29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Processo Mediaset

L'obiettivo del Premier? La revoca della contumacia in 4 processi

Tre ore in aula, aria annoiata e battute polemiche con il pm De Pasquale. La prossima udienza è stata fissata per il 13 giugno

MILANO - L'obiettivo del 'premier imputato' è la revoca della dichiarazione di contumacia nei quattro processi in cui è imputato. Per questa ragione, dopo la partecipazione all'udienza preliminare Mediatrade, Silvio Berlusconi stamattina si è presentato in aula al processo Mediaset sui diritti tv, dove è accusato di frode fiscale. Il presidente del consiglio entra in aula alle 9.50, prende posto su una comoda poltrona al fianco della panca dove siedono i suoi legali Niccolò Ghedini e Piero Longo. Berlusconi ha l'aria annoiata, davanti a sè una mezza bottiglia d'acqua minerale, si limita a gesticolare e a scambiare qualche parola con Ghedini. Successivamente definirà «surreale» la mattinata passata in tribunale nell'aula grande del primo piano con le gabbie coperte da teloni bianchi «al fine di non far sfigurare la giustizia italiana nel mondo», come aveva spiegato un giudice, subito rimbrottato dai penalisti milanesi che avevano parlato di «ipocrisia» e di «sepolcro imbiancato».

Ma non ci sono telecamere a riprendere gabbie e teloni, non per decisione dei giudici del processo ma per iniziativa della procura generale che come accaduto per il caso Ruby ha tolto tutti i permessi a cineoperatori e fotografi. «Così lo spettacolo lo fanno fuori non dentro il palazzo di giustizia» dice una fonte della procura generale. Comunque per 3 ore Berlusconi sta in aula. Dopo Mediatrade c'è un'altra revoca della contumacia. Mancano al riguardo i processi per i casi Mills (prossima udienza 9 maggio) e Ruby (30 maggio). La revoca della contumacia non significa nulla dal punto di vista processuale perchè l'imputato ha il diritto di essere presente o assente, ma evidentemente il premier ne fa una questione di immagine.

Al processo Mediaset, in corso dal 2006, Berlusconi non era mai venuto. Lo ha fatto oggi. Ne approfitta per esternare in merito alle accuse definendole insussistenti. «Non c'è una prova, un documento a supportarle, sono il frutto solo della fantasia del pm» dice in relazione a Mediaset. E su Ruby afferma di aver dato soldi alla ragazza per evitare che si prostituisse. Berlusconi alla fine dell'udienza va in camera di consiglio a salutare i giudici. Quando esce prima di lasciare il palazzo incrocia i pm Fabio De Pasquale e Sergio Spadaro. Un sorriso e una stretta di mano. Poi il premier non rinuncia a ripetere la battuta che aveva fatto a De Pasquale già nell'aula di Mediatrade. «Lei è il cattivo...». «Si contenga» lo invita il magistrato. «E lei si contenga con le accuse» ribatte il premier. «Le accuse sono il mio lavoro, le battute no», è l'ultima parola del pm. Berlusconi fa per replicare ma De Pasquale si è già voltato dall'altra parte per andare via.

La prossima udienza è stata fissata per il 13 giugno. I giudici si sono riservati la decisione sull'eventuale congelamento della prescrizione proposto dal pm, ma hanno tagliato i testi della difesa. I testi del premier calano da 76 a 22. I giudici in sostanza danno ragione al pm che aveva accusato le difese di aver inserito in lista «anche i passanti. Il signor Simpson per esempio chi è? IO non lo conosco». Nell'aula aleggia il fantasma del «processo lungo» progetto in discussione al Senato e che se approvato imporrebbe ai giudici di accettare tutti i testi proposti dalle difese. Il pm ribadisce che se non si corre ai ripari il processo rischia di morire, il riciclaggio contestato a David Mills va già verso la prescrizione. Ghedini ricorda che la Consulta aveva parlato di «leale collaborazione tra istituzioni» e che i legali potrebbero nel caso servisse chiedere rinvii per legittimi impedimenti. Insomma, la battaglia continua.