19 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Ad Arcore intesa Bossi-Berlusconi

Manovra, via il super-prelievo. Interventi sulle pensioni. Ma l'Iva non si tocca

Per abolire le province e dimezzare i parlamentari va cambiata la Costituzione. Tremonti: «Molto bene». Bersani: «Non vedo come possano tornare i conti». Udc: «Saremo costruttivi»

ROMA - L'aperitivo è andato di traverso a Silvio Berlusconi, almeno quanto a Giulio Tremonti e Roberto Maroni. Sono servite oltre due ore di «confronto serrato», secondo la formula diplomatica di uno dei partecipanti, di grida e faccia a faccia travestiti da scontri - secondo la versione anonima di un altro dei presenti - per iniziare a mettere mano al decreto. Dopo pranzo, infatti, i veti incrociati si sono leggermente ammorbiditi e dopo sette ore, sette lunghissime ore di braccio di ferro, si è deciso di fissare alcuni punti fermi, in attesa di capire cosa accadrà in Parlamento e quanto il clima dei mercati e nel Paese influenzerà le prossime decisioni.

Hanno pesato soprattutto i veti: quello del Cavaliere sul contributo di solidarietà, dei leghisti sui Comuni, di Tremonti sull'Iva e sull'invarianza dei saldi. Ne è uscita fuori una manovra modificata in alcuni aspetti essenziali. Il premier, di buon mattino, ha spiegato l'impossibilità di mettere le tasche mnelle mani degli italiani: «L'avevo promesso, non possiamo farlo». Duro il confronto con il ministro dell'Economia - raccontano sia volate parole grosse tra i due - rigido e deciso a non consentire l'aumento dell'Iva per 'pagare' l'abolizione del contributo. Scontro durissimo, raccontano, quello tra Berlusconi e Tremonti, così come dure sarebbero state le parole pronunciate da Roberto Maroni, convinto che con la riduzione di soli due miliardi dei tagli ai Comuni avrebbero provocato l'ira dell'Anci.
In cambio, certo, la Lega ottiene lo slittamento dell'abolizione delle Province: se è vero infatti che un consiglio dei ministri giovedì o venerdì potrebbe legiferare sull'abolizione delle Province e il dimezzamento dei parlamentari (ma non è ancora certo), è altrettanto vero che il percorso di una legge costituzionale risulta lungo e impervio, soprattutto nel caso di una legislatura incerta come l'attuale.

Insomma, sarà il Parlamento e soprattutto il governo a stabilire quanto cambierà la manovra. E se i Responsabili si batteranno - come fatto oggi ad Arcore da Silvano Moffa - per mantenere le novità in tema di previdenza, i gruppi parlamentari di maggioranza si riuniranno mercoledì prossimo per studiare la strategia d'Aula. Dal fronte Pdl i frondisti, intanto, ostentano cauta soddisfazione e assicurano che il summit ha recepito gli emendamenti che prevedono la riduzione del 25% degli organici della P.A e la vendita del patrimonio statale. Misure che, se confermate, avrebbero un grande impatto. Ma di cui a sera, nei punti stilati dai leader in Brianza, non c'è traccia.

Bersani: «Non vedo come possano tornare i conti» - Invece di discutere ad Arcore di cose che «non si capiscono» la maggioranza che governa l'Italia dovrebbe «discutere le cose che abbiamo scritto noi». Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commentando le conclusioni del vertice maggioranza-governo oggi ad Arcore tra Pdl e Lega sulle modifiche alla manovra: «Siamo alla confusione, non vedo come possano quadrare i conti».
«Bisogna vedere di che cosa si tratta - ha precisato Bersani a margine di un incontro alla festa del Pd di Pontelagoscuro assieme al capogruppo alla Camera Dario Franceschini - ma dalle cose che si capiscono fin qui secondo me siamo alla confusione, ad una quadra che non c'è». «Non vedo - ha aggiunto - come possano quadrare questi conti nell'insieme. È una soluzione molto debole e spero non venga valutata troppo pesantemente da chi ci osserva nel mondo».
Se dalla maggioranza arriva una apertura al dialogo con l'opposizione, Bersani è più cauto: «Se c'è apertura - ha detto - invece di discutere ad Arcore di cose che non si capiscono, vengano a discutere le cose che abbiamo scritto noi. Questo è un buon consiglio che mi sento di dare».

