18 aprile 2024
Aggiornato 09:00
33 astenuti e 14 contrari

Quote rosa, sostanziale unanimità gruppi Senato: E' una buona legge

Il «grosso» del palazzo è a favore del ddl che impone dal 2015 una quota minima del 30% di donne nei Cda delle aziende quotate

ROMA - Sostanziale unanimità in Senato sul ddl che impone dal 2015 una quota minima del 30% di donne nei Cda delle aziende quotate in borsa. L'Aula di palazzo Madama ha infatti licenziato con 203 voti a favore, 14 contrari e 33 astenuti il ddl, che torna alla Camera per una terza lettura.

Per il governo ha preso la parola il sottosegretario alle Pari Opportunità, Sonia Viale. «Il testo del disegno di legge sulle quote rosa nei cda, licenziato all'unanimità dalla commissione Finanze - ha detto - è equilibrato e ragionevole, con significative e importanti novità rispetto al testo originario approvato dall'altro ramo del Parlamento». Di contro, il senatore Carlo Giovanardi, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, ha invece annunciato la propria astensione al voto sulla norma, sottolineando che «questo ddl sospende i dettami dell'articolo 3 della Costituzione».

Durante le dichiarazioni di voto sul ddl, tutti i portavoce degli schieramenti hanno avuto parole di plauso per il ddl. Pieno appoggio da parte del Pdl: «Le leggi - ha detto il capogruppo, Maurizio Gasparri - servono talvolta per stimolare tendenze che stentano ad affermarsi nel Paese». Ringraziamento al capogruppo per l'impegno profuso e al presidente del Senato da parte della senatrice Pdl Cinzia Bonfrisco, la quale ha sottolineato il buon lavoro svolto da commissioni e governo. Parole di plauso anche da parte della capogruppo del Pd Anna Finocchiaro: «Ai colleghi che in quest'Aula hanno sottolineato che con questo disegno di legge si introduce una discriminazione che potrebbe essere in contrasto con l'articolo 3 della Costituzione - ha detto - rispondo che, sì, si tratta di una discriminazione positiva, realizzatrice della seconda parte dell'articolo 3 della Carta che allude all'uguaglianza sostanziale dei cittadini per l'ingresso delle donne nelle società quotate in borsa».

Secondo la senatrice Giuliana Carlino, dell'Idv, poi, «le cosiddette quote rosa non rappresentano una discriminazione nei confronti degli uomini, ma piuttosto un mezzo verso la piena parità tra donne e uomini. Non sussiste più alcuna giustificazione del ritardo, il provvedimento che stiamo per approvare costituisce una tappa fondamentale di un percorso importante per superare quelle barriere culturali per cui la donna, soprattutto nel mondo del lavoro, è ancora fortemente discriminata sia per tasso di occupazione che per differenza salariale».

Fuori dal coro, invece, il senatore leghista Roberto Mura che, pur avendo annunciato voto favorevole al ddl da parte del suo gruppo, ha sottolineato che con questa legge si «crea un privilegio femminile per legge. Le donne - ha specificato Mura parlando in aula - non hanno bisogno di privilegi, ma di diritti e responsabilità. Se fossi una donna - ha aggiunto - mi sentirei umiliata per essere stata nominata in base ad una legge». E qui è scattato l'applauso da parte di molti senatori, mentre altri hanno rumoreggiato in segno di protesta.

Altra voce fuori dal coro, quella della senatrice Poli Bortone, che ha detto che questa legge testimonia il «fallimento della società, che non è riuscita a sancire il valore dei singoli, a prescindere dal genere di appartenenza. Apprezzamento totale invece alle donne che credono al valore delle quote, perchè a fronte di un fallimento hanno ritenuto che questo tema continua a essere di necessità, per tentare di creare una sorta ri riequilibrio» «per non turbare il lavoro dell'Aula e non privarla dell'unanimità - ha quindi annunciato Poli Bortone - mi asterrò dal votare». DOpo di lei, con i medesimi toni, è intervenuta anche la vicepresidente del Senato Emma Bonino, annunciando l'astensione dal voto dei Radicali.