29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Caso Ruby

Saviano: Berlusconi? Un nonno solo. Marina mi attacca per paura

Lo scrittore a Fazio: «Facciamo insieme un nuovo programma». Capezzone: «Ha scelto una strada in discesa, quella dell'omologazione e del conformismo»

ROMA - Roberto Saviano arriva negli studi di Che tempo che fa», il programma di Fabio Fazio e subito promette che farà un'altra trasmissione insieme al conduttore, dopo il successo di 'Vieni via con me», ma il vero affondo arriva quando si parla del caso Ruby, da cui emerge una figura «di solitudine», di «un nonno».
«Quando ho letto le carte - ha detto infatti lo scrittore - non mi è venuto un senso di nausea ma, se tutto fosse confermato, un sentimento di tristezza, di solitudine per un nonno che si trova in una situazione del genere. Dove è il puritanesimo, il moralismo in tutto questo?. C'è voglia di dire che il Paese è altro, il paese sorride, vuole vivere. È tutt'altro che una sessualità che arriva allo scambio, all'estorsione, al racket».

Poi, Saviano ha parlato anche della figlia del premier, Marina: «Questa contraddizione su di me - ha detto - è diventata pesante perché non ci si può professare editore libero e poi, quando qualcosa non va, darmi addosso, cosa che non è stata fatta con altri autori che pure hanno criticato il governo. L'ho visto come una paura politica da parte di Marina Berlusconi che forse non ha avuto il coraggio di dirmi chiaramente che non sopportava più i miei discorsi».
«La prima volta - ha aggiunto lo scrittore - sono stato attaccato da Marina Berlusconi quando il premier disse con un messaggio molto duro che 'Gomorra faceva male all'Italia', come se chi scrive queste cose ne fosse responsabile. Marina è intervenuta da editore difendendo il padre». La seconda volta quando Saviano dedicò la laurea ad honorem ai magistrati milanesi: «Eppure avevo pensato a Ilda Boccassini perché aveva seguito le inchieste sulla mafia».

Immediata la replica allo scrittore da parte del portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, che bolla la condotta dell'autore di Gomorra come «la scelta di una strada in discesa, quella dell'omologazione e del conformismo». Secondo Capezzone, infatti, Saviano «non si discosta dalla linea dettata dai manettari di centrosinistra e dalla sinistra editoriale di Repubblica».