29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
8 Marzo

Vaticano tra caso Caritas e ipotesi «cardinalesse»

La proposta dei gesuiti Usa: ammettere laici e donne all'interno del collegio cardinalizio. Il mancato rinnovo della Knight

ROMA - Se Papa Benedetto XVI, come il suo predecessore, hanno sempre valorizzato il «genio femminile» e l'importanza che le donne vengano coinvolte nella vita della Chiesa e della Curia, sono stati i gesuiti americani, recentemente, a rompere gli schemi con una proposta rivoluzionaria: ammettere laici e donne all'interno del collegio cardinalizio.

Partendo dallo scandalo della pedofilia, la rivista statunitense America ha dedicato un editoriale di fine febbraio al tema 'Laici vicini ai vertici?' (Laity Near the Top?). «Nel contesto attuale un progetto di riforma appare essenziale per ringiovanire la leadership della chiesa e dare maggior voce all'intera comunità ecclesiale. Da dove cominciare? Nessuno - hanno scritto i gesuiti Usa, suscitando un intenso dibattito online sul sito della loro rivista - intende anticipare cambiamenti circa l'attuale disciplina che regola il celibato o le decisioni del magistero in merito all'ordinazione delle donne, ma esistono altri modi per riformare le strutture della chiesa e permettere alle donne e agli uomini coniugati di partecipare alle responsabilità del governo della chiesa. Una proposta sarebbe semplicemente quella di ammettere dei laici all'interno del Collegio dei cardinali. La chiesa potrebbe così continuare nella tradizione di un sacerdozio tutto maschile, ma trasformare, però, questa sorta di 'club per soli uomini' in una chiesa che abbia un volto che assomigli di più a quel popolo di Dio, come viene delineato dal Concilio Vaticano II».

La proposta intermedia di America è stata quella di dare maggior peso alle donne negli organismi direttivi delle diocesi e della Curia romana. Una eventualità che - sottolinea in un intervento pubblicato sull'Osservatore romano in coincidenza con l'otto marzo - una funzionaria vaticana considera già attuale. «Al servizio della Santa Sede lavorano da anni molte donne - religiose e laiche - che con la loro specifica sensibilità e creatività danno un contributo importante al governo della Chiesa», ha detto al giornale vaticano Alessandra Ciattini Montanini del Pontificio consiglio per la Pastorale della salute. «Ai livelli più alti ci sono oggi due donne, una religiosa e una laica, con l'incarico di sotto-segretario: suor Enrica Rosanna, nella Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, e Flaminia Giovanelli, nel Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Un'altra laica, Jeanne Baptistine Ralamboarison, è segretaria generale della Pontificia Opera Missionaria della Santa Infanzia. Collegati al governo centrale della Chiesa, moltissimi ruoli di alta responsabilità sono affidati a donne: penso, per esempio, a Maria Voce, presidente del movimento dei Focolari, il cui statuto di fondazione prevede espressamente l'attribuzione della presidenza a una donna. Anche altri importanti movimenti e congregazioni religiose - attualmente quelle femminili sono più di mille - sono guidati da donne».

La funzionaria vaticana risponde anche ad alcune critiche di Lesley-Anne Knight, il segretario generale uscente di Caritas internationalis. La vicenda risale a qualche tempo fa. Il settimanale britannico 'Tablet' ha rivelato che il Vaticano ha bloccato la rielezione di Knight alla testa dell'organizzazione che riunisce le associazioni caritative cattoliche di tutto il mondo. Con una lettera datata 5 febbraio, il presidente dell'organizzazione, il card. Oscar Rodriguez Maradiaga, ha informato della decisione della Segreteria di Stato vaticana le Caritas di tutto il mondo, senza però spiegare i motivi del rifiuto. In risposta, Caritas Internationalis ha chiesto al Vaticano di «ripensare la propria decisione», ribadendo la propria stima per l'attuale segretario generale. Knight sarebbe stata criticata in Vaticano, scrive il settimanale, per «non aver fatto abbastanza per imprimere una identità cattolica e un senso di evangelizzazione alla missione e all'attività dell'organizzazione». La stessa Knight, in un recente intervento, ha scritto: «Ogni tanto mi viene chiesto come mai, come organizzazione cattolica, aiutiamo anche persone di altre fedi, come musulmani e buddhisti. La mia risposta è che aiutiamo la gente non perché loro sono cattolici, ma perché noi siamo cattolici».

Sull'Osservatore romano, la signora Ciattini Montanini oggi risponde ad un'altra affermazione di Knight, che ha riferito di non aver mai avuto un incontro con il cardinal Bertone. «Gli incontri di lavoro con il segretario di Stato avvengono di norma con i capi dei dicasteri. Ma proprio per assicurare maggiore attenzione all'immensa galassia delle realtà ecclesiali, femminili e maschili, egli si avvale di un'efficace rete di collaboratori composta dai segretari, dai sotto-segretari e dagli officiali dei dicasteri di Curia». Più in generale, «senza negare l'importanza» di Caritas internationalis, «sarebbe più corretto dire che Knight è una delle migliaia di donne che hanno importanti responsabilità di direzione nella Chiesa universale».