30 luglio 2025
Aggiornato 18:30
Il Pdl cambia strategia in Giunta

«Caso Ruby? Berlusconi ha agito da Premier»

Gli avvocati del Cavaliere hanno prodotto la dichiarazione della ragazza in cui afferma di aver detto di essere parente del presidente egiziano: quindi chiedono che gli atti passino al tribunale dei m

ROMA - Il Pdl cambia la sua strategia in Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio dove si sta esaminando la domanda della Procura di Milano di poter perquisire degli uffici che fanno capo a Silvio Berlusconi nell'ambito dell'inchiesta sul caso Ruby. Il capogruppo in Giunta Maurizio Paniz ha infatti chiesto che la Camera restituisca gli atti a Milano e sollevi un conflitto di attribuzioni davanti alla Corte costituzionale perché competente sui fatti sarebbe il Tribunale dei ministri in quanto il presidente del Consiglio, telefonando in Questura per aiutare la ragazza marocchina, agì per questioni internazionali ritenendo che Ruby fosse la nipote di Mubarak.

GHEDINI E LONGO: BERLUSCONI HA CREDUTO A RUBY - Dalla relazione di Antonio Leone (Pdl) in Giunta era emersa l'intenzione di chiedere semplicemente il diniego dell'autorizzazione. Oggi, invece, il cambio di linea supportato per altro dalle indagini difensive, condotte dai legali del premier Niccolò Ghedini e Piero Longo e depositate in Giunta, nelle quali sono contenute delle dichiarazioni scritte di Ruby in cui la ragazza afferma di essersi presentata a Berlusconi come la nipote di Mubarak.
La proposta del Pdl è stata recepita dal relatore di maggioranza Antonio Leone e sarà sottoposta al voto della Giunta. Una volta in Aula, l'Assemblea dovrà esprimersi sulla richiesta con voto palese mentre nel caso di voto sul sì o no all'autorizzazione è possibile chiedere lo scrutinio segreto.

DONADI (IDV): GLI AVVOCATI FANNO PASSARE IL PREMIER PER MENTECATTO - «Dire, come fa il Pdl, che la competenza su Ruby è del tribunale dei ministri, in quanto Berlusconi era sinceramente convinto che Ruby fosse la nipote di Mubarak, come lei stessa gli aveva raccontato, significa, né più né meno, far cadere Berlusconi stesso dalla padella nella brace, facendolo passare per mentecatto». Il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi ironizza sulla nuova strategia adottata in Giunta dal partito del Premier contro l'autorizzazione a procedere sul caso Ruby chiesta dai pm milanesi.

NEMMENO UN BAMBINO AVREBBE FATTO UNA VERIFICA DAVANTI ALLA BALLA DI RUBY - «Un presidente del Consiglio che mette in gioco il suo prestigio, la sua onorabilità, oltre che la reputazione dell'intero paese, forzando le decisioni della questura in quanto abbindolato dalla storiella sconclusionata di una procace ragazzina, che non avrebbe incantato neanche un bambino di cinque anni - sottolinea Donadi- non significa altro che affermare che Berlusconi è un povero mentecatto, incapace di discernere tra il vero e le balle più colossali. Talmente sprovveduto e superficiale da non far fare neanche una telefonata all'ambasciata egiziana all'ultimo dei suoi assistenti. Insomma, un comportamento veramente ebete, al punto da apparire altrettanto grave, per quanto riguarda l'adeguatezza a ricoprire incarichi di governo, di quanto ipotizzato dalla procura di Milano. Insomma, peggio la pezza del buco».

ORLANDO (PD): BASTA AGGREDIRE CHI FA IL PROPRIO DOVERE - » Sul caso Ruby il Pd chiede al premier di «fermare la macchina del fango prima che si determinino ulteriori danni alle istituzioni garanti della legalità e della sicurezza dei cittadini». «E' vergognoso - protesta il presidente del forum Giustizia, Andrea Orlando - che chi è chiamato a rispondere di responsabilità penali ben precise anziché discolparsi nelle sedi opportune consenta che i propri giornali cerchino di delegittimare chi fa il proprio lavoro».

