Napolitano: «L'Italia crescerà solo se sarà unita»
«E' questa la sfida da raccogliere per dare un senso ai 150 anni d'unità. Alcuni comportamenti sono un ostacolo alla ripresa. Molto importante l'apprezzamento UE per la manovra»
PALERMO - Gli sforzi per uscire dalle secche della crisi economica vanno fatti «insieme, nord e sud» dell'Italia. Da Palermo il capo dello Stato Giorgio Napolitano lancia un nuovo appello all'unità nazionale.
«Se oggi dopo la indispensabile e urgente manovra di finanza pubblica che sta per concludersi in Parlamento sono i temi della crescita che si pongono in modo stringente per non dire drammatico all'ordine del giorno, in continuità con l'impegno ad allentare il peso e il vincolo di un massiccio debito pubblico e del costo di questo debito, non posso che ribadire il richiamo che il prof Puglisi ha voluto citare», dice Napolitano citando l'intervento del presidente della Società siciliana di Storia Patria, Gianni Puglisi, che questa mattina ha introdotto la lectio magistralis del professor Lucio Villari, cui ha partecipato il presidente della Repubblica nell'ambito delle celebrazioni per i 150 anni dell'unità.
«L'Italia - è il monito - può tornare alla crescita, può giungere a crescere intensamente e stabilmente solo crescendo insieme, nord e sud, solo mettendo a frutto le riserve del mezzogiorno, le risorse potenziali della Sicilia e del Mezzogiorno che sono la maggior carta di cui disponiamo per guardare con fiducia al futuro. E' questa la sfida da raccogliere per dare senso nuovo e compiuto a quel patto nazionale di cui abbiamo con grande partecipazione celebrato in Italia il centocinquantenario».
«Alcuni comportamenti sono un ostacolo alla ripresa» - Nessun territorio o componente sociale e politica del paese può sottrarsi alla «riflessione» per rivedere «assetti istituzionali e realtà economiche, comportamenti diffusi» in modo da uscire dalla crisi e tornare a crescere. E' duro il monito di Giorgio Napolitano da Palermo. Nel suo breve discorso il capo dello Stato ha sottolineato che dallo sforzo che la nazione ha davanti «non si può sottrarre nessuna regione in Italia, nessuna componente sociale o politica, nessuna parte del paese». Perchè, ha aggiunto, «non c'è un territorio da premiare come concentrato di virtù, né un territorio concentrato di vizi da punire».
In sostanza, il capo dello Stato ha sviluppato oggi il senso del suo richiamo di ieri, sempre a Palermo, ad un «esame di coscienza collettivo» dei comportamenti anche individuali degli italiani. Cambiare per stare in Europa, è il senso.
«La crisi finanziaria globale esplosa tra il 2007 e il 2008 e culminata nel 2011 nella crisi dell'eurozona per la crescente insostenibilità del debito sovrano di alcuni paesi tra cui l'Italia - ha argomentato - ci ha condotto a decisioni molto pesanti del nostro parlamento in funzione di risanamento e riequilibrio della nostra finanza pubblica e a riflessioni di fondo su quello che deve concepirsi come revisione complessiva di assetti istituzionali e realtà economiche, di comportamenti diffusi che sono ormai di ostacolo ostruttivo ad una sana gestione dei mezzi finanziari disponibili e ad una ripresa su nuove basi della nostra crescita economica sociale e civile».
L'opera da compiere per riprendere a crescere, ha insistito Napolitano, «non può non coinvolgere tutto il paese, l'intera società e generare un nuovo grande sforzo di cambiamento e coesione nazionale».
«Molto importante l'apprezzamento UE per la manovra» - «Ho parlato di manovra necessaria e urgente che sta per concludersi in Parlamento, ricevendo un apprezzamento in sede europea molto importante». Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rispondendo alla domanda di un cronista che chiedeva un suo giudizio sulla manovra economica. Napolitano ha parlato lasciando la sede della Società siciliana di Storia patria a Palermo.
Lombardo: «Grazie a Napolitano gli italiani credono nelle Istituzioni» - «La profonda stima che quest'uomo non solo si è guadagnato ma ha sempre avuto è cresciuta enormemente per la saggezza, per l'equilibrio e per la capacità di tenere alto il valore e la considerazione, lui certamente ci riesce, degli italiani nei confronti delle istituzioni dello Stato». Così il presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, rispondendo a TMNews, commenta la visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al museo di Storia Patria di Palermo. Stamani il governatore siciliano aveva incontrato privatamente il capo dello Stato nel suo alloggio di Villa Igea.
«Gli ho anticipato i temi di questa riforma - ha spiegato Lombardo - che si rifà all'articolo 15 dello Statuto, ed è relativa ai liberi consorzi, e soprattutto al decentramento dei poteri dalla Regione agli enti locali. Lui mi ha parlato di una rifondazione dell'autonomia in senso virtuoso - ha continuato -, perché non si può fare soltanto rivendicazione pura, ma bisogna riconoscere i nostri limiti e i nostri errori. Credo - ha concluso Lombardo - che abbia apprezzato questa impostazione, ed è uno stimolo in più a far bene e presto».
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