27 aprile 2024
Aggiornato 01:30
Manovra economica

Berlusconi: Modifiche? Sì ma a saldi invariati

Il Premier: «Sì all'aumento dell'IVA e al contributo di solidarietà, no alla patrimoniale»

ROMA - Una passeggiata a Portorotondo con i nipotini, e anche Silvio Berlusconi entra nel dibattito che infervora la politica sui cambiamenti da apportare in sede parlamentare alla manovra da 45,5 milioni di euro varata venerdì per decreto. E ripete il mantra della maggioranza: sì alle modifiche, ma «I saldi della manovra devono essere assolutamente invariabili. Ma se durante il percorso parlamentare emergono delle nuove idee che siano migliorative dei provvedimenti adottati nulla osta a che siano accolti». Insomma i tagli si possono spostare, non eliminare.

Il premier però ieri ha proposto alcune cose specifiche: sì all'aumento di un punto dell'Iva (attualmente non previsto). Sì al contributo di solidarietà già previsto per i redditi superiori ai 90mila euro (e molto contestato perchè colpisce in primo luogo i redditi da lavoro dipendente col rischio di «saltare» gli evasori): anche se Berlusconi ammette che si potrà aiutare chi ha famiglia. Infine un netto no alla patrimoniale cioè a un'imposta non sui redditi ma sui patrimoni.
«Un punto in più di Iva cambierebbe molto le cose perché sarebbero almeno cinque miliardi in più» ha detto Berlusconi, «però l'Iva determina una contrazione dei consumi». Non solo, aggiunge, «vi sarebbe una maggiore tendenza all'evasione».

Quanto al contributo di solidarietà «secondo i nostri calcoli darà un gettito di molto meno di un miliardo di euro» ma è stato introdotto per giustizia, «perché non fossero le classi più disagiate, attraverso magari minori servizi da parte degli enti locali, a dover pagare maggiormente il costo della manovra». Possibile però ripensare il provvedimento in base al numero dei familiari, ma anche sulla percentuale e sulla durata del prelievo (fissato per ora a due anni).

No, invece, alla patrimoniale, che «è un esproprio, ed è quasi sempre ingiusto e poi la patrimoniale non va a ridurre il deficit, ma va a ridurre il debito». Ciò non basta: «il risparmio sul deficit è soltanto quello dei minori interessi passivi che tu paghi su quei pochi miliardi con cui riesci a ridurre il debito pubblico». Poco informato dunque chi ne ha parlato, «però io ormai ho la pelle dura, e per farmi male devono proprio farmi i buchi».