18 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Processo breve

Oggi maratona alla Camera dopo «notte lunghi cavilli»

Csm: «E' amnistia». Ma il Pdl tira dritto e al Senato allunga i processi

ROMA - Riparte questa mattina in aula a Montecitorio, dopo l'informativa del ministro Maroni alla Camera sull'immigrazione, la maratona per l'approvazione della cosiddetta legge sul processo breve, ormai nei fatti ridotta al solo articolo che consente la prescrizione abbreviata per gli incensurati, di cui potrebbe avvalersi il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel processo Mills.

Il confronto parlamentare è caratterizzato da un ostruzionismo senza esclusione di colpi da tutti i gruppi dell'opposizione. Ieri a Montecitorio ci sono volute tre ore la mattina (e una possibile telefonata dal Colle alla Camera) solo per l'approvazione del processo verbale. Così come il confronto e le votazioni su emendamenti e articoli alla legge è potuto iniziare solo in notturna. Una seduta da 'notte dei lunghi cavilli', come ribattezzata da alcuni osservatori, che in tre ore ha esaminato e respinto solo quattro degli oltre duecento emendamenti depositati alla Camera per l'esame in aula.

Lo scontro parlamentare sulla giustizia, accompagnato dall'ormai permanente sit in in piazza che accompagnerà la legge lungo tutto il suoi iter parlamentare, si è ancor più scaldato - nel giorno dell'avvio a Milano del processo Ruby a carico del Premier- per il blitz con cui la maggioranza in commissione al Senato ha approvato la nuova 'norma Mugnai' che rende possibile agli avvocati allungare all'infinito (di fatto fino a prescrizione dei reati) la durata dei processi, consentendo di presentare liste senza limiti di nuove testimonianze.

Non è solo l'opposizione parlamentare ad essere «in allarme» per l'accelerazione della maggioranza sulle legge processuali. Il Csm, al termine di una lunga e tesa seduta a palazzo dei Marescialli ha definito in un parere formale «un'amnistia sostanziale di fatto» la prescrizione abbreviate, trasmettendo il documento al ministro Angelino Alfano che ora dovrà decidere se tenerne conto o meno. La bocciatura della legge all'esame della Camera da parte del Csm è avvenuta a larga maggioranza: 21 i consiglieri dell'organo di autogoverno della magistratura a favore, contrari i 4 laici indicati dal centrodestra: Annibale Marini, Filiberto Palumbo, Bartolomeo Romano e Nicolò Zanon. Mentre non ha partecipato al voto il laico leghista Matteo Brigandì.

Dura la reazione della maggioranza. «E' sorprendente - hanno commentato i capigruppo del Pdl in una nota congiunta- la ostinazione con cui il Csm persiste nel voler interferire sul lavoro ancora in corso in Parlamento. Non aiuta certo la leale collaborazione fra istituzioni richiamata dalle istituzioni più alte». «Nessuna interferenza ma pieno rispetto delle prerogative e della legge», ha ribattuto il Vicepresidente del Csm Michele Vietti, esprimendo «l'augurio che il Guardasigilli Alfano ne tenga conto».

Anche l'Anm, per parte sua, in un documento ha voluto rinnovare «la forte preoccupazione della magistratura per il merito e la tempistica delle annunciate proposte di riforma costituzionale e di alcune riforme ordinarie in corso di discussione in Parlamento». E ha ribadito «il forte disagio della categoria per i quotidiani attacchi e per il conseguente clima di tensione, accompagnato anche dall'organizzazione di manifestazioni di piazza in prossimità dei palazzi di giustizia e persino all'interno degli stessi, con grave rischio di turbamento della serenità dei giudici impegnati nella decisione di delicate controversie».