16 ottobre 2025
Aggiornato 03:30
Manovra finanziaria

L'avvertimento del Pd: Opposizione dura a dl con dentro di tutto

I capigruppo Finocchiaro e Franceschini: «La bozza del Governo lascia increduli, misure non necessarie»

ROMA - «I gruppi parlamentari del Partito Democratico sono disponibili ad un confronto parlamentare sulle misure necessarie e urgenti per la situazione economica ma ostacoleranno con ogni mezzo un decreto che diventasse il contenitore onnicomprensivo di tutte le norme che la maggioranza non è più in grado di approvare con leggi ordinarie». Il Partito Democratico, con una dichiarazione congiunta dei presidenti dei gruppi parlamentari Anna Finocchiaro e Dario Franceschini, si dichiarano «increduli» rispetto alla bozza di decreto legge preparata dal Governo per il varo della manovra economica.

«UN MOSTRO GIURIDICO» - «Abbiamo letto una bozza della manovra di finanza pubblica che il governo intenderebbe adottare nelle prossime ore con un decreto legge. Le anticipazioni delle misure diffuse dalla stampa - hanno denunciato i capigruppo Pd - lasciano increduli. Non si possono usare la gravità della situazione economica e gli impegni assunti in sede europea, per presentare un mostro giuridico, una raccolta di norme di carattere ordinamentale, disomogenee e incoerenti, di cui è impossibile cogliere la necessità e l'urgenza, in contrasto o inutili rispetto alle finalità di «stabilizzazione finanziaria» della manovra e in palese violazione con quanto più volte ribadito in sentenze, anche recenti, della Corte Costituzionale (vedi sentenza n. 171 del 2007)».
«E' oltretutto evidente - hanno affermato ancora Franceschini e Finocchiaro - che il Governo intende utilizzare lo strumento del decreto legge come un treno in corsa su cui far salire, all'ultimo momento, con il ricorso ai maximendamenti, altre misure di cui già si parla. E' indubbio peraltro che il passaggio parlamentare sarà poi vanificato, dalla accelerazione che subirà il decreto legge in sede di conversione, per effetto della pausa estiva e dei probabili voti di fiducia, considerato il calendario dei lavori delle Camere e la debolezza politica e numerica della maggioranza».