Bersani: «Pensioni? Parliamone, ma prima il nostro piano»
Il leader dei Democratici: «Noi siamo un'alternativa alla disastrosa cura Berlusconi. Le dichiarazioni di Montezemolo non mi sono piaciute»
ROMA - Il PD è pronto al confronto sulla manovra raccogliendo l'appello del presidente Napolitano, è pronto anche al confronto sul nodo della pensioni, «ci prendiamo come sempre la responsabilità di cercare soluzioni»: lo dice Pierluigi Bersani in una intervista alla Stampa in cui dettaglia le proposte del partito democratico per modificare la manovra da oggi in commissione al Senato. «Però le ricette no: la nostra collaborazione si ferma davanti a un merito che non condividiamo». E «Il presidente (della Repubblica) come tutto il Paese sa che noi intendiamo essere un'opposizione assolutamente responsabile, ma alternativa. Perché la cura berlusconiana cui è sottoposta l'Italia è un assoluto disastro».
La manovra del PD - Per Bersani «non ci possono raccontare che non si può far pagare chi non ha mai pagato, su questo ci impuntiamo su tutti e due i piedi». Ecco dunque «la nostra proposta che si articola in pochi punti. Primo: una terapia choc contro l'evasione» con «sette o otto grimaldelli». «Secondo, una imposta sui patrimoni immobiliari rilevanti. Terzo: un ridimensionamento drastico di pubblica amministrazione, istituzioni e costi della politica. Quarto: un contributo di solidarietà che finalmente gravi non sui tassati ma sui condonati. A questo aggiungiamo liberalizzazioni, dismissioni ragionevoli del patrimonio pubblico, e un po' di politica industriale e di sostegno all'economia».
Capitolo pensioni - Quanto alle pensioni «se dopo tutto quello che ho elencato si vuol parlare di evoluzione del sistema pensionistico a favore dei giovani si ricordi che noi siamo i primi ad aver fatto la riforma» e Bersani si dice a favore dell'individuazione «di una fascia di anni nella quale ci sia flessibilità di uscita in ragione di meccanismi di convenienza», ma non per colmare «il buco degli enti locali: si facciano pagare i condonati e si metta una tassa sui patrimoni rilevanti. Se non sanno come si fa glielo spieghiamo noi».
Luca Cordero di Montezemolo ha criticato la proposta di ritassare i capitali «scudati». Bersani osserva: «a me le sue dichiarazioni non sono piaciute», e osserva «è uno sport antico di certo terzismo cercare di farsi largo semplicemente criticando a destra e a manca. Ma sono cose diciamo da precampionato... Noi siamo in un sistema ormai radicalmente bipolare e oltre a dire cosa si vuol fare, bisogna anche spiegare da che parte si sta».