13 febbraio 2025
Aggiornato 23:30
Verso la fiducia alla Camera

Berlusconi: «La manovra non cambierà»

Calderoli: «Ragionevole porla». Cicchitto: «Serve un segnale rapido». D'Alema: «Manovra necessaria ma che grava su ceti deboli». Di Pietro: «Ennesima fiducia che fa un danno e una beffa»

ROMA - Manovra che non cambierà, e che probabilmente sarà approvata anche alla Camera con il voto di fiducia. A segnare il destino del decreto sono le dichiarazioni di oggi di Silvio Berlusconi e di Roberto Calderoli.
Il premier replica alle ipotesi di ulteriori aggiustamenti spiegando che «non credo ci sia questa possibilità: questa manovra, lungamente approfondita, sia giusta, con mezzi addirittura in più: abbiamo introdotto l'Iva, abbiamo saldi sicuri e manderemo in pareggio il bilancio». Una dichiarazione arrivata questa mattina, ma che sembra già una risposta al rapporto della Commissione Europea che già mette in guardia dalla possibilità che all'Italia siano richieste misure aggiuntive nel caso in cui il gettito previsto dalla manovra non sia raggiunto.
A sostenere l'immodificabilità della manovra è anche il leghista Roberto Calderoli, che oggi a Monza ha incontrato - insieme a Umberto Bossi - il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Ma l'esponente del Carroccio aggiunge anche che «è ragionevole pensare che mercoledì ci sarà la fiducia, giovedì l'approvazione finale». Un'ipotesi che in qualche modo avalla anche il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto: «Dipende dalla riunione dei capigruppo di domani», ma «noi siamo per una soluzione rapida, anche perchè è necessario dare un segnale» ai mercati.

D'Alema: «Manovra necessaria ma che grava su ceti deboli» - «La manovra è purtroppo necessaria nelle sue dimensioni, siamo però persuasi che non faccia pagare equamente il peso della crisi perchè grava soprattutto sui ceti più deboli e popolari» è quanto ha dichiarato l'esponente del Pd (e presidente del Copasir) Massimo D'Alema, facendo il suo ingresso alla festa del Partito Democratico a Milano, in merito alla manovra economica varata dal governo.
«L'aumento dell'Iva è una tassa sui consumi di tutti i cittadini e non contiene nulla per sostenere la crescita economica e il lavoro», ha proseguito D'Alema ribadendo che «la manovra è una dolorosa necessità nella sua entità, ma le scelte che contiene sono per noi sbagliate e per questo abbiamo presentato delle proposte alternative».

Boccia (Pd): «Giornata drammatica e Tremonti organizza seminari» - Mentre i mercati europei vivono una nuova «giornata drammatica», il ministro dell'Economia Giulio Tremonti è impegnato ad organizzare «seminari con Bossi». Lo ha detto Francesco Boccia, coordinatore delle commissioni economiche del gruppo del Pd della Camera: «In un'altra giornata drammatica in Europa, con la crisi greca che raggiunge livelli record e con il nostro paese costretto a pagare tassi d'interesse sempre più alti sui titoli, il ministro dell'Economia mentre l'aula della Camera è impegnata a discutere la manovra, non trova di meglio da fare che accorrere a Monza da Bossi e Calderoli a programmare seminari». Insomma, «non c'è bisogno di aggiungere altro per dimostrare l'inadeguatezza di governo e maggioranza».

Di Pietro: «Ennesima fiducia che fa un danno e una beffa» - La fiducia sulla manovra alla Camera che l'esecutivo ha intenzione di porre è «l'ennesima fiducia che fa un danno e una beffa a cittadini e all'opposizione».
A ribadirlo è il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro a Verona per raccogliere le firme per il referendum sulla legge elettorale.
«E' una manovra che con la fiducia fa un danno e una beffa. La beffa - spiega Di Pietro - perché non permette ai cittadini e all'opposizione di poter indicare ulteriori modi per trovare i fondi necessari Un danno perché si approfitta per fare ulteriori favori alla casta».
Una manovra, quella che il governo varerà, prosegue il leader Idv «fatta ancora una volta sulle spalle dei cittadini che devono pagare il conto, mentre con la fiducia si coprono anche ulteriori favoritismi che la casta si è fatta. Se servivano i soldi bisognava eliminare i vitalizi, far pagare il 20% in più a quelli che hanno fatto lo scudo fiscale, ridurre le indennità ai parlamentari e non - ha concluso - cancellando la norma all'ultimo minuto».