26 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Manovra da cambiare?

Pdl, i «frondisti» saranno ricevuti da Alfano

Crosetto: «Portare le aliquote Iva all'11 e al 21%». Martino: «Pronti ad una marcia anti-fisco». Urso: «La manovra sia terreno d'intesa fra Pdl e Terzo Polo»

ROMA - Si terrà all'inizio della prossima settimana, in concomitanza con l'inizio della discussione in Senato sulla manovra, l'incontro tra il segretario del Pdl Angelino Alfano e i cosiddetti 'frondisti' del partito, il gruppo cioè di parlamentari pidiellini firmatari di una nota congiunta che chiede modifiche al dl varato dal governo. Lo riferisce a TM News il sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, uno dei firmatari della nota. L'incontro si terrà nella sede del partito in via dell'Umiltà.
«Sta al segretario Alfano trovare una sintesi alla luce delle nostre proposte - dice Crosetto - Chiederemo poi che l'incontro venga allargato a tutta la maggioranza»

Capigruppo Pdl: Aperti al dibattito e ipotesi migliorative - Dalle pagine del Corriere della sera i capigruppo del Pdl hanno deciso di intervenire nel dibattito politico per spiegare a chiare lettere i contenuti della manovra economica che approderà alle Camere nelle prossime settimane. Attraverso una missiva inviata al quotidiano, Maurizio Gasparri, Fabrizio Cicchitto, Gaetano Quagliariello e Massimo Corsaro, hanno ribadito: «Come responsabili della principale forza politica della maggioranza siamo aperti al dibattito ed a ipotesi migliorative che dovessero emergere in Parlamento, da qualunque parte esse provengano». Tenendo però sempre in considerazione «due punti fermi sui quali non siamo disposti a negoziare: la manovra non può essere stravolta nei suoi equilibri interni, anche per non offrire al contesto internazionale che l'ha apprezzata una sensazione di schizofrenia; ed i miglioramenti non possono arrivare a discapito della celerità dell'approvazione».

Crosetto: «Portare le aliquote Iva all'11 e al 21%» - Il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto, critico nei giorni scorsi verso alcuni punti della manovra, dalle pagine de Il Sole 24 Ore ha dato la propria ricetta per migliorare il provvedimento. «Aumenterei di un punto percentuale l'Iva al 10% e al 20% per togliere dalla manovra, il contributo di solidarietà lasciando invece ferma quella del 4% che ha un forte impatto sociale» ha spiegato Crosetto, per cui «è necessaria una reale modifica dello Stato: non bastano le differenze stipendiali introdotte da Brunetta per colpire gli assenteisti. Penso invece - ha spiegato - che chi non lavora vada cacciato». Sul contributo di solidarietà, già contestato da altri, Crosetto ha sottolineato: «non serve a nulla perchè colpisce la parte più ricca del Paese che è anche quella capace di mettere in moto o deprimere l'economia».
Parlando della manovra nel suo complesso, Corsetto ha ricordato: «Tutti sappiamo che è necessaria per fare un intervento sul deficit, ma allora dico, non è preferibile l'innalzamento dell'età pensionabile?». Sulla questione previdenziale, secondo Crosetto bisognerebbe eliminare «scalini e scaloni» in favore «di un blocco delle pensioni di anzianità per far alzare l'età media da 58 a 63-65 anni. E questo da solo varrebbe svariati miliardi di euro».

