3 maggio 2024
Aggiornato 08:30
Caso Ruby

La Procura generale contro i Giudici: niente tv in aula

Revocata in sostanza l'ordinanza che ammetteva la Rai nel processo nel quale il Presidente del consiglio Silvio Berlusconi è imputato

MILANO - Non ci sarà nessuna telecamera in aula a riprendere le fasi del processo per il caso Ruby, nel quale il presidente del consiglio Silvio Berlusconi è imputato di concussione e favoreggiamento della prostituzione minorile. L'ordinanza del presidente del collegio giudicante Giulia Turri, che ammetteva la Rai che avrebbe ceduto gratis le immagini a emittenti di tutto il mondo, è stata in sostanza revocata da poche righe firmate dall'Avvocato generale dello Stato Laura Bertolè Viale e dal procuratore generale Manlio Minale, responsabili della sicurezza nel palazzo.

Bertolè Viale (poi confermata da Minale) ha revocato tutti i permessi in precedenza accordati a cineoperatori, fotografi e cameramen per entrare in tribunale nei giorni del 4 aprile (udienza preliminare Mediatrade con possibile presenza del premier), 5 aprile e 6 aprile, giorno di inizio del processo Ruby, anche se si tratterà di un'udienza di mero smistamento. Saranno però consentite le registrazioni audio.

Avvocato generale e procura generale hanno dato ragione alla posizione del procuratore capo Edmondo Bruti Liberati, che si era espresso da subito contro la presenza delle telecamere in aula. Così fotografi e operatori tv non potranno accedere nemmeno ai corridoi limitrofi all'aula grande del primo piano, dove si svolgerà il processo al premier per la vicenda Ruby. E' stato loro vietato l'ingresso nel palazzo di giustizia «per ragioni di sicurezza», come è nelle prerogative della procura generale della Repubblica.

L'unico processo a Berlusconi in cui sono ammesse le telecamere è quello sui diritti tv di Mediaset, ma nel caso in cui alla prossima udienza, l'11 aprile, lunedì, il premier decidesse di partecipare, la procura generale potrebbe replicare il contenuto dell'ordinanza emesso in relazione al caso Ruby. Mediatrade, udienza preliminare è per definizione a porte chiuse. Nel processo per la presunta corruzione di Mills, i giudici hanno mantenuto in vigore la decisione assunta dai loro colleghi che giudicarono il legale inglese: a garantire la pubblicità del dibattimento bastano i giornalisti della carta stampata. All'origine della decisione c'è la differenza tra comunicazione e diffusione.