La Russa: Chi ha perso voti a Milano è la Lega
Per Cicchetto il Pdl deve ritrovare l'umiltà: Altrimenti si fa la fine del Psi di Craxi
ROMA - «La lega si aspettava un esito elettorale migliore. Ha perso 4-5 punti, che sono quelli che ci mancano». Lo ha affermato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa in un'intervista alla Stampa.
LA RUSSA: NESSUNA CONSEGUENZA PER BERLUSCONI DAL VOTO - Sulle possibili conseguenze per il governo in caso di sconfitta ai ballottaggi, La Russa ha puntualizzato: «Nessuna. La frammentazione del voto, la sconfitta mascherata del Pd, la crescita dei partiti anti sistema portano a dire che Berlusconi non rischia. Non vedo possibilità di un governo alternativo. E nessuno credo voglia elezioni anticipate».
NELLA FLESSIONE IL PDL NON C’ ENTRA - «Le cause di una sconfitta o di una vittoria sono molteplici –ha aggiunto il ministro- ma il partito non c'entra: incide non più dell'1-2%. E poi anche a Milano il Pdl al primo turno non è andato male.
Semmai è venuto fuori un risultato meno buono come coalizione».
BERLUSCONI DEVE DARE PIÙ SPAZIO AI COORDINATORI - Secondo La Russa, per il Pdl «questo è un momento delicato e credo sia importante dare linfa al partito. Il piano che ho consegnato due mesi fa a Berlusconi prevede di coinvolgere attorno ai tre coordinatori una parte importante dell'attuale ufficio di presidenza con compiti operativi».
PENSO CHE IL PREMIER SI RICANDIDERA’ - Il ministro smentisce poi le voci di dissidi nel Pdl ma ammette: guai se in un partito ci fosse una pace cimiteriale». Infine, per quanto riguarda il futuro osserva: «non è detto che Berlusconi non si ricandidi alle prossime elezioni, anzi penso che lo farà».
CICCHITTO: LA RICETTA PER IL DOPO VOTO E’ UNA SOLA E SI CHIAMA «UMILTA’» - «Mi creda, c'è una sola parola: umiltà».
In un'intervista al Quotidiano Nazionale, il capogruppo alla Camera del Pdl Fabrizio Cicchitto non mostra particolare turbamento per le fibrillazioni interne al partito e rilancia sull'azione di governo.
VANNO MESSI AL BANDO NARCISISMI ED EGOCENTRISMI - «Prima - dice Cicchitto rispondendo a una domanda sulle liti nel Pdl - ci descrivevate come una caserma dove non si muoveva foglia senza il benestare di Berlusconi. Ora, invece, ci dipingete come l'esatto opposto. C'è una evidente esagerazione mediatica. Tanto per cominciare aspettiamo il quadro definitivo di queste amministrative. Poi ridefiniamo chiaramente quel che il Governo dovrà fare. Compiuto questo passo, che è essenziale, andrà declinata la strategia del partito».
Nel dettaglio, aggiunge, «buttiamo a mare egocentrismi e narcisismi e lavoriamo con in testa una parola faro: umiltà.
L’ARROGANZA DEI DIRIGENTI DI CRAXI E’ COSTATA CARA AL PSI - Esempio: Craxi aveva un partito con dirigenti di altissimo livello. Con un difetto: l'arroganza. Un'arroganza che non ha pagato. E che mai pagherà. Chi invece pratica l'umiltà ce la può fare, specie in un quadro politico complesso come il nostro».
Secondo Cicchitto, «c'è una situazione che va sistemata e razionalizzata secondo regole: non si può reggere con un maxi-partito che si chiama Pdl che ha al proprio interno undici partitini. Quindi, occorre trovare unità e regole che consentano un dibattito ordinato e democratico a tutti i livelli. Ma una volta decisa una linea, a maggioranza o all'unanimità, essa va seguita da tutti. Con lealtà e senso del partito. Senza narcisismi ed esibizionismi».
ABBIAMO SALVATO L’ITALIA CON UNA POLITICA DI RIGORE - Alla domanda sul da dove ripartire col Governo, Cicchitto risponde: «Non sono certo venute meno le ragioni di una riforma globale della giustizia. Anzi. Il problema di questi due difficili anni sta nel saper combinare la politica di rigore che, checché ne dicano gli esponenti della sinistra ha salvato l'Italia ú con elementi che siano di aiuto per lo sviluppo.
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