Martino: «Pronti ad una marcia anti-fisco» - «Non riduce le tasse, non rilancia la produttività, non serve a nulla». E' duro il giudizio del parlamentare Pdl Antonio Martino, ex ministro e tra i fondatori di Forza Italia, nei confronti di alcuni punti della manovra economica. Il parlamentare, fra le voci critiche all'interno del centrodestra, ha usato le pagine de Il Messaggero per ribadire la necessità di riscrivere la manovra «perchè la maggior parte delle spese, se non si cambia la legislazione, continueranno a crescere per conto loro. L'Italia, perchè, non ha bisogno di manovre ma di riforme».
Martino ha ricordato come «l'anno passato la spesa pubblica è arrivata al 51,6% del reddito nazionale. Non esiste al mondo nessun Paese che sia cresciuto quando la spesa pubblica supera il 40%». Critiche che potrebbero sfociare in un azione dimostrativa, una marcia anti-fisco bis: «Se il governo fa passare la manovra cosi com'è l'anniversario della manifestazione del 1986 lo organizzeremo a Roma e ci saranno mezzo milione di persone in piazza». Ma di chi è la colpa di questa manovra? Per Martino: «Non è tutta di Tremonti, per niente di Berlusconi, molto della Bce e della Banca d'Italia».
Il Pdl l'ha accettata «perchè è pieno di socialisti: Frattini, Brunetta, Sacconi, Cicchitto. Tremonti, anche se lui dice di no. Noi volevamo fare un partito liberale di massa e ci siamo ritrovati un partito socialista di Carrara».
Infine, Martino ha rivelato un retroscena delle sue recenti conversazioni con il premier Berlusconi: «Gli ho detto: non puoi finire consumato lentamente in questo modo». Quindi sarebbe meglio se si ritirasse? «Gliel'ho detto: proponi una delle grandi riforme che ha sempre promesso e, se te la bocciano, te ne vai».

La replica di Cicchitto: «No a ideologie antistoriche» - «Nella sua polemica sul Messaggero l'on. Martino rimuove il fatto che di fronte a questa gravissima crisi finanziaria internazionale tutti gli schemi tradizionali sono saltati per cui riproporli oggi è solo un tentativo antistorico di recuperare antiche dimensioni ideologiche». Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, risponde così all'ex ministro Antonio Martino, che ha espresso diverse critiche alla manovra aggiuntiva.
«Per di più - prosegue Cicchitto in una nota - sono saltati anche tutti gli schemi prevalenti di politica economica da quello keynesiano, dirigista, statalista che ha portato con sé più aumento di spesa pubblica e più pressione fiscale, ma anche quello neoliberista che ci ha regalato questa finanziarizzazione senza regole con contorno di titoli tossici. Sul piano politico poi l'on. Martino dimentica un'altra cosa: e cioè che finora sul terreno dei rapporti di forza è stato decisivo il fatto che una parte degli elettori socialisti, dal 1994 in poi, ha votato per Berlusconi, per Forza Italia prima e poi per il Pdl, cioè un nuovo partito basato sull'incontro fra cattolici moderati, socialisti riformisti, e liberali. E fondato su valori quali la libertà in tutte le dimensioni, il garantismo e la solidarietà sociale. Questa piattaforma rimane tuttora valida pure in una situazione economica e finanziaria gravissima che non è stata certo provocata dai cosiddetti socialisti ma da ben altro e sulla quale ormai esiste una bibliografia enorme che tutti possono andare a leggersi. Comunque da quando milito prima in Forza Italia e poi nel Pdl ho rispettato tutti, in primo luogo coloro che hanno posizioni culturali diverse e fra di essi certamente l'on. Martino. Ma ho il diritto di pretendere analogo rispetto.
Quanto al riferimento alle masse - conclude Cicchitto - tutti devono ricordare i flussi elettorali esistenti ieri e oggi in questo Paese».

Urso: «Sia terreno d'intesa fra Pdl e Terzo Polo» - «La manovra in atto segna una chiara svolta nel governo del Paese e indirizzerà la parte finale della legislatura: è quindi il terreno naturale di un'eventuale intesa tra Pdl e Terzo Polo che potrà poi sostanziarsi in una nuova alleanza politica sugli scenari e sulle prospettive future».
Questo l'auspicio e la convinzione del parlamentare Adolfo Urso, secondo cui «E' importante che il Terzo Polo abbia manifestato l'intenzione di dialogare sulle cose concrete con il nuovo segretario del Pdl Alfano ed è significativa l'apertura del governo ad ogni contributo, con la rinuncia al voto di fiducia. Insomma, se non ora quando?»,
«Sulla manovra - ha aggiunto l'ex viceministro - è possibile un'intesa su alcuni emendamenti significativi: aumento dell'età pensionabile per investire risorse su giovani e quoziente familiare, aumento dell'Iva per ridurre l'impatto del contributo di solidarietà e i tagli agli enti locali, riduzione piu' marcata di province e comuni per rilanciare infrastrutture e innovazione». «Insomma - ha concluso Urso - più riforme e più sviluppo: è questa la prova del nove per capire se è davvero possibile ritrovare un terreno comune. Se non ora quando?»

