28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Inchiesta P4

In Giunta l'ultima battaglia sul voto per arresto Papa

Opposizioni: «Organismo si esprima». Bossi: «Meglio sì all'arresto»

ROMA - Andrà in scena oggi l'ultimo atto della battaglia nella Giunta per le autorizzazioni sulla richiesta di arresto per Alfonso Papa. E l'esito non è affatto scontato. Le opposizioni vogliono che l'organismo si esprima, anzi ritengono «inevitabile» un passaggio di questo tipo. Ma la maggioranza punta sempre sul non voto, per evitare di costringere la Lega a prendere pubblica posizione: in quel caso, infatti, il Carroccio non voterebbe contro l'arresto del deputato pidiellino, come confermato ieri dal capogruppo Marco Reguzzoni e dallo stesso Umberto Bossi: «Meglio sì per l'arresto, ma non ho ancora parlato con i miei della commissione», ha detto il senatur. L'obiettivo è dunque quello di bypassare la Giunta e approdare direttamente all'Aula e al più rassicurante voto segreto, tanto che il pidiellino Paniz ha già assicurato che non sarà richiesta una proroga dei tempi in Giunta.

La battaglia sarà quindi procedurale. Per le opposizioni un voto della Giunta è dovuto: «Una proposta io la metterò ai voti», afferma il presidente Pierluigi Castagnetti (Pd), visto che proprio oggi scadono i 30 giorni a disposizione per esprimere un parere. Del resto già ieri Castagnetti aveva provato a far votare la Giunta, ma la contromossa del Pdl è stata immediata: il relatore Francesco Paolo Sisto ha ritirato la sua proposta, facendo mancare l'oggetto stessa della votazione, motivando con la necessità di esaminare le 15mila pagine di nuova documentazione consegnate mercoledì da Papa. Quando poi l'Idv Palomba ha provato ad avanzare una sua proposta, ovviamente favorevole all'arresto, è intervenuto Antonio Leone, facendo presente che la Giunta doveva immediatamente sconvocarsi stante l'inizio dei lavori dell'Aula con votazioni. Determinando così l'aggiornamento alle 12 di oggi.

Un copione che potrebbe ripetersi anche nella prossima seduta: poco dopo il termine della Giunta, Sisto ha diffuso una nota in cui precisa che il ritiro della sua proposta è solo «temporaneo». Come a dire che oggi si potrebbe ricominciare da capo. Sfruttando questa volta la convocazione dell'Aula per l'approvazione, con voto di fiducia, della manovra. Ma il Pd prepara già le contromosse, con l'indicazione di non partecipare al dibattito che - viene dato per scontato - la maggioranza proverà ad animare «con intenti dilatori». Insomma, «non cadremo nella trappola». E anche se la maggioranza riuscisse ad evitare il voto nella seduta delle 12, le opposizioni sono comunque pronte a riconvocare la Giunta al termine delle votazioni sulla manovra: «Il termine dei 30 giorni scade alla mezzanotte di domani».

La posizione della Lega, frutto delle divisioni tra maroniani e cerchio magico, provoca dunque «il marasma nella maggioranza», per dirla con il finiano Nino Lo Presti. Il capogruppo Marco Reguzzoni ha provato a sopire lo scontro interno, assicurando la «compattezza del Carroccio». Una nota di cui, prima della diffusione, Reguzzoni ha discusso a lungo con il capogruppo Pdl Fabrizio Cicchitto e poi con i due rappresentanti in Giunta Luca Paolini e Fulvio Follegot. In sostanza, l'ammissione della vittoria della linea 'maroniana', con Reguzzoni che riconosce la «totale indisponibilità» dei due leghisti «a votare contro l'arresto, in assenza degli ulteriori approfondimenti richiesti». Una formula volutamente ambigua, che lascia spazio all'ipotesi dell'astensione, e che soprattutto lascia ancora indeterminato - almeno nel comunicato di ieri di Reguzzoni - l'atteggiamento su un eventuale voto dopo che gli «ulteriori approfondimenti» sono arrivati. Tuttavia, appare ormai difficile che, in caso di voto in Giunta, la Lega possa palesemente 'salvare' Papa: «Il nostro elettorato non lo accetterebbe», taglia corto un esponente 'maroniano'.