28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
Workshop Ambrosetti a Cernobbio

Napolitano: «Impegno bipartisan sulla manovra»

Il Presidente della Repubblica: «Le incertezze ledono la credibilità. Ridurremo il debito, no a imposizioni dall'esterno. Interesse di tutti salvaguardare l'Euro»

CERNOBBIO - È necessario un «impegno comune» di maggioranza e opposizione per approvare al più presto la manovra bis in Parlamento. È il monito lanciato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo al forum Ambrosetti a Cernobbio. Il decreto di Ferragosto, ha sottolineato il capo dello Stato, sta vivendo una «discussione travagliata» ma bisogna chiudere l'esame parlamentare anche «prima della scadenza dei 60 giorni» del provvedimento.
«È necessaria - ha aggiunto Napolitano - chiarezza e certezza nell'impegno per ottenere i risultati».
La «brusca accelerazione», ha spiegato Napolitano, imposta dalla crisi finanziaria di luglio-agosto «ha reso particolarmente difficile e controversa la definizione da parte del governo di decisioni efficaci di riduzione più rapida di quanto già previsto del rapporto deficit-Pil, e nello stesso tempo di decisioni efficaci ai fini di un'effettiva ripresa della crescita».
«Di qui - ha sottolineato il capo dello Stato - una discussione travagliata che in questi giorni impegna il Parlamento: è impegno comune di maggioranza e opposizione concluderla presto, molto tempo prima dello scadere dei 60 giorni rituali per la conversione del decreto del 13 agosto, ed è impegno comune anche rispettare, comunque si emendino singole norme, gli obiettivi complessivi di bilancio annunciati».

«Ridurremo il debito, no a imposizioni dall'esterno» - «Facciamo e faremo quel che dobbiamo per ridurre il debito», in ossequio agli impegni europei e «non in obbedienza a particolari imposizioni dall'esterno». Lo ha sottolineato il presidente della Repubblica. Lo dobbiamo, alle «generazioni future».
«Facciamo e faremo quel che dobbiamo e questo è il banco di prova della politica. Lo dobbiamo per lo sviluppo dell'Europa», ha sottolineato Napolitano.
L'Italia, dopo aver dato un notevole contributo all'euro, «non ha tratto le conseguenze necessarie ed adeguate a questa nuova realtà».
«Sono mancate scelte coraggiose - ha detto - si è ritardato ed esitato ad affrontare più risolutamente il vincolo che doveva essere allentato e sciolto del pesante indebitamento». «Ora sentiamo tutto il vincolo», ha aggiunto e «l'assoluta necessità di superare il ritardo».
L'Italia ha bisogno di scelte «salde di medio e lungo termine» e non può certo ragionare nell'ottica di breve periodo per le svolte di cui ha bisogno.
Il raggiungimento degli obiettivi economici - ha detto Napolitano - «richiede non uno sforzo in queste settimane ma nei prossimi anni. Noi capiamo che è una svolta che riguarda molti aspetti del nostro ordinamento economico, sociale e istituzionale e davvero dobbiamo portare avanti una prospettiva coerente che vada al di là dell'avvicendarsi dei governi e dei turni elettorali. Non possiamo ragionare soltanto in termini, non dico di 3 settimane ma nemmeno di 20 mesi, quanti cioè ci dividono dalla scadenza naturale di questa legislatura. Dobbiamo riuscire a spingere lo sguardo molto più avanti. Abbiamo bisogno di scelte salde di medio e lungo termine».

«Interesse di tutti salvaguardare l'Euro» - Difendere l'euro è interesse comune di tutti i Paesi europei. «È interesse di tutti - ha detto Napolitano in in videoconferenza - salvaguardare l'euro e rafforzare le possibilità di crescita sostenibile in un periodo di pesanti incognite per l'economia mondiale».

«Finchè ha la fiducia il Governo resta al suo posto» - Il governo resta al suo posto finchè ha la fiducia del Parlamento e il presidente della Repubblica non può immaginare altre ipotesi. Il capo dello Stato, ha detto Napolitano, «non interviene per un nuovo governo se ce n'è uno in carica che ha la fiducia del Parlamento. Non posso avere in mente di formare un governo diverso da quello attuale».

«L'Economia italiana ferma da 10 anni» - Nei festeggiamenti del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, «non abbiamo nascosto o sminuito il peso di problemi di fondo non risolti nel nostro sviluppo, di contraddizioni non superate, di squilibri e tensioni persistenti nel tessuto istituzionale e sociale ed economico del paese».
«Sappiamo e diciamo apertamente - ha aggiunto - che in particolare nell'ultimo decennio la crescita dell'economia italiana è rallentata fino a ristagnare, è stata inferiore al pure non elevato tasso medio europeo, ha rispecchiato un andamento non positivo della produttività».