Berlusconi sospetta «fuoco amico»: Giocano sulla mia pelle
Il Cavaliere irritato con il Quirinale, nutre dubbi anche su Lega e Tremonti
ROMA - Infuriato. Così, chi ha avuto modo di parlargli, descrive Silvio Berlusconi per lo stop subito sulla cosiddetta 'salva Fininvest'. Convinto, il Cavaliere, che in molti lavorano per indebolirlo. «Giocando sulla mia pelle», è stato lo sfogo consegnato oggi ai vertici pidiellini con i quali si è trovato a discutere. Infuriato, certo, per «il polverone» sollevato dall'opposizione e «dai suoi giornali». Ma ancor di più sospettoso con chi avrebbe dovuto sposare la battaglia per una norma che il Cavaliere considera «giusta» e invece ha giocato allo «scaricabarile». Una manovra che di fatto ha creato il vuoto attorno al premier e lo ha costretto a mettere nero su bianco nel comunicato la decisione di ritirare la norma contestata. Più di un aspetto non è andato giù a Berlusconi. Il Cavaliere non ha gradito l'atteggiamento di Giulio Tremonti, ma anche la freddezza della Lega e le perplessità del Quirinale, rese pubbliche fin da ieri in via ufficiosa.
I dubbi di Tremonti - Il presidente del Consiglio, al di là di quanto lasciato trapelare ieri da fonti ufficiali, ha molto spinto e molto si è speso per la norma salva Fininvest, della quale pochissimi erano a conoscenza. Insistendo soprattutto con il ministro dell'Economia, che fonti di governo descrivono dubbioso fin dall'inizio sulla reale possibilità che la norma potesse realmente essere approvata. Un sospetto che nel governo fa proprio un ministro che, dietro anonimato, suggerisce: «Tremonti ha lasciato fare, convinto che tanto Berlusconi sarebbe andato a sbattere...».
Fastidio analogo a quello che Berlusconi - raccontano - ha provato nei confronti della Lega. L'alleato padano ha avuto modo di far arrivare al Cavaliere un segnale inequivoco: basta leggi ad personam. In mattinata lo stato maggiore leghista aveva lasciato trapelare tutto lo stupore per una norma capace di «spiazzare» i ministri del Carroccio, che nel testo ricevuto giovedì scorso non ne avevano trovato traccia. Il «profondo malumore» leghista è apparso a molti la pietra tombale su una sortita che già i dubbi del Quirinale avevano contribuito a rendere velleitaria.
Proprio i dubbi del Colle, le indiscrezioni che riportavano dello stupore quirinalizio per la norma, avevano agitato la tarda serata di ieri a Palazzo Grazioli. Stretto nella morsa, consapevole del muro innalzato per stoppare la salva Fininvest, Berlusconi non ha potuto far altro che accettare la situazione e annunciare il passo indietro. Resta lo sfogo del premier, «giocano sulla mia pelle», che fa il paio con il «vogliono rovinarmi» scandito in più occasioni di fronte al rischio di una condanna che potrebbe comportare anche la necessità di vendere le aziende.
- 14/11/2014 «Senza i nostri 500 milioni sarebbe a pezzi»
- 14/11/2014 De Benedetti: Renzi è intelligente, Berlusconi è furbo
- 01/10/2013 «Da Berlusconi un'altra delirante invenzione volgarmente diffamatoria nei confronti del capo dello Stato»
- 18/09/2013 Marina Berlusconi torna all'attacco: «Killeraggio politico disgustoso»