18 agosto 2025
Aggiornato 11:30
Battaglia parlamentare

Ruby, gli atti alla Camera

Per Pd-Idv Berlusconi deve dimettersi. Il Pdl pensa al rinvio al Tribunale dei Ministri. Ma serve quota 316

ROMA - La battaglia parlamentare sul caso Ruby entrerà nel vivo mercoledì, quando la Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio inizierà a discutere sulla richiesta dei pm di Milano di poter perquisire gli uffici di Segrate che fanno capo al premier Silvio Berlusconi e le reazioni suscitate dai contenuti trapelati delle 389 pagine trasmesse alla Camera promettono che sarà infuocata: Pd e Idv chiedono al presidente del Consiglio di dimettersi, il Pdl, con Fabrizio Cicchitto, grida al «blitz militare» e minaccia nuovamente le elezioni anticipate per «tutelare la libertà in questo paese».

I componenti della Giunta presieduta dal democratico Pierluigi Castagnetti hanno iniziato a consultare le carte nel primo pomeriggio, quelli di opposizione ne sono usciti allibiti e convinti che contengano «prove schiaccianti» contro il premier. La consultazione proseguirà domani, quindi la Giunta avrà 30 giorni di tempo per decidere. Davanti al relatore del dossier Antonio Leone (Pdl) ci sono due possibilità: proporre di respingere la richiesta di autorizzazione alla perquisizione oppure proporre la restituzione degli atti alla procura di Milano sostenendo che i pm non avrebbero rispettato la competenza del tribunale dei ministri. Ad oggi, anche sulla scia delle dichiarazioni dei giorni scorsi dei legali di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, sembra prendere piede questa seconda ipotesi. Che nasconde un'insidia però: se infatti in Giunta la maggioranza è sopra di un voto (11 a 10) e quindi non corre rischi, nell'Aula della Camera, chiamata a ratificare o meno le decisioni della Giunta, potrebbe verificarsi un nuovo 14 dicembre.