28 agosto 2025
Aggiornato 00:00
Università

Riforma al via tra le denunce degli studenti

Link: «D'ora in poi gli iscritti al triennio estromessi dai progetti di ricerca. L'ennesima prova dell'incapacità del ministro e dei suoi collaboratori»

ROMA - A 15 giorni dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale, domani la riforma dell'università entrerà in vigore. E ancora una volta non mancano le polemiche: ad innescarle sono gli studenti di Link-coordinamento universitario, che oggi hanno messo in risalto l'estromissione, prevista dal comma 5 dell'articolo 18 della stessa legge n. 240/2010, degli studenti delle lauree triennali tra le figure accademiche che si occupano della realizzazione dei progetti di ricerca e delle tesi di laurea sperimentali.

«Nell'elenco di figure universitarie - dichiara il coordinatore di Link Claudio Riccio - vi sono solo una parte dei ricercatori, alcune figure di assegnisti, escludendo buona parte delle figure precarie, come già denunciato dal Coordinamento precari dell'università. Ciò che ancora non è emerso è che in questo elenco non vi sono inseriti gli studenti delle lauree triennali». Secondo il rappresentante dell'associazione studentesca «ciò comporterà, a partire da domani, che gli studenti dei corsi di laurea triennale che stanno svolgendo progetti di ricerca e tesi di laurea sperimentale, non avranno più la copertura legale per farlo e dovranno essere allontanati dai laboratori ed esclusi dai gruppi di ricerca».

Durissimo il giudizio finale del coordinatore di Link: «la riforma che, secondo la ministra Gelmini, dovrebbe avvicinare gli studenti al mondo del lavoro, in realtà impedisce loro di fare un'esperienza reale di ricerca sperimentale fin dai primi tre anni di università. Invitiamo da subito tutti gli atenei ad intraprendere azioni nei confronti del Miur, affinchè venga garantito a tutti gli studenti la possibilità di svolgere attività di ricerca. Questa vicenda , - conclude Riccio - è l'ennesima prova dell'incapacità del ministro e dei suoi collaboratori, oltre che del disinteresse di questa maggioranza nei confronti della ricerca».