Nanni Moretti: Berlusconi come il Caimano, ma l'Italia non insorgerà
«Siamo in Europa, la gente pensa piuttosto come sbarcare il lunario. Colpe della sinistra sul conflitto di interessi»
ROMA - «Sembra che il finale del Caimano sia esattamente il Berlusconi di questi giorni» ma l'Italia non è «un Paese di insurrezioni». Lo dice il regista Nanni Moretti in un'intervista a Eugenio Scalfari oggi su Repubblica, precisando: «Siamo in Europa, la gente pensa piuttosto come sbarcare il lunario e non ai vizi di Berlusconi o a quelli dei magistrati che secondo lui lo perseguitano. Ma quanto doveva accadere ormai è accaduto. La bomba è scoppiata e non restano che rovine fumanti».
«Questa storia - prosegue - comincia nel 1994, quando prese il potere per la prima volta. Non era mai accaduto che un 'tycoon' della televisione diventasse capo del governo mettendo insieme le sue televisioni private e quella pubblica. Un gigantesco conflitto di interessi che la sinistra avrebbe dovuto sollevare subito, prima, durante e dopo le elezioni che comunque furono perse». Il conflitto di interessi, aggiunge, «avrebbe dovuto essere il tema numero uno. Le televisioni sono lo strumento principale di Berlusconi che le usa con una spregiudicatezza raccapricciante. In più ha anche in mano il cinema attraverso la Medusa, il suo dominio sulle comunicazioni è pressochè totale. L'opinione pubblica italiana si forma per l'80 per cento sulle televisioni, così è nato il berlusconismo e così rischia di perpetuarsi».
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