27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
«Io e Santanchè più che amici»

Sallusti: La Moratti a Milano non vince»

Il Direttore del Giornale: «Candidato debole ma sempre meglio dell'estremista Pisapia»

ROMA - «I toni non c'entrano. Nessuno ha il coraggio di rinfacciare alla Moratti la disfatta, eppure tutti nel partito sapevano che partiva dal 40%: guadagnando un punto e mezzo le è già andata di culo. Nessuno osa dire che ha sbagliato Berlusconi a dare ai giudici dei brigatisti o a fare i comizi sotto Palazzo di Giustizia. Allora dicono che è colpa del Giornale, dei falchi, della Santanchè. Rispondo che sono ipocriti: se critichi il Giornale, che sostiene le posizioni di Berlusconi, critichi il capo del partito». Esordisce così Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, nell'intervista con Vanity Fair nel numero in edicola domani. E sul suo rapporto con Daniela Santanchè rivela: «Daniela è per me una persona importante. Con me in ospedale (si è operato pochi giorni fa al cuore, ndr) c'erano lei e Feltri. Non siamo fidanzati, ma siamo sicuramente più che amici».

«CANDIDATO DEBOLE» - Per Sallusti la Moratti «non ha» speranza di vincere al ballottaggio perchè «era un candidato debole. Negli ultimi sei mesi non ho incontrato una persona di centrodestra disposta a votarla. Ha visioni, penso all'urbanistica e all'Expo soprattutto, che la gente non capisce. Troppi cantieri non finiti, troppe cose fatte solo per le minoranze: le piste ciclabili, per esempio». «Malgrado tutto - continua -, penso davvero che sia molto meglio lei di un pericoloso estremista come Pisapia». Quanto a Berlusconi afferma: «Se non lo critico quasi mai non è perché penso che non abbia difetti, ma perché lo reputo un talento che alimenta la sua genialità anche con i vizi, come Maradona o Michael Jackson. Fondamentalmente sono dei pazzi».