23 agosto 2025
Aggiornato 07:30
Ieri l'udienza sulla richiesta di scarcerazione

Omicidio Rea, si decide per la scarcerazione di Parolisi

Per la Difesa del Caporal Maggiore «nessuna certezza che Salvatore fosse a Ripe di Civitella»

L'AQUILA - Salvatore Parolisi si è proclamato innocente, ha ribadito di non aver avuto a che fare con ciò che è successo alla moglie, Melania Rea, uccisa con 35 coltellate e trovata morta il 20 aprile scorso nella pineta di Ripe di Civitella. Per la prima volta da quando è indagato ha rotto il silenzio e ha parlato in udienza di fronte ai giudici del tribunale del Riesame, che hanno rinviato a oggi la camera di consiglio e la decisione sulla richiesta di scarcerazione presentata dai difensori del caporalmaggiore dell'esercito.

Ieri mattina Parolisi, arrestato il 19 luglio scorso, dopo un mese di carcere tra Ascoli Piceno e Teramo, è apparso smagrito, provato, testa bassa, in silenzio, è entrato nell'aula D del tribunale a Bazzano. Camicia a maniche lunghe, blu a righe bianche, ha rinunciato anche al suo abituale look 'pastello'. In udienza Parolisi ha rilasciato alcune dichiarazioni spontanee, parlando per circa 15 minuti, e ha proclamato la sua innocenza. Ha rotto il silenzio in cui si era rinchiuso da quando è indagato ma ha sostanzialmente confermato la versione dei fatti fornita in qualità di persona offesa ai pm di Ascoli Piceno: il 18 aprile, era a Colle San Marco con la moglie e la figlia, poi Melania è scomparsa. Non avrebbe aggiunto alcun elemento nuovo.

L'udienza del Riesame si è conclusa alle 15.20, dopo circa quattro ore e mezza. Al termine dell'udienza il militare è stato riportato nel carcere teramano di Castrogno con il cellulare della polizia penitenziaria. Dopo pochi minuti dall'aula D del Tribunale dell'Aquila sono usciti i suoi due legali, Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, i quali non hanno voluto rilasciare dichiarazioni alla stampa. «Parleremo domani, per rispetto della decisione del Tribunale», si è limitato a dichiarare Biscotti, aggiungendo di ritenersi comunque «soddisfatto». Il collegio giudicante del Riesame dovrebbe entrare in camera di consiglio stamattina, e l'ordinanza che deciderà sulla permanenza o meno in carcere di Parolisi dovrebbe arrivare sempre entro oggi, alla scadenza del termine dei dieci giorni.

Difesa: «Nessuna certezza che Salvatore fosse a Ripe di Civitella» - Nessuna certezza che Salvatore Parolisi il 18 aprile fosse a Ripe di Civitella, dove è stata trovata senza vita Melania Rea, deriva dall'analisi della posizione dei cellulari: è la tesi sostenuta di fronte ai giudici del tribunale del Riesame dell'Aquila dalla difesa del caporalmaggiore dell'esercito, in carcere per l'omicidio della moglie.
«I cellulari dicono che essi erano nelle zone dove sono avvenuti i fatti, ma non si può escludere che stessero da una parte piuttosto che dall'altra»: ha dichiarato Roberto Cusani, consulente del collegio difensivo di Salvatore Parolisi e professore di ingegneria delle telecomunicazioni alla Sapienza, durante una breve pausa dell'udienza al Tribunale del Riesame.
Riferendosi ai cellulari del militare e a quello della moglie Melania Rea, Cusani ha escluso che in base ai dati acquisiti dagli investigatori si possa affermare con certezza che i due fossero sul Pianoro di Colle San Marco, dove Parolisi afferma di aver perso le tracce della moglie, oppure a Ripe di Civitella, il luogo dove Melania è stata trovata priva di vita, massacrata con 35 coltellate.
Il consulente ha presentato una relazione di alcune pagine nella quale vengono richiamati i meccanismi di aggancio dei cellulari alle celle telefoniche: «La posizione dei cellulari non è definita e tra Colle San Marco e Ripe di Civitella questi potrebbero anche essere in un punto intermedio». «La prova delle celle non dà risultati certi», afferma Cusani. Il consulente del collegio difensivo di Parolisi ha anche contestato le conclusioni relative ai tabulati telefonici cui sono giunti gli inquirenti.
«I dati sono stati raccolti in modo tecnicamente corretto, ma recepiti in maniera forzata», ha affermato il professore.
«Qualcosa che è probabile e possibile è diventata quasi certa, e questo non lo ritengo corretto».
La posizione del cellulare di Salvatore Parolisi, è stato uno dei punti cardine sul quale si è basata l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il caporalmaggiore dell'Esercito firmata il 2 agosto dal Gip teramano Giovanni Cirillo.