20 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Omicidio Rea

Arrestato Salvatore Parolisi, il caso spostato a Teramo

Al marito di Melania contestato anche il vilipendio di cadavere in eventuale concorso

ASCOLI PICENO - Salvatore Parolisi è stato arrestato per l'omicidio della moglie Melania Rea, la 29enne di Somma Vesuviana trovata morta il 20 aprile scorso, massacrata con 33 coltellate nella pineta di Ripe di Civitella, nel teramano. Il gip di Ascoli Piceno dichiara inoltre la competenza del giudice di Teramo, condividendo l'eccezione sollevata dalla stessa procura ascolana. Infatti in base alla relazione finale anatomopatologo Adriano Tagliabracci, e soprattutto alla relazione finale sull'analisi della mappatura degli schizzi di sangue, il luogo del delitto accertato è appunto la pineta di Civitella.

Parolisi è stato arrestato dai carabinieri di Ascoli Piceno in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Carlo Calvaresi, su richiesta della procura picena.

L'ordine di custodia cautelare in cercare è stato notificato a Parolisi nella caserma del 235esimo reggimento a Ascoli Piceno dove il caporal maggiore dell'esercito presta servizio. Parolisi al momento sta uscendo dalla caserma per essere condotto nella sede del comando provinciale dei carabinieri.

L'ordine di custodia cautelare in carcere, così come è formulato nell'ordinanza, è stato eseguito per omicidio volontario pluriaggravato: le aggravanti sono date dal rapporto familiare con la vittime, ovvero coniuge di Melania Rea, e dall'avere agito con crudeltà, infierendo anche a vittima agonizzante. Nell'ordinanza è contestato anche il vilipendio di cadavere aggravato, in riferimento alle lesioni post mortem e alle manipolazioni del corpo, in eventuale concorso con una persona non identificata.

Il gip Calvaresi infatti, così come il pm Umberto Monti, nella richiesta di custodia, non escludono quindi l'eventualità che vi sia stato un complice nell'infliggere le ferite post mortem sul corpo di Melania (la svastica incisa sulla coscia, le siringhe conficcate nel corpo).

La procura di Ascoli Piceno inoltre aveva chiesto al gip in via urgente la misura di custodia cautelare motivandolo con la pericolosità sociale dimostrata dall'accusato - secondo quanto rilevato dai pm - che avrebbe mostrato di non saper controllare i propri impulsi (in base alla dinamica del delitto) ma anche l'estrema lucidità dimostrata successivamente nel ricostruire la storia della scomparsa a Colle San Marco pochi minuti dopo il delitto.

In definitiva, nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere il gip di Ascoli Piceno ha sposato le tesi della Procura, riportando in toto la richiesta formulata dal pm Umberto Monti, ed aggiungendo alcune considerazioni relative alla ricostruzione del delitto.