24 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Anche per Bossi il capo dello stato «ha fatto un buon discorso»

Napolitano: Bisogna essere italiani senza se e senza ma

Il Presidente della Repubblica: «Il Sud deve riflettere su se stesso, ma nessuno può sottrarsi alle proprie responsabilità»

ROMA - «Poiché l’Italia si è liberata dalla «boria del nazionalismo» ora «nessun impaccio è giustificabile, nessun impaccio può trattenerci dal manifestare la nostra fierezza nazionale».
«Solo con coesione l'Italia vince le sfide».
Non ci sono nè scuse nè giustificazioni per non essere «fieri» della propria nazione. Ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando davanti alle Camere riunite per il 150° anniversario dell'unità d'Italia.

NAPOLITANO: SOLO UNITI SI VINCE - L'Italia riuscirà a superare le prove e le sfide che la attendono «a una condizione: che operi nuovamente un forte cemento nazionale unitario non eroso e dissolto da cieche partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabilità», ha aggiunto il Capo dello Stato.

IL FEDERALISMO DEVE RAFFORZARE L’ITALIA, NON DIVIDERLA - Il federalismo deve rafforzare le basi dell'unità nazionale, non deve avvenire il contrario. E' il monito lanciato dal presidente della Repubblica.
«Oggi dell'unificazione celebriamo l'anniversario - ha aggiunto - vedendo l'attenzione pubblica rivolta a verificare le condizioni alle quali un'evoluzione in senso federalistico, e non solo nel campo finanziario, potrà garantire maggiore autonomia e responsabilità alle istituzioni regionali e locali rinnovando e rafforzando le basi dell'unità nazionale. E' tale rafforzamento, e non il suo contrario, l'autentico fine da perseguire».

IL SUD FACCIA AUTOCRITICA, MA E’ DI TUTTI - Riguardo alla «questione cruciale» dal divario tra Nord e Sud «vale il richiamo» per fare del 150° dell'unità d'Italia «l'occasione per una profonda riflessione critica, per quello che ho chiamato 'un esame di coscienza collettivo'». E' il richiamo di Napolitano, il quale ha precisato che tutti devono farlo: «Un esame a cui in nessuna parte del paese ci si può sottrarre e a cui è essenziale il contributo di una severa riflessione sui propri comportamenti da parte delle classi dirigenti e dei cittadini dello stesso Mezzogiorno».

SODDISFATTO PER IL RILANCIO DEL’INNO, DEL TRICOLORE E DEI SIMBOLI - Un grazie a tutti coloro che hanno contribuito a «questo dispiegamento di iniziative e contributi». Il Capo dello Stato espresso «soddisfazione» anche per un rilancio, mai così vasto e diffuso, dei nostri simboli, della bandiera tricolore, dell'Inno di Mameli, delle melodie risorgimentali. Ma non cedere a racconti storici edulcorati«

LA COSTITUZIONE E’ VALIDA ANCHE SE PUÒ EVOLVERSI - La Costituzione è fondata «su un sistema di principi e di garanzie da cui l'ordinamento della Repubblica, pur nella sua prevedibile e praticabile evoluzione, non può prescindere», ha sottolineato Giorgio Napolitano.

BOSSI TACE MA BATTE I PUGNI QUANDO NAPOLITANO PARLA DELL’ ITALIA»UNA» - Nessun applauso dei leghisti presenti nell'aula di Montecitorio al discorso del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per i 150 anni dell'Unità d'Italia.
Restano immobili i ministri Umberto Bossi e Roberto Maroni e la sottosegretaria Sonia Viale, mentre i loro colleghi ai banchi del governo applaudono diversi passaggi dell'intervento del capo dello Stato.
Da rilevare soltanto il gesto del leader della Lega che quando Napolitano parla dell'Italia «una» - uno dei passaggi più applauditi - si limita a battere per tre volte i pugni sul suo banco.

MA IL SENATUR ALLA FINE DICE: E’ STATO UN BUON DISCORSO - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, «ha fatto un buon discorso». Lo ha detto il leader della Lega Umberto Bossi, al termine della cerimonia a Montecitorio.

CALDEROLI SI AFFACCIA, POI SE NE VA - E' stata solo una breve apparizione quella del ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli in aula alla Camera dove si sta svolgendo la cerimonia solenne per i 150 anni dell'Unità d'Italia. Il leghista, infatti, ha fatto il suo ingresso nell'emiciclo insieme agli altri due ministri del Carroccio Umberto Bossi e Roberto Maroni pochi minuti prima dell'inizio della seduta comune del Parlamento, ma poi, complice il 'pienone' ai banchi del governo, è uscito dall'aula.

FINI: LO STARE INSIEME PREVALGA SUGLI EGOISMI - Le «ragioni dello stare insieme» debbono prevalere sugli «egoismi» di parte, siano essi «geografici o sociali». E' il monito lanciato dal presidente della Camera Gianfranco Fini, nell'intervento in Parlamento per la celebrazione del 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia.
L'auspicio di Fini è «far prevalere le ragioni dello stare insieme su ogni strisciante egoismo di parte, sia esso geografico o sociale. Un impegno da onorare oggi e per gli anni a venire».

PRESENTI A MONTECITORIO BERTONE E BAGNASCO - Sono stati presenti anche i cardinali Tarcisio Bertone e Angelo Bagnasco in aula alla Camera dove si è svolta la seduta comune del Parlamento in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Il segretario di Stato Vaticano e il presidente della Cei erano seduti, in prima fila, in una delle tribune.

SOLO CINQUE LEGHISTI IN AULA - Sono stati soltanto cinque i leghisti presenti in aula alla Camera in occasione della seduta comune del Parlamento convocata per celebrare i centocinquant'anni dell'Unità d'Italia: oltre ai tre ministri Umberto Bossi, Roberto Calderoli e Roberto Maroni, è stata presente la sottosegretaria Sonia Viale e il deputato Sebastiano Fogliato.

BERSANI: CHI GIURA SULLA COSTITUZIONE O E’ COERENTE O VA A CASA - «Chi giura sulla Costituzione e sulla bandiera o è coerente o va a casa, e il presidente del Consiglio deve rendere conto». Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, commentando le critiche della Lega sulle celebrazioni per l'Unità d'Italia.

STANDING OVATION PER NAPOLITANO - Lungo applauso di tutta l'aula della Camera per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Al momento del suo ingresso nell'emiciclo tutti i deputati e senatori presenti si sono alzati in piedi per salutare il capo dello Stato presente a Montecitorio per la cerimonia solenne dei 150 dell'Unità d'Italia.

SCHIFANI: L’AMMODERNAMENTO DELLO STATO NON DEVE ESSERE CONTRO UNA PARTE - «L'unità d'Italia è la cornice essenziale, la rete ideale che sorregge le autonomie e i territori. I progetti di riforma che si stanno realizzando per la giusta valorizzazione delle realtà più vicine al cittadino saranno duraturi solo se capaci di abbattere le ineguaglianze, vincere le diffidenze, accomunare Nord e Sud del Paese, proiettandoli verso l'unico destino di una Nazione consapevole e matura». Lo ha detto il Presidente del Senato, Renato Schifani, nel suo intervento in Aula a Montecitorio alla celebrazione dell'anniversario dell'Unità d'Italia.
«L'ammodernamento delle strutture, delle amministrazioni, della gestione della cosa pubblica è urgente, non più rinviabile. Sarà efficace se verrà realizzato non contro una parte del Paese, ma al fine di rendere ogni realtà territoriale protagonista del rilancio e del riscatto dell'intero sistema Italia», ha aggiunto..