problema».

«La Costituzione impone disciplina e onore» - «Non faccio il magistrato, nè l'autorità morale ma la Costituzione impone a chi svolge compiti pubblici di farlo con disciplina e onore e non mi pare che in questo caso ci sia». Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, replica al capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, a proposito dell'inchiesta Tarantini che coinvolge il presidente del Consiglio come parte lesa.
«Questo è un pezzo del problema - spiega Bersani - insieme alla condizione sociale ed economica del paese. Chi ci ha portato fin qui non è in grado di portarci fuori».

Cicchitto: «Con la ricetta di Bersani saremmo come la Grecia» - La maggioranza mostra i muscoli in aula, nel corso delle dichiarazioni di voto per la fiducia chiesta dal Governo sulla manovra economica. Dopo il capogruppo leghista Marco Reguzzoni, anche quello del Pdl Fabrizio Cicchitto non ha lesinato i toni polemici nei confronti dell'opposizione, a suo giudizio contraddittoria sul tema della crisi: «C'è un'accusa - ha affermato - per cui avremmo sottovalutato la situazione e un'alta secondo cui ci sarebbe stato un eccesso di rigore nella politica del Governo: o l'una o l'altra».
Quanto alla manovra, Cicchitto ha rivendicato la correttezza delle scelte del Governo: «Se avessimo seguito il suggerimento di Bersani, di finanziare la crescita con un punto di deficit, oggi saremmo nella stessa situazione della Grecia».