Niente ministeri al nord nè pedaggio sul GRA
Alemanno: «Grande giornata», Polverini: «Segnale inequivocabile». Zingaretti: «Ci han fatto perdere un sacco di tempo»
ROMA - Si è concluso con una vittoria di Roma (a meno di successive sorprese al momento non prevedibili) lo scontro sul trasferimento dei ministeri al Nord e sul pedaggio sul Grande Raccordo Anulare, dopo il parere favorevole della Camera a tutti gli ordini del giorno contro le richieste leghiste di traslocare alcuni dicasteri fra Milano e Venezia. Un 'successo' reso ancor più dolce dal via libera, sempre a Montecitorio, agli odg che scongiurano l'ipotesi pedaggi sul Gra e sulla Roma-Fiumicino.
ALEMANNO - Una giornata che, però, ha tenuto con il fiato sospeso il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il governatore della Regione Lazio Renata Polverini fino al voto parlamentare. «Questa è una grande giornata non solo per Roma ma per tutta l'Italia, non è una vittoria di Alemanno e di Renata Polverini» ha sintetizzato il sindaco Alemanno, che non ha risparmiato una stoccata alla Lega: «la questione dei ministeri non interessava a nessuno: era soltanto un modo propagandistico per dare fastidio a Roma e raggranellare qualche voto» .
POLVERINI - Ad Alemanno ha fatto eco la Polverini che, sulla questione ministeri, ha sottolineato «il segnale inequivocabile arrivato dal voto: i ministeri devono restare a Roma», e sullo stop ai pedaggi ha chiesto all'esecutivo «di dare seguito agli odg con provvedimenti concreti in modo da escludere in via definitiva l'introduzione di un balzello ingiusto per i cittadini, e in particolare per i pendolari del Lazio».
«Sono convinta - ha aggiunto Polverini - che la Lega rinuncerà alla sua battaglia solitaria e interromperà la raccolta di firme avviata a Pontida. Se così sarà, faremo altrettanto, altrimenti continueremo a tutelare il nostro territorio».
ZINGARETTI - Resta critico, il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, ferreo oppositore delle pretese leghiste: «La sensazione è che ci hanno fatto perdere un sacco di tempo. Speriamo che l'incubo sia finito, cioè questo modo di procedere che ci distrae dai veri problemi italiani. Vigileremo - ha concluso - perchè ho i miei dubbi che lo sia».
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