Udc: «Saremo costruttivi» - «Saremo costruttivi come sempre in Parlamento perche' questo è un nostro preciso dovere. Ma da un primo esame delle modifiche della manovra approvate nella maggioranza traiamo un'opinione netta: i conti non tornano». In una nota congiunta i capigruppo Udc di Camera e Senato Gian Luca Galletti e Gianpiero D'Alia hanno espresso forti perplessità sulle modifiche alla manovra concordate ad Arcore da maggioranza e governo.
«Temiamo - ha aggiunto- che la stessa sensazione venga percepita dai mercati, poichè è fin troppo chiaro che non si gioca con le cose serie: l'abolizione delle province ad esempio, preannunciata dai telegiornali, è in realtà stata cancellata con un rinvio ad improbabili costituzionalizzazioni. Che bisogno c'era di questa gigantesca finzione?».

Gasparri: «Bene modifiche, grande lavoro del Pdl» - «Soddisfazione per il contributo e il grande lavoro del Pdl». E' quanto sottolinea il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, al termine del vertice di Arcore.Gasparri è soddisfatto delle modifiche alla manovra introdotte, «senza liti con Lega e Tremonti» e sempre a «saldi invariati».

Crosetto: «Sembra che i frondisti abbiano ottenuto qualcosa» - «Via il contributo di solidarietà, intervento sulle pensioni, ok all'emendamento Crosetto sul taglio del 25% della P.A., vendita del patrimonio. Sembra che i frondisti abbiano portato a casa qualcosa». E' quanto afferma il frondista del Pdl Guido Crosetto, commentando l'esito del vertice di Arcore.

Gelmini: «L'asse Pdl-Lega è solido» - «L'accordo raggiunto oggi ad Arcore dimostra ancora una volta la solidità dell'asse Pdl - Lega. La manovra approvata a metà agosto aveva il merito di dare risposte utili contro la speculazione finanziaria di cui è stato oggetto il nostro Paese. Oggi sono stati confermati la lotta agli sprechi, la riduzione dei costi della politica, il contrasto all'evasione e introdotte importanti modifiche che, così come richiesto dal Presidente Berlusconi, cancellano il contributo di solidarietà». Lo ha sottolineato il ministro Pdl Mariastella Gelmini.
«L'intesa, raggiunta grazie al lavoro del segretario Alfano e dei capigruppo, ha un grande significato perché consente, a saldi invariati, di mantenere il patto con la maggioranza degli italiani che nel 2008 ha scelto il centro destra. Il governo - ha concluso Gelmini- è disponibile al confronto ma chiede all'opposizione di dimostrare senso di responsabilità nell'interesse del Paese».

Confedilizia: «Sconfitto il partito della patrimoniale» - «Il partito della patrimoniale - pur forte dell'importante appoggio di molti italiani residenti in Svizzera - e cioè il partito che vorrebbe far pagare, a contribuenti che già pagano le imposte sui redditi dei loro beni, anche un'imposta sul valore di questi stessi beni, ad Arcore è stato sconfitto». Lo ha affermato il Presidente della Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani.
«E' stata anche sconfitta la linea di far pagare i risparmiatori per i beni che possiedono come per una specie di responsabilità oggettiva, anche se si tratta - ha aggiunto - di beni improduttivi di reddito. E' una sconfitta che potrà avere un effetto importante sul piano psicologico, anche ai fini della crescita».

Capezzone: «Da Arcore un'accelerazione liberal-riformatrice» - Dal vertice di Arcore è giunta una importante accelerazione liberale e riformatrice». Lo ha sottolineato il portavoce del Pdl Daniele Capezzone, commentando le conclusioni del vertice di maggioranza sulla manovra ad Arcore, con il Premier Silvio Berlusconi.
«Meno tasse, più riforme: è questa - ha affermato Capezzone- la strada maestra che gli italiani chiedono, e che la maggioranza ha positivamente scelto. Restano vive le parti più innovative della manovra, si cancellano quelle più odiose, si sceglie una via ambiziosa su altri aspetti (abolizione delle province)». Inoltre, «si conferma la solidità del rapporto Pdl-Lega con la guida del premier Berlusconi, e si può constatare come l'utile discussione svolta in seno al Pdl sia stata portata a sintesi positiva e liberale dal segretario Alfano e dai vertici dei gruppi parlamentari».