VIENE PUNITO CHI HA COMBATTUTO LA MAFIA - Per l'esponente Pd «l'aggressione ai magistrati che indagano sul caso Ruby non solo si realizza nei confronti di coloro che con il loro lavoro hanno inferto colpi durissimi alla corruzione e alla criminalità organizzata». «E' anche grazie a loro che il governo, presidente del Consiglio compreso, ha potuto vantarsi dei risultati realizzati nella lotta alla mafia e sbandierare con cadenza settimanale la cattura di pericolosi latitanti o il sequestro di ingenti fortune», conclude Orlando.

PODESTA’ (PDL): RIFIUTO I PROCESSI FATTI SUI GIORNALI O IN TV - Le nuove carte sul caso Ruby inviate dalla Procura di Milano al Parlamento non scalfiscono il garantismo di Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano, che ribadisce l'assenza di collegamenti tra la sua scelta di abbandonare la guida del Pdl in Lombardia e l'inchiesta milanese. «C'è una magistratura inquirente che indaga, che può mettere in accusa delle persone, ma credo che sia veramente alla base del convivere civile, così come previsto dalla nostra Costituzione, di considerare le persone innocenti finché non c'è una sentenza passata in giudicato» ha detto a margine delle celebrazioni per la Giornata della Memoria al Binario 21.

NESSUN COLLEGAMENTO FRA LE MIE DIMISSIONI E IL CASO RUBY - «Rifiuto che ci siano sentenze - ha aggiunto - fatte sui giornali o in tv, non è pensabile. Ogni persona ha il diritto di potersi difendere e chiarire della situazioni, spero che ci sarà modo anche da parte di coloro che in questo momento si trovano in questa situazione di poterlo fare». Quanto alle sue dimissioni dal Pdl, ha aggiunto, collegarle a un presunto dissidio con Silvio Berlusconi sul caso Ruby è una cosa che «non esiste.
Abbiamo tanti impegni - ha detto riferendosi anche alle dimissioni del vicecoordinatore lombardo, Massimo Corsaro - e riuscire a dare risposte positive non è esattamente facile».
Nessun segnale quindi di debolezza del Pdl in Lombardia, ma solo l'esigenza, a suo parere, di potersi dedicare in pieno a incarichi istitruzionali.

DIEGO DELLA VALLE: PARLO SOLO DI COSE LEGATE AL LAVORO - «Commento solo cose legate al lavoro e all'Italia che funziona». È quanto ha detto Diego Della Valle rispondendo, a margine di un convegno alla Bocconi dedicato alle imprese, a chi gli ha chiesto che idea si sia fatto del caso Ruby.

I VERTICI DEL PDL CONVOCATI A PALAZZO GRAZIOLI - Anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini, prende parte al vertice che il premier Silvio Berlusconi sta tenendo a Palazzo Grazioli con lo stato maggiore del Pdl. Il titolare della Farnesina è giunto nella residenza romana del Cavaliere intorno alle 15.

SONDAGGIO CRESPI: BERLUSCONI PERDE 4 PUNTI - La fiducia in Silvio Berlusconi dopo l'esplosione del caso Ruby è crollata di quattro punti, scendendo a gennaio al 33% rispetto al 37 di dicembre. E' il risultato dell'Osservatorio politico di Crespi Ricerche pubblicato in esclusiva da Affaritaliani.it.
La rilevazione periodica sui partiti, condotta nei giorni scorsi, vede il Pdl al 27% e il Pd al 23%. Ma la quota degli indecisi (42%) supera sia la somma dei consensi per le forze de centrodestra (41,6%) che quella del centrosinistra (40,4%). Il Terzo Polo viene dato al 16,2%. I ministri più apprezzati del governo sono risultati Renato Brunetta e Giulio Tremonti (47%). A fondo classifica, invece, Sandro Bondi, Michela Brambilla e Raffaele Fitto con il 32%.