25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Manovra finanziaria

Capigruppo alle 13 da Schifani, si tenta di accelerare il varo

Consenso bipartisan a stringere i tempi, molto dipenderà dal Governo

ROMA - Sarà la conferenza dei capigruppo convocata dal Presidente del Senato Renato Schifani alle 13 su richiesta convergente dei gruppi di opposizione Pd-Idv-Udc e di maggioranza Pdl e Coesione nazionale, con «presa d'atto positiva» da parte del capogruppo della Lega, a dire se sarà possibile stringere i tempi del varo della manovra in Senato, previsto comunque entro giovedì prossimo ma che ora si vorrebbe anticipare come «segnale chiaro e inequivocabile» di solidità del sistema politico-istituzionale ai mercati finanziari, dove si muove l'attacco speculativo nei confronti del nostro paese di questi giorni.

L'iniziativa per una ulteriore accelerazione sui tempi è venuta dalle opposizioni che, in risposta all'appello di Napolitano, non hanno mancato di voler rendere concreto la loro disponibilità ad una risposta ed un impegno bipartisan a difesa della tenuta del nostro sistema economico-finanziario. E Napolitano stesso ha voluto pubblicamente riconoscere il valore della scelta delle opposizioni di rimboccarsi le maniche, rinunciare all'ostruzionismo, concordare fra loro poche e comuni richieste a Tremonti di modifiche del provvedimento.

La condicio sine qua non, però, è che all'accorciamento dei tempi si arrivi, appunto, per scelta politica bipartisan. Con in primis la rinuncia alla fiducia che Berlusconi e Tremonti invece già preannunciarono il giorno stesso del Consiglio dei ministri che approvò la manovra. Schifani stesso ieri ha diffuso una nota in cui ha assicurato che, a fronte dell'impegno di tutti a non allungare i tempi dell'iter parlamentare e semmai accorciarli, sarà lui stesso «garante di un ampio dibattito» sulla manovra che prenda in esame le richieste di modifiche dei gruppi rispetto al testo del decreto del Governo già entrato in vigore. Il plurale, però, è d'obbligo. Le richieste di modifiche in preparazione e che dovranno essere depositate entro oggi non riguardano solo le poche e comuni che Pd, Idv e Terzo Polo hanno deciso di presentare. Riguardano anche le richieste che la Lega in primis ma anche Responsabili e settori dello stesso Pdl hanno in cantiere.

Starà al Governo farne la sintesi e da quello dipenderà con ogni probabilità anche la possibilità di cogliere o meno l'opportunità offerta dall'opposizione per un iter della manovra più rapido del previsto. Se la compattezza della maggioranza passasse solo da un maxiemendamento che tenesse fuori le richieste delle opposizioni è probabile che i tempi di esame in Senato torneranno ad essere quelli previsti, la fiducia l'arma più probabile per garantirne l'approvazione senza sorpresa, il voto contrario delle opposizioni una scelta scontata. Ma se invece la sintesi del Governo sulla revisione della manovra riuscisse a tenere dentro non solo le richieste della maggioranza ma anche quelle dell'opposizione, a quel punto la possibile convergenza bipartisan mal si accompagnerebbe alla richiesta di fiducia. E forse la manovra potrebbe non avere il voto contrario dei gruppi di opposizione.