26 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Caso Ruby

Processo lampo, dura molto meno delle interviste post

Pochi minuti per rinviare al 31 maggio. Berlusconi assente e ovviamente contumace fa sapere di essere impegnato a presiedere a palazzo Chigi il comitato denominato «Crisi Libia»

MILANO - Processo che più lampo non si può. Basta una manciata di minuti per rinviare tutto al 31 maggio. Berlusconi assente e ovviamente contumace fa sapere tramite l'avvocato Giorgio Perroni di essere impegnato a presiedere a palazzo Chigi il comitato denominato «Crisi Libia», ma dà il via libera per procedere senza di lui. Perroni aggiunge che il premier «ci sarà sempre in udienza compatibilmente con gli impegni istituzionali».

Durano più le interviste del post che non l'udienza in sè. Interviste attraverso taccuini e registratori. Carta stampata e radio. Le telecamere non ci sono, vietate dal procuratore generale Manlio Minale, «l'uomo vestito di silenzio» come lui stesso si era definito.
L'aula è piena di giornalisti che entrano un'ora prima che il processo inizi e prendono posto. Poi ci sono carabinieri e poliziotti, in divisa e soprattutto in borghese, ma in una quantità assolutamente spropositata, ai limiti dell'incredibile.
Si fa molta fatica a capire la ragione di una presenza così massiccia di forze che potrebbero di sicuro essere utilizzate diversamente. I giornalisti stranieri chiedono ai colleghi italiani: «Ma che cosa c'è sotto quei teli bianchi?». «Ci sono le gabbie, le hanno coperte per non farle vedere». A cosa servono le gabbie«? «Per gli imputati detenuti nei processi di mafia e terrorismo». Gli interlocutori esteri si stupiscono, non si capisce se più delle gabbie o della loro copertura.

Comunque tanto rumore per nulla. Se ne riparlerà il prossimo 31 maggio. I giudici avrebbero voluto fissare il proseguimento per il 18 aprile, ma i legali del premier hanno fatto presente di essere impossibilitati ad aderire all'iniziativa. «Avevamo pensato al 6 giugno - dice il presidente del collegio Giulia Turri - ma poi era sembrata una data troppo lontana». E così si arriva al 31 di maggio.

«A Karima el Mahroug quando cammina per strada arrivano proposte assurde da persone di 60 anni in giacca e cravatta. La ragazza un danno sicuro lo ha subito all'immagine ma non c'è la sede per chiedere il risarcimento» dice l'avvocato Paola Boccardi che alla fine dell'udienza spiega ai giornalisti la decisione di non costituirsi parte civile nel processo a carico di Silvio Berlusconi.
«Ha deciso lei di non costituirsi, è molto giovane, è intelligente, ha capito che la sua decisione di costituirsi sarebbe stata travisata comportando per lei l'etichetta a vita di prostituta. E sarebbe entrata in contrasto con se stessa con quanto dichiarato in precedenza. Ruby dice di non aver mai avuto rapporti sessuali con il premier, nè di aver mai operato la scelta della prostituzione - aggiunge il legale - del resto anche l'accusa di questo processo non è chiara, l'accusa si limita ad affermare che forse qualcosa è successo».

L'avvocato Boccardi resterà nel processo come legale di persona offesa. Potrà presenziare alle udienze, ma avrà poteri limitati non costituendosi. Potrà produrre delle memorie, ma per esempio non potrà fare domande ai testimoni. Ruby, conferma il legale, sarà in aula solo per deporre come testimone e parte offesa, citata per ragioni diverse sia dalla procura sia dalla difesa Berlusconi.

In aula c'è l'avvocato Monica Gambirasio per Arcidonna. Delle costituzioni di parte civile si parlerà alla prossima udienza. Non ci costituirà ma sarà presente in aula l'avvocato Luca Gentili per conto di Giorgia Iafrate, la giovane funzionaria della questura al suo posto di lavoro la notte tra il 27 e il 28 maggio quando Berlusconi telefonò al fine di far affidare l'allora minorenne Ruby fermata per furto a Nicole Minetti.
Degli altri funzionari indicati dai pm Ilda Boccassini, Pietro Forno e Antonio Sangermano come parte offesa non c'è nessuna traccia. Il discorso vale per il ministero dell'Interno.
L'avvocatura dello stato di Milano non ha ricevuto alcuna indicazione per costituirsi parte civile contro il premier.
Esattamente come era avvenuto di recente per un altro processo Mediatrade, frode fiscale e appropriazione indebita.