20 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Processo Mediatrade

Berlusconi va in Tribunale: Fastidio vedere quei PM

Il Premier preoccupato da sondaggi e amministrative. Ma l'incubo è Ruby. Tra le pratiche di cui il Cavaliere si deve occupare c'è anche la seconda tranche del «rimpastino»

ROMA - Sapeva che questa volta non gli sarebbe toccato rispondere a nessuna domanda. Nè aveva dovuto preparare alcuna dichiarazione spontanea. L'importante era esserci, entrare nell'Aula di giustizia di Milano otto anni dopo la famosa udienza per il processo Sme. Perché la strategia di Silvio Berlusconi è quella di far vedere che lui alla giustizia non sfugge affatto ma che anzi è la giustizia (o certi pm) che inseguono lui.

Il processo Mediatrade non è quello per il caso Ruby, in cui i magistrati si preparano a far «sfilare» decine di ragazze per raccontare le notti di Arcore. E davanti al palazzo di giustizia di Milano la «scenografia» che attende il premier è tutt'altro che casuale: a bilanciare chi lo contesta, ci sono i suoi fan convocati via sms dal coordinatore Mario Mantovani. Per loro, ma ovviamente anche a beneficio di telecamere e obiettivi fotografici, il Cavaliere alla fine di una udienza blindatissima che è servita solo per la costituzione delle parti, ha ripetuto la 'mossa del predellino' per dire che era andato «tutto bene» e che intende presentarsi anche nei prossimi appuntamenti.

Non inganni la cordiale stretta di mano con i pm: chi ha avuto modo di parlargli subito dopo l'udienza, racconta di un premier piuttosto infastidito dal fatto di essersi dovuto trovare di fronte a Sergio Spadaro e soprattutto a quel Fabio De Pasquale, che il Cavaliere definì «famigerato». D'altra parte il suo 'mantra' sull'argomento, il presidente del Consiglio lo ha ripetuto anche di prima mattina, ospite della 'Telefonata' di Belpietro. Berlusconi ha ribadito di essere vittima di accuse «infondate e ridicole» messe su da magistrati che tentano di «eliminare il maggiore ostacolo che la sinistra ha nella conquista del potere». Ai suoi interlocutori Berlusconi continua a ripetere che in quei processi non c'è nessuna accusa fondata, che sono stati messi in piedi solo con l'obiettivo di sputtanarlo. E su questo terreno il presidente del Consiglio ha deciso di 'giocare d'anticipo', prima che i riflettori si accendano sul suo vero incubo, cioè il processo Ruby. «Gli italiani devono capire che io sono la vittima, un perseguitato» avrebbe ripetuto. Berlusconi sa bene che l'immagine di un presidente del Consiglio costretto ad andare in tribunale invece che occuparsi per esempio della Libia, può essere un'arma formidabile in campagna elettorale. E il premier, con tutto quello che è successo negli ultimi mesi, punta molto su una vittoria elettorale da 'sfoggiare' mentre i suoi colleghi europei subiscono la 'rivincita' delle sinistre. E poi, viene spiegato, a consigliargli di presentarsi in tribunale sono stati anche i sondaggi: calo dei consensi personali e consistente fetta dell'opinione pubblica persuasa che debba difendersi nel luogo deputato, cioè le aule di tribunale.

Tra le pratiche di cui il Cavaliere si deve occupare c'è anche la seconda tranche del «rimpastino» per saziare gli appetiti dei Responsabili che, peraltro, domani dovrebbero incontrare Denis Verdini anche per parlare di questo. Alcuni rumors riferiscono che già nel Cdm convocato per mercoledì per affrontare l'emergenza immigrati, il premier potrebbe nominare tre vice ministri. Berlusconi preferirebbe comunque aspettare che l'Aula si esprima sul conflitto di attribuzione per il caso Ruby. Ma i nuovi upgrade non riguarderanno soltanto i deputati del gruppo nato dopo il 14 dicembre: a breve ci potrebbe essere anche la nomina di Giuseppe Galati a sottosegretario in quota 'Cristiano popolari'. Dovrebbe essere lo stesso premier a fare l'annuncio giovedì quando parteciperà all'Assemblea della formazione di Mario Baccini.