Rutelli: «Il nostro interlocutore sarà Alfano» - «Il Terzo Polo darà il suo contributo per salvare il Paese». A ribadirlo è stato Francesco Rutelli, leader di Alleanza per l'Italia. Dalle pagine del quotidiano 'Il Messaggero', l'esponente centrista ha, però, chiarito: «Ma faremo delle proposte impegnative e importanti senza trincerarci in una opposizione del tanto peggio, tanto meglio. Il nostro obiettivo non è andare in soccorso del governo, ma al Paese». La domanda che però si pone Rutelli è a chi avanzare le nostre proposte. A un premier che fa le cose e poi le sconfessa? Alla Lega che mette solo veti? A Tremonti che è infastidito dal confronto? Noi abbiamo deciso di scegliere come interlocutore il Pdl, il suo segretario Angelino Alfano».
Su questa strada, la richiesta che viene dall'Api è quella di «un cambio di passo radicale. E' il caso di smetterla di colpire chi paga le tasse: il contributo di solidarietà è ingiusto e iniquo e dà un gettito basso».
«Stiamo studiando - ha chiarito Rutelli - proposte di liberalizzazioni, alcune privatizzazioni, interventi sulle pensioni, sul tfr, misure di contrasto di interessi anti-evasione, accesso ai capitali scudati non per le spese correnti, ma per gli investimenti. Per noi la vera priorità è ciò che il governo non ha fatto: puntare sulla crescita.
Se l'Italia continua a restare ferma, con l'aggiunta dei salassi imposti da questa serie di manovre, rischiamo di entrare in depressione e recessione. Segnalo un aspetto trascurato: va evitato che con l'accorpamento delle festività si colpisca il primo comparto produttivo del Paese: il turismo. Tagliare i ponti festivi - ha chiarito - non produce più Pil, ma lo deprime. Si perdono posti di lavoro, calano i consumi, si riduce la ricchezza. Puntiamo, piuttosto, sulla destagionalizzazione del turismo».
Anche per questo: «Bisogna dare ai cittadini un messaggio più esplicito e diretto, non perchè qualcuno ci debba applaudire, non accadrà, ma perchè è giusto. Perchè serve sobrietà. Nel momento in cui tutti stringono la cinta, anche i partiti debbono farlo. L'Api - ha concluso Rutelli - propone di tagliare del 30% il finanziamento alle forze politiche».

Calderisi (Pdl): «Completare la manovra con le riforme annunciate nel '94» - «Al presidente Berlusconi, al segretario Alfano e ai presidente e vicepresidenti Cicchitto e Gasparri, Corsaro e Quaglieriello rivolgo un appello: la manovra va rivista e completata con altre riforme che tengano conto di tutte le nuove regole della Governance economica europea che ci impone la riduzione del debito da 120 a 60% pil, un ventesimo l'anno dal 2015». Lo dichiara Peppino Calderisi, capogruppo Pdl in commissione Affari costituzionali della Camera. «Con la crescita all'1% - prosegue Calderisi - si tratterebbe di 45 miliardi l'anno, una cifra insostenibile. Occorre pertanto una crescita pari almeno 2%, obiettivo possibile solo cominciando da subito una poderosa riduzione del peso dello Stato (dismissioni, privatizzazioni, liberalizzazioni, ecc) e un profondo cambiamento della mentalità italiana (via pensioni anzianità, via valore legale titoli studio, via rigidità del mercato del lavoro ecc.).
In buona sostanza il programma del '94 del centrodestra, ora mission obbligata del Pdl perchè è questo che oggi, e non tra tre anni, ci chiedono i mercati».