12 settembre 2024
Aggiornato 22:00
Le amiche di Melania sentite sette ore dai PM

Omicidio Rea, Parolisi era preoccupato per il divorzio

Per Immacolata anche un possibile movente economico alla base del delitto. I Legali di Parolisi depositano ricorso in Cassazione

TERAMO, 2 SET. - «Salvatore era preoccupato di dover mantenere Melania se avesse divorziato». A dichiararlo è stata oggi Immacolata Rosa, l'amica del cuore della donna assassinata il 18 aprile a Ripe di Civitella con 35 coltellate, in una intervista al Tgcom. Immacolata, detta Imma, allarga dunque l'area del possibile movente che avrebbe spinto Parolisi ad assassinare la moglie. Salvatore Parolisi è al momento in carcere e al momento unico indagato per l'omicidio volontario pluriaggravato della moglie Melania Rea.
Imma, nell'intervista al Tgcom, definisce Melania nei suoi ultimi giorni di vita come «triste e nervosa», e aggiunge che «aveva perso il sorriso». La ragazza di Somma Vesuviana è stata ascoltata ieri dai due sostituti procuratori di Teramo che indagano sul caso, Davide Rosati e Greta Aloisi, insieme all'altra amica del cuore di Melania, Valentina Esposito. «Si pensò che Salvatore avesse problemi a lasciare Melania - aggiunge Imma - in quanto a lui spettava il mantenimento».

Trovati 90mila euro su due conti intestati a Parolisi - Gli inquirenti di Teramo da alcuni giorni stanno tentando di fare chiarezza sulla provenienza dei 90mila euro trovati su due conti intestati al caporal maggiore dell'Esercito. Per gli investigatori un possibile movente economico alla base dell'omicidio si andrebbe ad affiancare al movente passionale, quest'ultimo per il momento ritenuto da questi come la spinta principale alla base dell'assassinio. Ad ipotizzare un possibile movente economico alla base della morte di Melania Rea era stato anche il Tribunale del riesame dell'Aquila nell'ordinanza che il 23 agosto scorso aveva confermato la custodia cautelare per Salvatore Parolisi.

Nell'analisi del movente, che il tribunale individua nella relazione con la sua amante, la ex allieva Ludovica Perrone e la situazione conseguente che si era venuta a creare, «stretto tra due fuochi» tra moglie e amante, «non si deve neppure trascurare - si leggeva nell'ordinanza - che, in una situazione come quella del Parolisi, con uno stipendio da sottufficiale dell'esercito, la separazione dalla moglie casalinga senza attività lavorativa e con una figlia piccola da mantenere, avrebbe comportato per lui una situazione economica estremamente difficile». E quindi - secondo il Riesame - si può ritenere che, «anche tale prospettiva abbia influito nell'acuire lo stato di tensione interna del Parolisi, stato di tensione che sarebbe deflagrato nell'episodio delittuoso poi dallo stesso posto in essere, trovandosi in una situazione in cui non intravedeva una razionale via di uscita».

I Legali di Parolisi depositano ricorso in Cassazione - È stato depositato questa mattina presso il Tribunale del riesame dell'Aquila il ricorso in Cassazione per la scarcerazione di Salvatore Parolisi, il caporal maggiore dell'Esercito accusato dell'omicidio volontario pluriaggravato della moglie Melania Rea, da parte del suo collegio difensivo. Il ricorso era stato già annunciato dai due legali di Parolisi, Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, il 23 agosto scorso, quando il Tribunale del riesame dell'Aquila si era pronunciato per la permanenza in carcere del caporal maggiore.
Secondo il Riesame, Parolisi doveva rimanere in carcere perché permanevano a suo carico il pericolo di inquinamento delle prove e la pericolosità sociale.