29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Per il leader leghista comizio di Ferragosto a Ponte di Legno

Bossi: «L'Italia è finita. Ci salverà la Padania»

«Presto busta paga doppia. Tremonti non salta. C'è gente del nord che ragiona come i terroni. Brunetta, nano di Venezia, non romperci i coglioni»

PONTE DI LEGNO - «Tutti avete capito che è un segnale inesorabile. E' arrivata la fine dell'Italia, questa è la verità». Lo ha detto il leader della Lega Umberto Bossi, parlando, ieri, al comizio di Ferragosto a Ponte di Legno.
«Abbiamo un debito enorme fatto dai socialisti, dai comunisti, dai democristiani - ha detto Bossi - Siamo arrivati a un punto in cui se Tremonti non riesce a vendere i titoli di Stato all'estero non riesce più a pagare le pensioni e la sanità. Deve chiudere gli ospedali».
Oggi, ha proseguito, «Siamo al dunque. Bisognava assolutamente fare un po' di tagli altrimenti l'Europa ci uccideva stavolta.
Nessuno voleva. Ma il problema era: si taglia ai ricchi o ai poveri? Io non ho dubbi. Meglio la nostra gente, i migliori di poveri, i nostri, che possono andare avanti in battaglia domani per l'obiettivo fondamentale: Padania». Comunque, «Abbiamo fatto tutto quello che si poteva fare. Ho dubitato di farcerla. perché l'Europa chiedeva come prima cosa il taglio delle pensioni».
Bossi ha quindi ammesso che la Banca centrale europea ha aiutato l'Italia. «La Bce, diciamo la verità, una mano ce l'ha data - ha aggiunto Bossi - Ha comprato qualche decina di miliardi di titoli, fondamentali per salvare gli ospedali, le pensioni».

«Troppo tardi per evitare l'arrivo della Padania» - «Il Paese sta cambiando però secondo me è troppo tardi per evitare l'arrivo della Padania. La Padania può salvarci. Tutto è nato da Miglio che ha lanciato le macroregioni, una via giusta tra territorio e Stato. La macroregione Padania è la più forte di tutta Europa. I nostri figli avranno una grande realtà che gli salverà la vita, non moriranno di fame».
Bossi si è quindi detto «sicuro» che «l'economia riparte. E riparte dal basso. Bisogna fare la Padania. Forse la Padania ce la può fare a restare in una moneta forte come l'Euro, il sud no. Con una moneta forte non esporta più niente. Ma la Padania - ha proseguito Bossi - sarebbe la soluzione migliore».
E a chi dal pubblico ha ripetuto lo slogan «Secessione», Bossi ha replicato «Quello lì è il farmaco giusto. Adesso siamo in difficoltà ma ce la faremo. La Lombardia, il Veneto, il Piemonte, la Padania ce la farà» anche perché «secondo Bossi, mentre il nord è maturato, e da quando abbiamo lanciato la Padania si è unito, al sud no, sono tutti separati, si guardano come cani e gatti tra una regione e l'altra».

«Presto la doppia busta paga» - Il leader della Lega Umberto Bossi conferma «la bella sorpresa» ideata da Tremonti che i lavoratori «troveranno in busta paga». Parlando ad un comizio a Ponte di Legno ieri sera, Bossi si è rivolto ai militanti: «Avrete una bella sorpresa fra poco, una grande sorpresa. Il Tfr in busta paga, prima che scompaia anche quello. Come avere due stipendi. L'ha pensato Tremonti, che quando va a casa sua c'è sua moglie che gli rompe le balle: Guarda che qui c'è la gente sempre più povera. Devi fare qualcosa. E qualcosa ha trovato».

