Berlusconi «sollevato» dopo il viaggio in Europa, «tentato» a evitare i PM di Napoli
E nel Pdl nasce la fazione «drop the debt» capitanata da Corsaro, se non un commissariamento di Giulio Tremonti di certa un'inversione di rotta rispetto alla linea del Tesoro
ROMA - Soddisfatto, forse anche sollevato. Perché in Europa poteva andare male, l'incidente era dietro l'angolo, un'accoglienza troppo «fredda» l'avrebbe fatto sentire ancora più sotto assedio e isolato. L'ascolto - almeno quello - ottenuto dai vertici delle istituzioni europee ha invece reso più leggero il rientro in Italia di Silvio Berlusconi. Il premier, però, atterrato a Ciampino è stato subito costretto a rimettere in agenda quello che ormai si configura come un pubblico braccio di ferro con la Procura di Napoli. Al momento, secondo le fonti vicine al Cavaliere, Berlusconi sarebbe intenzionato a non accettare l'incontro con i magistrati, se non addirittura semplicemente a ignorarlo. Chiedessero l'accompagnamento coatto, avrebbe ragionato ieri il premier con i suoi legali, sarà investito il Parlamento e si capirà che ancora una volta le Procure cercano di incastrarmi. La Camera, d'altra parte, con ogni probabilità voterà contro un'eventuale richiesta dei giudici di accompagnamento coatto e Berlusconi - che considera un'eventualità del genere alla stregua di una provocazione - non dovrebbe sedere da testimone di fronte ai magistrati napoletani. Questo destino, però, è già toccato stasera all'avvocato Niccolò Ghedini.
In attesa di capire gli effetti del faccia a faccia fra il legale del premier e i giudici della Procura partenopea, tutto il Pdl fa muro per sostenere le ragioni di Berlusconi. Le pressioni sono tutte rivolte a Francesco Nitto Palma, l'invito al neo Guardasigilli è quello di valutare l'opportunità di inviare un'ispezione presso la Procura di Napoli dopo le dichiarazioni del procuratore capo Giovandomenico Lepore, secondo il quale «la memoria difensiva non basta, vanno fatte le domande e ci sono fatti specifici da contestare». E' proprio questo il timore del partito del premier, che per Berlusconi la condizione di testimone possa mutare nel corso dell'incontro (senza avvocati) con le toghe.
Sempre con i propri legali Berlusconi avrebbe ieri affrontato un altro capitolo spinoso, quello delle possibili intercettazioni imbarazzanti pronte a essere pubblicate nelle prossime ore sui quotidiani. Anche per questa vicenda la strategia sarebbe quella di contestarne la legittimità alla radice, sperando che eventuali ripercussione di ascolti «indifendibili» non travalichino i confini nazionali.
Come se non bastasse, a scuotere il Pdl ci ha pensato anche un'intervista dell'emergente Massimo Corsaro. Sostenuto da molti degli ex An, il vicecapogruppo ha proposto un Piano straordinario per la riduzione del debito. Al grido di «drop the debt» ha dettato un'agenda di interventi che prevede tra l'altro il condono, la patrimoniale e la riforma delle pensioni. Se non un commissariamento di Giulio Tremonti, come si sussurra nel partito, di certa un'inversione di rotta rispetto alla linea del Tesoro. Tutto questo a pochi giorni dal pronunciamento dell'Aula di Montecitorio che deciderà il destino del braccio destro proprio di Tremonti, Marco Milanese. E' proprio la difficile situazione del ministro dell'Economia ha scatenato la fronda interna al Popolo della libertà, sostenuta da quei ministri che non hanno gradito i tagli ai dicasteri contenuti nell'ultima (?) manovra.