11 settembre, Napolitano e Berlusconi a «Porta a Porta»
Speciale da New York di Vespa. Scaroni e Monti fra gli ospiti. Frattini: «Quel giorno ci siamo sentiti tutti americani». Camporini: «Da allora la sicurezza non è più un'affare nazionale»
ROMA - Torna domani in prima serata alle 21.30 su Raiuno Porta a Porta, con una puntata speciale dedicata al decimo anniversario della strage delle Torri Gemelle alla quale prenderanno parte «con un'ampia testimonianza» il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e, con «un'altra testimonianza su quel giorno e sui problemi economici attuali», il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Tra gli ospiti della prima serata di Rai Uno, ci saranno il Presidente della Bocconi Mario Monti, il Presidente dell'Eni Paolo Scaroni e alcuni sopravvissuti delle Torri Gemelle.
Bruno Vespa, in diretta da Ground Zero e poi dalla Borsa di New York, due luoghi protagonisti di questo ultimo decennio, seguirà tutte le notizie e le celebrazioni dell'anniversario dell'11 settembre 2001. E un suo «ampio reportage farà scoprire l'immenso cantiere dove si stanno costruendo le nuove torri».
«Sono passati 10 anni dalle stragi dell'11 settembre del 2001. Dieci anni in cui l'economia globale, la sicurezza del pianeta, la minaccia terroristica, sono diventati temi di straordinaria attualità. Dopo due grandi crisi finanziare e con il riaccendersi dell'incubo terroristico su Manhattan, uno speciale Porta a Porta - è scritto nella presentazione della puntata- seguirà in diretta da New York l'avvicinarsi della ricorrenza, ripercorrendo questi 10 anni che hanno cambiato il Mondo. Rivivremo quei minuti terribili, sentiremo le storie di quella tragica mattina di 10 anni fa».
Frattini: «Quel giorno ci siamo sentiti tutti americani» - L'11 settembre 2011, dopo l'attentato alle Twin Towers di New York «ci siamo sentiti tutti americani, perché l'attacco era a tutti noi, l'attacco era alla democrazia, ai valori in cui avevamo sempre creduto, ai valori di libertà».
Così il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ricorda al Tg1 quel giorno di dieci anni fa che ha cambiato il mondo.
«Ero nel mio ufficio al ministero (degli Esteri), allora ero anche coordinatore dei servizi di intelligence italiani come ministro», dice Frattini. «Le prime immagini in diretta mi portarono incredulità, sconcerto. I servizi di intelligence mi portarono subito alcune notizie più in dettaglio fino a quando poi non decidemmo con il presidente Berlusconi di tenere una riunione di emergenza a palazzo Chigi», racconta il titolare della Farnesina.
L'11 settembre del 2011 «siamo stati colpiti tutti noi perché c'erano centinaia di cittadini di origine italiana tra i morti, alcuni italiani di prima e seconda generazione che avevano legami forti con l'Italia e poi perché abbiamo pensato che il terrorismo era dentro le nostre case».
Camporini: «Da allora la sicurezza non è più un'affare nazionale» - Erano passati appena pochi minuti dal duplice schianto contro le Torri gemelle del World Trade Center, a New York, l'11 settembre 2001. La Nato ruppe ogni indugio, fece subito appello all'articolo 5 del Trattato Nord-Atlantico. La percezione che si fosse trattato di un incidente era svanita dopo un istante. C'era il precedente del 1945, quello del bimotore schiantatosi tra il 79esimo e l'80esimo piano dell'Empire State Building. Ma questa volta non era proprio possibile. Era stato chiaramente un attacco terroristico. Nel cuore dell'America, ma non all'America. O, almeno, non solo ad essa. A tutto l'Occidente. Lo si capì subito. E divenne chiaro a tutti ciò che agli addetti ai lavori era ormai evidente da tempo, «almeno dai tempi delle guerre balcaniche». «La sicurezza non era più un problema interno alle frontiere dei singoli Stati, ma derivava dalla stabilità di aree esterne a quelle normalmente di riferimento», ricorda oggi il generale Vincenzo Camporini, già capo di Stato Maggiore della Difesa. «L'11 settembre ha enfatizzato questo concetto ed ha ampliato enormemente l'area di interesse, quella in cui si è reso necessario provvedere alla stabilità».
Circolare Ps: «Innalzare la vigilanza sugli obiettivi sensibili» - Non si può escludere che, anche in Italia, in occasione del decimo anniversario dell'attentato alle Torri Gemelle e al Pentagono dell'11 settembre 2001, possano essere commessi atti terroristici: sulla base di questa analisi, a quanto si apprende, il Dipartimento di pubblica sicurezza ha inviato una circolare alle prefetture e questure italiane con un invito ad intensificare l'attività di vigilanza agli obiettivi sensibili. Ovvero ambasciate, sedi consolari, luoghi di culto, aeroporti, porti, stazioni ferroviarie, luoghi di particolare aggregazione e luoghi simbolo.
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