«Tremonti non salta» - Tremonti finito a settembre? «E' miopia. Non hai capito un c. Tremonti non salta». Umberto Bossi liquida così, conversando nella notte con i giornalisti a Ponte di Legno, le voci di una possibile «fine» del ministro dell'Economia a settembre.
Riguardo le comunicazioni di Tremonti alle Commissioni parlamentari di giovedì scorso, che lo stesso Bossi ha definito «fumose», il leader della Lega ha spiegato il senso della sua dichiarazione, negando che tra lui e il ministro dell'Economia ci sia stata una contrapposizione: «Io non avevo capito. Io non avrei fatto quella riunione per fare una passerella e far fare una bella figura alla sinistra. Anche perché non avevamo ancora deciso le cose. Fossi stato Tremonti - ha concluso - avrei detto non posso venire, spostiamola».

«C'è gente del nord che ragiona come i terroni» - «C'è gente anche nostra che ragiona come i terroni che pensano che lo Stato mi deve dare. Lo Stato non deve dare niente. E' sufficiente che ci dia la libertà». Per Bossi «L'assistenzialismo è una sempre una rovina. Noi con la capacità di lavoro che abbiamo ce la caviamo».
Comunque, all'interno della Lega, «c'è il diritto di critica», ha assicurato più tardi Bossi conversando con i giornalisti, all'indomani dell'avvertimento del ministro Roberto Calderoli secondo cui per «chi fa distinguo» sulla manovra varata dal governo «quella è la porta». «Però, ha ribadito Bossi, anche molti al nord si sono abituati all'assistenzialismo».

«Brunetta, nano di Venezia, non romperci i coglioni» - Il leader della Lega Umberto Bossi sintetizza così lo scontro nell'ultimo Consiglio dei ministri sulla manovra, in particolare sul capitolo pensioni, che la Lega vuole difendere. «Abbiamo litigato tutto il giorno - ha detto Bossi parlando al comizio di Ferragosto a Ponte di Legno - Prima del Consiglio dei ministri e durante il Consiglio. Col ministro Brunetta per poco non passiamo alle vie di fatto. Brunetta, nano di Venezia, non romperci i coglioni».

«Aumento Iva, stiamo attenti, non so se serve» - Umberto Bossi non è convinto che un eventuale aumento dell'Iva, suggerito ieri dal ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli allo scopo di abbassare le tasse e rilanciare i consumi sia un provvedimento utile e intende parlarne meglio con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. «Stiamo attenti. Trattiamo per vedere se c'è qualcosa di meglio. Stiamo attenti che aumenta tutta la roba. E a quel punto il governo è nei pasticci perché è un governo che taglia le pensioni e aumenta i prezzi». «Non so se quella roba lì serve a un rilancio dell'economia - ha aggiunto Calderoli - Quando vedo Tremonti ne parleremo meglio».

«Modifica tagli ai Comuni, giusta la proposta di Maroni» - Il leader della Lega Umberto Bossi giudica «giusta» la proposta di alleggerire i tagli agli enti locali fatta dal ministro dell'Interno Roberto Maroni ma invita a «non attirare le ire della Banca centrale Europea». «Ho sentito Maroni, vuole fare una modifica alla manovra sugli enti locali. Questo mi sembra giusto. Certo - ha avvertito Bossi parlando ieri sera ad un comizio a Ponte di Legno - non al punto di attirarci le ire della Banca centrale europea che ci deve dare una mano per comprare i titoli di Stato».
Sui tagli agli enti locali il governo «non aveva alternativa», ha spiegato Bossi. Comunque, per il senatùr è stato prioritario difendere prima i pensionati: «Dobbiamo salvare gli enti locali, ma non a costo di affamare la gente. Agli enti locali ci pensiamo in un secondo momento».
» La Bce - ha proseguito Bossi - ci continuerà a chiedere di tagliare le pensioni, quindi tutte le volte dovremo litigare su quello. Ma la Lega tiene botta e non abbandona i poveracci.
Sapevo che avremmo trovato la via per affrontare i tagli agli enti locali, ma tagli alle pensioni sarebbero per sempre».
«Io ho avuto un problema di coscienza - ha aggiunto Bossi - Salvo i poveracci che non hanno niente da mangiare o i comuni? I comuni alla fine se la cavano. Ai comuni abbiamo anticipato il federalismo fiscale, e quindi il comune se vuole può far pagare la tassa di scopo per le infrastrutture».